È arrivato in punta di piedi a Napoli per sostituire un mostro sacro come Ancelotti. Il compito per Gattuso era tutt’altro che facile: rialzare il Napoli, piazzato a metà classifica.
Le prime 5 partite sotto la guida di Ringhio sono disastrose: sconfitte contro Parma, Inter, Lazio e Fiorentina. In mezzo, una soffertissima vittoria all’ultimo secondo contro il Sassuolo. Il concetto della mentalità “gattusista” viene appreso, ma sotto il profilo del gioco c’è ancora da migliorare.
Il 26 gennaio, Gattuso manda in estasi l’ambiente: vittoria per 2-1 contro la Juventus
. Partita preparata in modo impeccabile da Rino che ingabbia i bianconeri, costretti ad un possesso palla sterile. Nella seconda metà di gioco il Napoli sale in cattedra e, con i gol di Zielinski e Insigne, castiga i ragazzi di Sarri. Le 4 partite successive portano 9 punti ed una sconfitta interna contro il Lecce per 3-2, che evidenzia le amnesie dei partenopei.
La seconda prestazione da manuale avviene contro il nuovo Barcellona di Setien. Il pari va stretto al Napoli che incarta il Barcellona e colpisce in ripartenza. Ovviamente, avere campioni del calibro di Mertens aiuta, come dimostrato dal 1-0 napoletano. Discesa di Zielinski sulla sinistra, palla al limite per Mertens che controlla e con il telecomando manda la palla sotto l’incrocio. Purtroppo, la prestazione perfetta non si è ancora mai vista: i blaugrana trovano l’imbucata giusta per Semedo che serve al centro per Griezmann, il quale appoggia comodamente in porta. Il rimpianto più grande, oltre al gol del Barcellona, è l’errore di Callejon a tu per tu con Ter Stegen.

La sospensione del campionato poteva danneggiare i partenopei, in gran forma a febbraio. La realtà è un’altra: al ritorno in campo, dopo 3 mesi, contro l’Inter per la semifinale di Coppa Italia non è semplice. I nerazzurri hanno una condizione fisica migliore ma Gattuso in questi mesi si è dimostrato un maestro nel preparare le partite. Il gol di Eriksen dopo 2 minuti direttamente da corner può far male ma non al Napoli. L’Inter continua ad attaccare ma la difesa azzurra è solida, Ospina compreso. Il gol del 1-1 specchia lo stile del Gattusismo: ripartenza veloce con lancio, in questo caso del portiere, ad imbeccare le ali. Per Insigne è semplice servire Mertens in area che spinge la palla in porta. Il secondo tempo è remissivo ma efficace: il Napoli respinge gli attacchi dell’Inter e vola in finale.

Gattuso ha dimostrato in questi mesi grandi capacità nella preparazione e nella lettura delle partite. Ha rivitalizzato giocatori come Koulibaly e Insigne, incappati nella loro peggior stagione in carriera. Gli acquisti di gennaio si sono rivelati positivi: se Politano e Lobotka hanno finora svolto il loro compitino, Demme ha straconvinto, facendo sedere Allan in panca.
La mia sensazione è che Gattuso ha la stoffa da allenatore top e, già da stasera, può dimostrarsi vincente anche dalla panchina.