La prima volta a San Siro non si scorda mai.

IL DOLCE RICORDO
Domenica 10 settembre 2006, ore 15:00. Avrei compiuto 10 anni a breve.
Per il mio compleanno, mio padre decise di portarmi a vedere la squadre del mio cuore. Ero un piccolo calciatore (anche bravino) che sognava un giorno di calpestare il prato di San Siro, con addosso la maglia gloriosa del mio Milan. 
Partimmo da Torino, ricordo bene il viaggio sulla A4. Poco meno di 2 ore, passate a parlare senza respirare un attimo. Immaginavo la partita, lo stadio, i gol. Avevo una gran paura di non vedere la mia squadra vincere, di "portare sfortuna". Un miscuglio di emozioni, paure e tensione che ancora oggi, quasi 13 anni dopo, mi accompagna lungo l'autostrada Torino-Milano nei "match day".
Ricordo che parcheggiamo un po' distante da San Siro. Lungo il tragitto a piedi cercavo di allungarmi per vedere lo stadio dei miei sogni; continuavo a camminare e sentivo di essere sempre più vicino. Seguimmo i tifosi con le sciarpe rossonere fino alla piazzetta dove ora situa la fermata della metro "San Siro". 

In quel momento alzai lo sguardo, rimasi esterefatto, completamente senza parole. Era uno spettacolo.
Iniziai a saltellare come un matto, volevo entrare, non riuscivo più a contenermi.

I controlli, il tornello, la scalinata del nostro settore. La mia testolina spunta per la prima volta all'interno di San Siro, mi ritrovo di nuovo a bocca aperta. I cari amici milanisti e i cugini nerazzurri sanno bene l'emozione che ho provato in quell'istante in cui sembrava di essere giunto finalmente in paradiso.

Si trattava di Milan-Lazio, prima giornata del campionato. Era la stagione successiva al mondiale vinto a Berlino ma soprattutto a Calciopoli. La fortissima Juve stanziava nel campionato cadetto e le possibilità di titolo per il Milan erano decisamente più alte della stagione precedente. 
Ricordo il riscaldamento, poi un momento unico e indelebile: la lettura delle formazioni. Credo fossimo circa 60 mila spettatori, i cognomi dei nostri beniamini rimbombavano nell'aria di Milano e io contribuivo urlando a squarciagola con la mia vocina stridula e irritante. Finito questo momento magico, ecco le squadre che entrano in campo e il fischio di inizio.
A metà del primo tempo ecco il mio primo gol del Milan dal vivo. Chi poteva farlo se non Superpippo Inzaghi? Gioia incontenibile, sembravo impazzito.
Al 70' arriva il raddoppio rossonero firmato Ricardo Oliveira. Era la sua prima partita ufficiale e con un bel gol illuse tutti noi allo stadio e tutti i support rossoneri nel mondo di essere l'ennesimo fenomeno brasiliano a indossare la maglia rossonera. Ma un minuto dopo, la Lazio accorcia le distanze rendendo frenetici e paurosi gli ultimi 20 minuti di partita.

Al fischio finale tutto lo stadio esplose di gioia, io più di tutti loro. 
Uscii dallo stadio "felice come una Pasqua", non c'era cosa più bella che desiderassi della vittoria del mio Milan in quel pomeriggio di Settembre. Passai le settimane successive ricordando quei momenti, con la speranza di tornare presto in quella che era già diventata "casa mia". Ero ancora più innamorato del Milan perchè adesso amavo anche San Siro e la sua straordinaria atmosfera.
 

LA NOTIZIA
Questo è esattamente quello a cui ho pensato quando ho letto la notizia di un nuovo progetto comune tra Milan e Inter, che prevede la demolizione di San Siro e la costruzione di uno stadio nuovo e ultra moderno.

Da subito ho provato un misto di rabbia e tristezza, emozioni a caldo in cui è prevalso il cuore. Ho ragionato molto in questi ultimi giorni, arrivando a una conclusione più razionale e meno istintiva.
Il progetto deve essere portato avanti, è arrivato il momento di abbandonare parte della nostra storia per proiettarci nel futuro del calcio mondiale, laddove sogniamo di tornare protagonisti. Per fare ciò è necessario allinearsi al livello delle migliori strutture europee; in primis abbiamo bisogno di uno stadio moderno, da fare invidia all'Allianz Stadium juventino. Si è parlato anche di un viaggio in America da parte di Gazidis per analizzare e visitare gli stadi più moderni del mondo. L'idea non è poi così male.

 E' vero che è difficile immaginare Milan, Inter e soprattutto Milano senza San Siro (per un milanista che vive a Torino, il capoluogo lombardo è solo ed esclusivamente composto dal Meazza), ma provando a immaginare uno spettacolo architettonico al suo posto, la pillola potrebbe andare giù con molta meno fatica.


MILAN E INTER ANCORA INSIEME
Oltre alla demolizione di San Siro, un'altra polemica del progetto "stadio" riguarda la condivisione del nuovo impianto tra le due società di Milano.
Riguardo a questo aspetto, non ci trovo nulla di male o di sbagliato. Ormai sono diversi anni che tra milanisti e interisti vige una sorta di rispetto reciproco e di solidalità per tornare ai vertici in Italia e in Europa. Milan e Inter insieme, in un nuovo stadio, potrebbe essere il passo decisivo per il rilancio di entrambe le squadre milanesi. Non credo possa esistere un Grande Milan senza una Grande Inter e viceversa.

E' giunto il momento di lasciarsi alle spalle il glorioso passato, per ripartire bisogna crollare e risorgere dalla ceneri, anche quelle di San Siro. Proprio come la Juve post-calciopoli, la prima tappa della rinascita è stata proprio lo Stadium e ora 9 anni dopo sono ai vertici europei già da diversi anni.

Un calcio alla storia e ai nostri gioiosi e gloriosi ricordi, per il bene del Milan.
Addio alla nostra amata casa, addio San Siro.