Siamo caduti. Un tonfo che da ieri sera mi rimbomba in testa senza lasciarmi tregua. 

Un mix di emozioni, per lo più negative, è quello che rimane ai milanisti dopo un derby che ha ribadito, per l'ennesima volta negli ultimi anni, il dominio nerazzurro a Milano.
La rabbia e la tristezza, dovute alla pessima prova dei rossoneri, sono state tanto grandi da rendere comprensibili le critiche a caldo rivolte all'allenatore e alla squadra.

Partendo dal presupposto che Gattuso ha sicuramente delle grandi colpe nella sconfitta di ieri, è sbagliato gettargli del "fango" addosso. Il lavoro che ha fatto da quel Benevento-Milan nel dicembre dello scorso anno, non può essere messo di nuovo in discussione da un pessimo derby.

Rino ha pagato in primis l'inesperienza, mostrando scarsa capacità di leggere velocemente il quadro tattico dell'incontro. Ci è voluto, infatti, troppo tempo per capire come arginare Vecino, totalmente libero di agire alle spalle di Martinez per la prima mezz'ora di gioco. Continui cambi di modulo, giocatori che si scambiavano i ruoli creando solo confusione nella manovra e nell'equilibrio della squadra. Inspiegabile e inconcepibile la scelta di fare uscire Bakayoko su Brozovic, lasciando un buco clamoroso tra la difesa e il centrocampo rossonero.

Anche la scelta dei giocatori schierati può essere soggetta a critiche. In particolare ci si chiede come sia possibile continuare a schierare il fantasma di Suso, oppure come gli è saltato in mente di fare uscire l'unico sufficiente e in grado di dare qualità alla manovra nel primo tempo (Paquetà). Infine, alla luce della prova disputata a Verona, Biglia relegato in panchina (a fare a botte con Kessiè) sembrerebbe essere stato un vero e proprio suicidio tecnico-tattico.

Tanti errori dunque di Gattuso che infatti si è assunto come sempre le responsabilità.

Quello che mi sento di ribadire è che essendo un allenatore molto giovane, Rino ha bisogno di sbagliare queste partite, sono certo che da oggi lavorerà ancora di più per migliorarsi e per crescere insieme alla squadra. In questo momento l'umiltà, il carattere e la forza di Gattuso sono un "tocca sana" per evitare un crollo mentale che potrebbe gettare alle ortiche tutta la stagione del Milan.

Come non si nasce grandi giocatori, vale così anche per gli allenatori. Si sbaglia, si cerca di capire gli errori e si lavora per evitare di commetterli in futuro.

Chiedo ai tifosi di avere pazienza, di non puntare il dito, di evitare le critiche immeritate a giocatori e allenatore. In queste due settimane servirà un grande affetto verso la squadra, c'è un gran bisogno del nostro supporto per rialzare la testa. Lo meritano i nostri ragazzi, che anche ieri hanno dimostrato un grande spirito, nonostante i momenti difficili della partita non hanno mai mollato, combattendo fino all'ultimo secondo. Lo merita Gattuso che ci mette il cuore e la passione ogni giorno, ci mette la faccia quando le cose vanno male e sposta l'attenzione sui giocatori quando invece le cose vanno bene.

Molti "tifosi" sembra si siano dimenticati del baratro in cui siamo finiti 7 anni, pensano che da un momento all'anno si possa trovare un luce forte e intensa che possa illuminare la squadra e renderla di nuovo competitiva ad alti livelli. Il cammino è giusto che sia ancora lungo, quello che conta è che la strada sia quella giusta. 

Criticare però non è sempre sbagliato, bisogna che sia fatto, però, in maniera costruttiva. Coloro che sono tornati alla ribalta con i vari "GattusoOut" non sono certamente utili alla causa, anzi, contribuiscono a creare un ambiente negativo e instabile intorno alla squadra. Questa è l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno per tornare in Champion's League. 

Concluderei con una disamine rapida e indolore del fattaccio Biglia-Kessie. 
Da ex giocatore mi sento di ridimensionare l'accaduto, l'adrenalina di una partita così importante può giocare un brutto scherzo e la pessima prova della squadra non ha fatto altro che aumentare una tensione che già di per sè era decisamente alta. Sono episodi da condannare sicuramente (ci penserà la società), ma crearci uno scandalo intorno mi sembra assolutamente esagerato. Apprezzabili le scuse di Lucas e Frank (apparsi visibilmente provati e tristi per l'accaduto) al termine del match, non ho dubbi che fossero sincere. Per quanto mi riguarda è stato il momento migliore della serata rossonera. 

La cosa che invece mi ha infastidito maggiormente ma è passata inosservata è l'atteggiamento di Donnarumma nel tunnel durante il ritorno in campo per il secondo tempo. Dopo un primo tempo osceno tutto ciò che non mi aspetto è il nostro portiere sorridente che parla con D'Ambrosio (con tanto di mano davanti alla bocca) e abbraccia Ranocchia. Sebbene capisco che i giocatori avversari possano essere amici fuori dal campo non si può accettare che scherzino e parlino tra loro nell'intervallo di un derby così importante per la stagione. Davvero fuori luogo.

Tanti errori, tanta delusione, ma non ci deve essere nessun colpevole.
Adesso bisogna remare tutti in un'unica direzione, più uniti che mai per raggiungere il nostro obiettivo.

Forza lotta vincerai, NON TI LASCEREMO MAI! 

Questo è il nostro motto, non dimentichiamocelo.