PREMESSA: in ogni articolo di questo periodo metterò un video finale con una canzone interpretata da me.

 

Il calcio, prima che fenomeno economico e sociale di assoluto primo piano, è un gioco. Un gioco che, tutto sommato, è abbastanza semplice: vince chi riesce a depositare la sfera contesa sul campo tra le due squadre nella porta avversaria.

Banalmente, l’essenza del calcio è il goal.

Eppure, è risaputo, segnare tanto non basta per conseguire automaticamente risultati vincenti.

E la top ten presentata di seguito nell’articolo ne è una prova concreta: scorrendo la classifica dei marcatori all-time della massima serie, infatti, si possono trovare calciatori (alcuni veramente insospettabili) i quali, pur mettendo a referto caterve di reti, non sono mai riusciti a vincere il tricolore. Ovviamente, il mancato successo non è assolutamente da imputare al valore del singolo calciatore, che è indiscutibile in tutti i casi che verranno esposti, ma ad altri fattori quali il senso d’appartenenza ad una maglia di una società non di primo piano o semplicemente l’essere capitato in periodi storici non felici squadra in cui si è militato, i quali hanno impedito il raggiungimento del massimo obiettivo.

C’è inoltre da dire che vincere lo Scudetto non è per nulla scontato: si pensi che calciatori straordinari quali Totti, Batistuta o Vieri, a titolo esemplificativo, sono riusciti a laurearsi campioni d’Italia solo una volta in tutta la loro carriera.

Ma un traguardo l’hanno raggiunto tutti indistintamente: entrare nei cuori di tutti gli appassionati di calcio, scudettati o meno.

Ecco di seguito la lista dei principali bomber che non sono riusciti a vincere l’ambito titolo pur essendo dei cannonieri strepitosi.

 

10° posto: Ciro Immobile (125 reti)

Unico in attività nella lista, il bomber laziale ha ancora la chance di poter vincere il titolo.

La sua storia è ancora in corso: esploso nell’annata d’oro di Zeman al Pescara (insieme a Insigne e Verratti) vincendo campionato cadetto e relativa classifica marcatori, dopo un passaggio a vuoto al Genoa, è risorto a Torino, vincendo la classifica marcatori, stavolta, del campionato maggiore, che gli vale la chiamata del Borussia Dortmund, dove però delude.

Dopo una stagione altrettanto sottotono divisa tra Siviglia e Torino, passa nel 2016 alla Lazio, diventando il trascinatore di una squadra che si è già tolta numero soddisfazioni (una Coppa Italia e due Supercoppe) e che adesso siede al tavolo delle big d’Italia.

Punto fermo del reparto offensivo del nuovo corso di Mancini alla guida della Nazionale.

 

9° posto: Enrico Chiesa (138 reti)

Uno dei più prolifici bomber italiani, esplode nel 1994 con la maglia grigiorossa della Cremonese, che gli vale la chiamata della Sampdoria, con la quale mette a referto 22 reti, le quali gli garantiscono il pass per la Nazionale e per gli Europei del 1996 in terra inglese.

Quell’estate passa all’ambizioso Parma: è l’occasione della vita.

La stagione seguente sembra quella buona, ma la Juventus avrà la meglio sugli emiliani all’epoca guidati da Ancelotti.

Con i ducali vincerà nella stagione 1998/99 la Coppa Italia e soprattutto la Coppa UEFA, laureandosi capocannoniere con 8 reti e siglando il 3-0 definitivo nell’atto conclusivo della manifestazione contro il Marsiglia.

Il successivo triennio alla Fiorentina gli permette di vincere un’altra Coppa Italia nel 2000/01, anno in cui segnerà 22 reti in campionato (eguagliando la stagione doriana). L’infortunio dell’anno dopo mette fine alla sua avventura viola: una stagione alla Lazio e poi l’approdo a Siena, della quale diviene uno dei principali artefici delle cinque salvezze consecutive del club bianconero.

