Sei giovane, vuoi fare carriera da allenatore e non sei un ex calciatore professionista? L'Italia non è il posto giusto per te.
Prepara le valigie, ti conviene abbandonare il nostro fantastico paese per trasferti in nazioni dove (ancora) la parola "meritocrazia" non fa parte solo del dizionario, ma è base fondante della società; compreso il sistema calcistico.

Nel nostro paese non è possibile allenare in determinate categorie senza l'adeguato patentino da allenatore. Fin qui nulla di strano, giusto che sia così.
Quindi domani vado a iscrivermi al corso UEFA A da allenatore che mi consente di allenare fino alla Serie A? Assolutamente non posso. E' necessario infatti un determinato punteggio per essere ammessi alla graduatoria che determinerà l'accesso al corso.
Vuoi sapere il tuo punteggio? Sul sito della FIGC c'è una tabella che ti può aiutare con il calcolo. Per farvi un esempio, se Gigio Donnarumma,20 anni da poco,decidesse di voler partecipare a uno dei concorsi da allenatore, in questo momento avrebbe circa 12 punti; io che invece ho 22 anni, ho giocato un anno in promozione e uno in eccellenza, alleno da 2 anni ragazzini in società di provincia e sono laureato (in nulla che c'entra con il calcio ma paradossalmente è ciò che mi da più punti) ho un totale di 6 punti. Dunque secondo questo esempio, Donnarumma sarebbe 2 volte più di me in grado di diventare un allenatore di calcio. 

Chissà cosa ne pensano di questo sistema signori del calibro di Josè Mourinho eroe del triplete che vanta un palmares incredibile, oppure Arrigo Sacchi che plasmò una delle più grandi squadre della storia del calcio e che rivoluzionò totalmente il calcio. Come sarebbe andata la storia se questi due grandissimi allenatori non avessero potuto prendere il patentino per il semplice fatto di non essere stati giocatori professionisti?

Chiaramente senza una buona abilitazione il massimo a cui puoi ambire è qualche categoria tipo esordienti o giovanissimi in qualche società di basso livello. Il problema è che mediamente in Italia anche quelle panchine sono difficilmente raggiungibili. Affidate di solito a uomini di mezza età che fanno altri lavori e magari pagano anche per allenare. Quindi tu che sei giovane, hai passione e magari anche talento per il mestiere sei "costretto" ad allenare bambini ai primi calci e lo devi fare magari per 3/4 anni fino a quando qualcuno non decide che sei finalmente pronto per allenare i ragazzini tra i 10 e i 12 anni. Questo è l'entusiasmente inizio del "cursus onorum" che ogni aspirante allenatore senza sponsor o esperienza da calciatore deve intraprendere.

Solo una così detta "botta di fortuna" può aiutarti a realizzare il tuo sogno. Una buona conocenza o qualche dirigente di società professionistiche che si accorge di te e delle tue doti. Speranze fragili e senza peccato,ma semplicemente speranze.
In caso contrario ti aspetta la classica carriera: in 30 anni di esperienza allenerai le stesse tre categorie per 4/5 società dilettantistiche diverse. Una semplice passione, senza alcuna possibilità di scalare le categorie e soprattutto con rimborsi e stipendi che rasentano il ridicolo. Le società dilettantistiche, infatti, difficilmente offronto stipendi ai propri allenatori, più probabile un minimo rimborso spese. Il problema è quando questo rimborso non arriva o tarda 3/4 mesi prima di arrivare. Se poi le cifre concordate sono all'incirca di 100/150 euro al mese, ecco che la situazione diventa imbarazzante.

Possibile che una società di Promozione qualunque non riesca a dare i rimborsi per tempo ai propri allenatori? Non credo. Semplicemente si approfittano di giovani allenatori trainati da una grande passione, rimborsando solo quelli più esperti e di categorie superiori che, in caso di ritardi o mancati pagamenti saluterebbero senza particolari indugi.

Questa è la realtà che si troverà di fronte qualsiasi ragazzo con il sogno di essere il nuovo Sacchi, di poter rivoluzionare il calcio e trasmettere le proprie idee brillanti e innovative a qualsiasi voglia calciatore. Un mondo difficile, che a tratti ti strapperà di dosso la tua più grande passione, ti obbligherà a riporre il tuo sogno in un cassetto forse una volta per tutte.

Quello che posso consigliare a chi è fortemente convinto che l'allenatore sarà il suo ruolo nella vita è di lasciare l'Italia, almeno per qualche tempo. Ci sono paesi come la Germania dove se sei bravo e hai il carattere necessario ad allenare, non ci pensano più di tanto a darti il posto che ti meriti, nel calcio e in qualsiasi altro lavoro.

I settori giovanili sono vere e proprie accademie di calcio, dove lo scopo è quello di formare giovani calciatori. Gli stipendi degli allenatori sono paragonabili a quelli degli altri lavori, questo ti permette di manetenerti allenando i ragazzi con l'obiettivo di prepararti di anno in anno a salti di categoria senza alcun tipo di limitazione. 

Talento e tecnica devono essere la base dei giovani calciatori. Base che deve essere coltivata e insegnata dagli istruttori di anno in anno per tutta la formazione calcistica. Questa è la via giusta, che viene seguita dalla società calcistica più sperduta della Ruhr fino alle varie Borussia Dortumnd e Bayern Monaco. I risultati sono visibili agli occhi di tutti, ogni anno il calcio tedesco sforna giovani stelle dai propri vivai pronte da subito a brillare nei grandi palcoscenici calcistici.

Per quanto riguarda gli allenatori invece? Il caso più famoso è certamente quello di Julian Nagelsmann che nonostante abbia appeso gli scarpini al chiodo all'età di 21 anni è riuscito, mostrando grandissime capacità, a raggiungere la Bundesliga con l'Hoffenheim nel febbraio del 2016, 29 anni ancora da compiere. Da giugno guiderà addirittura la terza squadra (per valore) del campionato, il Lipsia. 

In Italia un caso simile non è un'ipotesi minimamente immaginabile.

 Il calcio rientra esattamente nella situazione lavorativa del nostro paese dove i giovani fanno sempre più fatica a fare carriera. l'Italia è semplicemente senza futuro.

Migrare o accantonare il proprio sogno. Queste sono le tue opzioni caro aspirante allenatore italiano.