Non deve essere per nulla facile accettare la panchina dal Milan dopo che negli ultimi 5 anni e mezzo si sono alternati su quella stessa panchina ben 5 allenatori, di cui 3 sono ex  tuoi compagni dell'ultimo Grande Milan e 2 di questi sono passati, esattamente come Gattuso, dalla Primavera alla prima squadra con risultati pessimi (Brocchi e Inzaghi).

Gattuso però arriva nella primavera del Milan con un bagaglio decisamente più capiente, nonostante siano state tutte estremamente negative, il tecnico calabrese vanta nella sua carriera da allenatore esperienze nel Sion, nel Palermo, nell'Ofi Creta e nel Pisa. Esoneri, problemi con le società, difficoltà nell'esprimere un calcio offensivo, insomma Gennaro non sembra proprio adatto a fare l'allenatore.
E' in questo momento che la grande umiltà di Rino lo porta a fare un passo indietro, accetta la primavera del Milan e prova a trasmettere quelli che sono i suoi concetti a dei ragazzi che possono assorbirli come delle spugne; i suoi ragazzi fanno fatica nei primi 2 mesi ma piano piano il lavoro quotidiano di Gattuso e del suo staff inizia a farsi vedere con risultati inaspettati. Quando viene chiamato da Mirabelli, che gli offre le esequie del povero Montella, la Primavera del Milan è praticamente imbattibile, grazie ad una solidità difensiva che rappresenta un'eccezione vincente in un campionato dove solitamente le squadre pensano più ad offendere.

Gattuso lascia i suoi ragazzi (forse con il rimpianto di non aver finito con loro la stagione), lo fa perchè il Milan ha bisogno di lui più di quanto lui avesse bisogno del Milan. Rino non solo è dotato di grande umiltà, è sempre stato anche un uomo riflessivo (a freddo) e auto-critico. Sa bene infatti di non essere pronto per allenare una squadra come il Milan, però conosce l'ambiente, ha passione e amore per la maglia, ha una voglia matta di lavorare e di migliorare insieme alla sua squadra.

Succede proprio questo, la squadra ricomincia da dove aveva finito Montella (la prima di Rino è il pareggio a Benevento con gol di Brignoli) ma Gattuso sa bene che per salvare la stagione e la faccia l'unica soluzione è lavorare, lavorare e lavorare.
Da milanello si parla fin dai primi giorni di un martello che vuole intensità altissima negli allenamenti. Stimola continuamente i suoi giocatori, sa come entrargli nella testa e fargli capire cosa vuole da loro e l'importanza della maglia che indossano. 
Probabilmente la finale di Coppa Italia ha rovinato quella che sarebbe stata una seconda parte di stagione da incorniciare per Gattuso e il Milan; il girone di ritorno è stato più che positivo per i rossoneri, la squadra ha dimostrato di seguire l'allenatore e le sue idee, il tecnico quindi viene giustamente riconfermato per la stagione successiva.

L'estate in casa Milan è di quelle turbolenti, continui problemi societari, la situazione sembra di nuovo difficile per Gattuso. Probabilmente viste le sue precedenti esperienze inizia a pensare di portare anche un po' sfiga nelle società in cui va, non è possibile che non riesca a trovare la tranquillità per lavorare. In questo momento è proprio il suo passato che lo aiuta a gestire la situazione con grande intelligenza, sa bene che qualunque cosa succeda a livello societario il suo compito è quello di proteggere i suoi giocatori e lo fa in maniera impeccabile, proprio come un grande condottiero tiene concentrato l'esercito solo sulla prossima battaglia.

La fine di questa storia la sappiamo tutti. Elliott prende le redini della società e affida prima a Leonardo e poi anche a Maldini la guida tecnica della squadra. Gattuso può finalmente stare sereno? Assolutamente no. Le voci di un accordo Milan-Conte continuano a tormentare il tecnico calabrese fino all'inizio della stagione, Leonardo continua a confermare Gattuso pubblicamente, lui però sembra sempre più scocciato da questi rumors e i suoi atteggiamenti nelle conferenze stampa sono sempre più emblematici... non sente pienamente la fiducia della società.

La sensazione è che questa situazione si risolva in contemporanea con l'arrivo di Maldini in società, il ruolo del Grande Capitano sarebbe stato (a mio avviso) fondamentale nel confermare definitivamente Gattuso e allontanare un accordo con Conte che (non solo a mio avviso) era stato raggiunto da Leonardo.
Gattuso rimane l'allenatore rossonero e come sempre ha fatto nella sua vita abbassa la testa e si mette a lavorare continuamente, prima che a livello tecnico-tattico-fisico si concentra sull'aspetto mentale dei suoi giocatori per cercare di tirare fuori da ognuno di loro il 200%. 

La stagione è un po' altalenante, i tanti infortuni non aiutano di certo il tecnico che perde alcuni dei suoi migliori giocatori per lungo tempo. Il giocatore incaricato di trascinare i suoi compagni è sempre più un peso per la squadra, Gattuso non può neanche affidarsi a Higuain. I brutti pareggi con Bologna e Frosinone mettono di nuovo sulla graticola l'allenatore, la vittoria con la Spal (firmata proprio Higuain) lo salva da un esonero che mai è sembrato così vicino.

Rinizia il mercato e scoppia di nuovo un'altra bufera, Higuain vuole andare via. Gattuso appare rassegnato nelle conferenze stampa, sa che a breve perderà l'unico vero campione della rosa. Si ritrova alla fine del mercato con un nuovo bomber semi-sconosciuto e un giovane promettente che viene dal Brasile. Probabilmente anche Rino rimane spiazzato dalle qualità dei nuovi arrivati e li butta entrambi nella mischia fin da subito (cosa che non è sua abitudine fare), con risultati più che positivi.

Gattuso, che viene spesso criticato per il fatto di non cambiare stile di gioco, vara il Milan 2.0. Molto meno palleggio, più verticalizzazioni e ricerca della profondità. Napoli eliminato in Coppa Italia, pareggio (con qualche recriminazione arbitrale) a Roma, vittoria facile con il Cagliari e infine la magistrale e inaspettata vittoria a Bergamo di Sabato sera. Il Milan sembra essere finalmente una vera squadra, con un nuovo tipo di gioco più efficace ma con la stessa identità di prima: spirito di sacrificio e grande importanza al collettivo.

Mi piacerebbe sottolineare la cosa più significativa passata in secondo piano nella trasferta di Bergamo.
La fiducia data a Cutrone, inserito al posto di un super Piatek al 65'. Con questo gesto Gattuso ha dimostrato di credere fortemente in un ragazzo che ha bisogno continuamente di sentire la fiducia del proprio allenatore, un gesto di chi sa bene come gestire i suoi giocatori e di cosa hanno bisogno per farsi trovare sempre pronti quando chiamati in causa.

Gattuso non è ancora un grande allenatore, forse lo diventerà o forse no, la cosa certa è che non gli mancherà mai la voglia di lavorare, non perderà mai la sua umiltà e la sua bontà che lo contraddistinguono come grande uomo (non solo di calcio). Non a caso è uno dei più stimati nel mondo del calcio, anche da tifosi che non simpatizzano per il Milan. 

L'augurio è che Rino possa diventare il Ferguson del Milan, vogliamo che cresca come allenatore insieme a noi, che continui a incarnare lo spirito rossonero per tanti anni e che lo riesca a trasmettere a tutti coloro che indosseranno la nostra gloriosa maglia. 

Forza Gattuso, grande uomo e vero cuore rossonero!