Chiuderà la sua carriera nelle categorie inferiori al Figline.

Attaccante spesso paragonato all’immenso Gigi Riva per istinto del goal, è stato un calciatore serio e professionale, mancando l’acuto che sarebbe stato meritatissimo.

E chissà che il suo erede, predestinato ad essere il fiore all’occhiello del nostro calcio, non possa prendersi anche tutto ciò che il padre non ha vinto…

 

8° posto: Adriano Bassetto (149 reti)

Nome che ai più non dirà molto, è il centrocampista più prolifico della storia del massimo campionato: dopo la prima salvezza con il L.R. Vicenza, passerà alla neonata Sampdoria, di cui sarà l’autore della storica prima rete ufficiale. Dopo sette stagioni passerà all’Atalanta, segnando 56 reti in 4 anni: un’enormità, considerando che non partiva come attaccante.

Il bottino in terra orobica lo pose come primo goleador in Serie A della Dea, superato oltre quarant’anni dopo da Cristiano Doni.

Nane (questo il suo soprannome del calciatore) era noto all’epoca per il grande temperamento, che spesso lo ha portato a rimettere prima delle partite a causa della troppa tensione.

La sua carriera è stata sicuramente brillante ma non ha mai avuto la concreta possibilità di giocarsi le sue carte ad alti livelli: ha preferito la provincia, che gli regalerà a fine carriera un’ultima soddisfazione con la maglia della Lucchese, conquistando la promozione dalla C alla cadetteria.

Con le sue reti si piazza al 27° posto totale nella storia dei bomber di A, davanti a Sivori: insomma, non proprio pizze e fichi…

 

7° posto: Luis Vinicio (155 reti)

Nato e cresciuto in Brasile, a metà anni ’50 cedette alla corte del Napoli, diventando uno dei più amati dal passionale popolo campano, che gli conferirono il nomignolo di O’lione.

Entrò definitivamente nel cuore napoletano nel dicembre 1959, quando, all’inaugurazione del San Paolo, mise a segno una rete in sforbiciata che valse il successo contro gli acerrimi rivali della Juventus.

Dopo una parentesi a Bologna, passò al L.R. Vicenza mettendosi in evidenza e crescendo di stagione in stagione, fino a vincere la classifica cannonieri con 25 reti nel 1965/66, che valse la chiamata della Grande Inter.

Il ciclo di Herrera, però, si concluse proprio quell’anno, perdendo al rush finale tutto ciò che poteva vincere: il brasiliano rimase a bocca asciutta e con un impiego molto limitato.

Tornò in Veneto, chiudendo la carriera conquistando un’altra salvezza con la casacca biancorossa, di cui è il miglior realizzatore di sempre nella massima serie.

Oggettivamente, non ha avuto occasioni di poter competere per il titolo, ma resta uno dei calciatori più apprezzati del periodo.

 

6° posto: Luca Toni (157 reti)

Incredibile, ma vero.

Uno degli eroi di Germania 2006, tra i più forti centravanti della storia del calcio italiano, Scarpa d’Oro nell’anno del Mondiale, non ha mai vinto lo Scudetto! 

La sua storia è abbastanza nota: dopo tanta gavetta, il passaggio al Brescia, che gli permise di giocare con il Divin Codino, prima dell’esplosione in maglia rosanero a Palermo, con la quale siglerà 50 reti tra B e A con le quali si guadagnerà le attenzioni della Fiorentina, con la cui maglia segnerà 31 reti divenendo re dei cannonieri e ponendosi come leader del reparto offensivo azzurro vincitore a Berlino nell’estate di ormai quasi quattordici anni fa.

Snobbato dalle grandi di casa nostra, passerà al Bayern Monaco, con cui vincerà due volte di fila la Bundesliga, unitamente al titolo di capocannoniere in campionato e in Coppa UEFA nella stagione 2007/08.

La grossa chance di vincere il titolo in patria arriverà nel 2010, giunto alla corte della Capitale nel mercato invernale. Con la Roma duellerà contro l’Inter del Triplete, concedendo le armi solo all’ultimo turno.

Vivrà poi una seconda giovinezza con la maglia dell’Hellas Verona, divenendo capocannoniere del campionato nella stagione 2014/15 (insieme ad Icardi) segnando 22 reti, divenendo il più anziano ad aver raggiunto tale traguardo nel nostro torneo, prima di ritirarsi al termine della stagione successiva.

Che dire? Una carriera sfavillante, che poteva regalargli in più solo il primo posto in Serie A. Ma, diciamolo, non gli è andata poi così male…

 

5° posto: Giuseppe Savoldi (168 reti)

Sfido chiunque a non aver mai sentito nominare da zii o nonni il nome di questo formidabile centravanti.

Prima di Maradona, infatti, il colpo del secolo degli Azzurri fu proprio l’attaccante lombardo: nel 1975 si guadagnò l’appellativo di Mister due miliardi, provocando inizialmente delle proteste per l’eccessivo costo del cartellino (l’operazione di mercato più onerosa della storia, ai tempi) in un periodo storico difficoltoso per il Paese. Poi, passata la rabbia, si guadagnò l’affetto del popolo azzurro, contribuendo a far registrare 75.000 tessere di abbonamento e trascinando la squadra alla conquista della Coppa Italia 1975/76, segnando due reti nel roboante 4-0 finale contro l’Hellas Verona.

Chiamato per provare a scucire lo Scudetto da Torino, non riuscì nell’impresa nonostante la sua costanza sottoporta.

Beppe iniziò la sua carriera con l’Atalanta, dimostrandosi fenomenale di testa (grazie anche al fatto che giocò a basket prima di divenire calciatore professionista); trasferitosi a Bologna, che lo vide protagonista delle due Coppe nazionali vinte nel 1970 e nel 1974, si laureerà capocannoniere della manifestazione in entrambe le circostanze.

Vincerà la classifica marcatori del massimo campionato nel 1972/73.

Gode di un curioso primato: è stato per ben 12 volte nella top ten dei marcatori del nostro campionato. Nessuno come lui.

 

- 3° posto e 4° posto: Alberto Gilardino e Giuseppe Signori (188 reti)

Podio condiviso per due attaccanti dalle caratteristiche completamente differenti: prevalentemente centravanti il primo, punta a tutto tondo il secondo, capace di svolgere diversi ruoli anche a centrocampo.

Quel che è certo è che sono stati due goleador mostruosi.

Il Gila ha vinto il massimo possibile per ogni calciatore: la Coppa del Mondo nel 2006 e la Champions League con la maglia del Milan la stagione seguente, divenendo campione del Mondo anche con la maglia di club.

Insomma, Campione d’Europa, del Mondo ma non d’Italia.

Si impose all’attenzione di mezza Europa con la maglia del Parma, mettendo a referto 51 goal in due stagioni, proponendosi come centravanti del futuro della Nazionale; la sua vena realizzativa gli valse la chiamata rossonera nell’estate del 2005.

Dopo il triennio con il Milan, passerà alla Fiorentina, disputando altre tre annate su livelli importanti, prima di cominciare un cambio di maglie tra Bologna e Genoa, fino all’approdo in Cina e al nuovo rientro in Italia tra (nuovamente) Fiorentina, Empoli, Pescara e Spezia.

Con la maglia del Diavolo avrebbe potuto conquistare tutto e, a conti fatti, non ha motivi di rimpianto, se non quello di un tricolore mai neanche sfiorato.

Molto peggio, a livello di risultati di squadra, è andata a Beppe Signori: uno dei più grandi misteri del calcio italiano è il fatto che un calciatore del genere non abbia mai vinto un trofeo, se non la Coppa Intertoto nel 1998 col Bologna.

Salì alla ribalta grazie a Zemanlandia, essendo uno dei pilastri di quel memorabile Foggia di inizio anni ’90; passato alla Lazio nel 1992 (verrà poi raggiunto due anni dopo dal tecnico boemo) disputò due stagioni pazzesche, tanto che venne inserito nella lista per il Pallone d’Oro nel 1993 e nel 1994, essendo considerato uno dei talenti migliori del Continente.

In biancoceleste vinse tre volte la classifica marcatori e una volta quella della Coppa Italia, sfornando una costanza di rendimento senza pari in quegli anni.

Nella spedizione iridata a USA ’94, Sacchi lo ritenne un punto fermo ma lo adattò a centrocampista: questo provocò dissapori, che portarono all’esclusione di Signori dalla finale di Pasadena, di cui è noto il triste epilogo per la nostra squadra.

Lasciata la capitale appena prima che si aprisse il ciclo vincente, dopo una parentesi in blucerchiato, visse una seconda parte di carriera importante a Bologna, abbassando i numeri ma mantenendosi sempre ad un livello importante, che lo pone tra i primi dieci di sempre della storia della nostra Serie A.

 

2° posto: Antonio Di Natale (209 reti)

Il gran rifiuto alla Juventus per amore di Udine: si potrebbe sintetizzare così la presenza in questa classifica di uno dei più grandi goleador di tutti i tempi del nostro campionato.

Una carriera divisa tra Empoli, in cui mostrò grande talento ma ancora poca proficuità realizzativa.

Sarà il passaggio all’Udinese a consacrarlo a bomber di livello assoluto, conquistando due volte consecutive il titolo di capocannoniere nelle stagioni 2009/10 e 2010/11, e attraendo le sirene delle grandi, accortesi tardivamente dei mezzi di Totò.

Un amore viscerale per la società friulana, con la quale chiuderà la carriera tagliando il traguardo delle 200 marcature totali in Serie A, divenendo uno dei pochissimi a poter fregiarsi di tale record.

Non ha potuto battagliare per lo Scudetto, ma ha trascinato i bianconeri costantemente in Europa e, soprattutto, è diventato la bandiera del club, conquistando il trofeo più importante di tutti: l’affetto di un popolo intero.

 

1° posto: Silvio Piola (274 reti)

So benissimo che 9 su 10 staranno controllando Wikipedia per controllare se dico il vero, ma è così: il più grande bomber di tutti i tempi della Serie A, inarrivabile per chiunque dall’alto delle sue 274 marcature, non ha mai vinto lo Scudetto.

La sua carriera fu divisa sostanzialmente tra Pro Vercelli, Lazio (soprattutto) e Novara, con brevi parentesi nel Torino e nella Juventus.

Comune denominatore delle sue avventure il goal: segnava sempre, in qualsiasi modo, come riportano le dichiarazioni di chi lo ha visto giocare.

Di testa, di rovesciata, da vicino e lontano, insinuò il dubbio se fosse destro o mancino tanta la facilità ad andare in rete con qualsiasi piede e in qualsiasi modo.

Due volte capocannoniere della Serie A, si racconta di un tipo molto riservato, a cui spesso veniva contrapposto il talento esuberante di Meazza.

I due vinsero insieme il Mondiale del 1938, indimenticabile: nella finale contro l’Ungheria, Silvio Piola mise a segno una doppietta nel 4-2 finale, totalizzando 5 reti ed issandosi a centravanti icona del nostro calcio.

È l’unico, insieme a Sivori, ad aver segnato 6 reti in una singola partita della massima serie.

Una macchina da reti senza Scudetto: anche questi sono gli scherzi clamorosi del gioco del calcio.

Ma, anche senza campionato, rimane il numero uno della storia dei marcatori, indiscusso primatista di reti.

 

Video finale: https://www.youtube.com/watch?v=Lw3q2Xn7MS0&feature=youtu.be






Prendetevi 5-10 minuti e provate a compilare un semplice sondaggio per ricevere subito uno sconto immediato su carte regalo Amazon, Decathlon, Eataly o Trenitalia. Questo il link da cliccare: calciomercato.com/madai