In campo vince Filippo, in panchina vince Simone, questa è la strana storia dei fratelli Inzaghi da Piacenza.

Negli anni 90/2000 in Serie A c'era un attaccante formidabile, un goleador di razza, uno di quelli che non eri tranquillo nemmeno mettendo la difesa a fare il fuorigioco al limite della metà campo, visto che si metteva sempre al punto giusto e al momento giusto. Uno di quelli che a fine carriera contava piu' di 300 reti in Serie A, un cacciatore d'area di rigore come pochi nella storia del calcio italiano e mondiale.
Dal Piacenza al Parma, dal Parma all'Atalanta, dall'Atalanta alla Juventus, dalla Juventus al Milan, impressiona sempre, non ha mai una stagione sotto tono, quando le squadre non riescono a vincere lui le vince da solo, l'ultimo a dire la parola " resa " anzi nel suo dizionario non esiste questa parola, arriva sempre sfiancato a fine partita ma sempre felice e consapevole di aver dato tutto per la sua squadra.
Come vi dicevo prima in carriera dal 1991 esordio con il Piacenza al 2012 anno del ritiro nel Milan, Filippo Inzaghi ha vinto tutto quello che si poteva vincere in un club ed anche Campione del Mondo con la Nazionale italiana nel 2006, dove anche li' mette il suo zampino.
Nella sua carriera ha messo nella sua bacheca qualcosa come: 3 Campionati ( Juventus 1997-1998, Milan 2003-2004 / 2010-2011 ) - 3 Supercoppa Italiana ( Juventus 1997, Milan 2004/2011), 1 Coppa Italia ( Milan 2003 ), 1 Coppa Intertoto ( Juventus 1999 ), 2 Champions League ( 2002-2003/ 2006-2007), 2 Supercoppe Europee (Milan 2003/2007), 1 Coppa del Mondo per club ( Milan 2007 ), oltre a molti premi personali, il piu' importante e' il Globe Soccer Awards ( Premio alla carriera per calciatori ) nel 2014. Filippo Inzaghi da calciatore ha realizzato la bellezza di 316 gol in 694 partite ufficiali, con una media di 0,46 gol a partita. Cosa dire al Filippo Izaghi calciatore?

Passiamo adesso all'altro Inzaghi: Simone. Simone Inzaghi come il fratello nasce a Piacenza tre anni più tardi del fratello Filippo. La carriera di Simone pero' non è rosa e fiori come quella del fratello, che da Piacenza è andato a salire con club di livello mondiale, culminata a vittorie con Juventus e Milan, Simone uscito dalla primavera del Piacenza nel 1994, deve andare a farsi le ossa in quel di Carpi che gioca in C1 ( Lega Pro ), ma che lo porta in primavera senza farlo mai esordire. Simone cresce con l'ombra ingombrante del fratello, anche lui è un attaccante ma piu' timido del fratello sfacciato che gioca in A.
Di lui ci sono immagini solo con il fratello, quando qualche foto estiva li vede assieme, ma nessuno si sbilancia, anzi non fosse per la somiglianza, qualcuno lo avrebbe scambiato per un amico. Simone, è tranquillo e si ripete che un giorno anche lui avrà la sua possibilità, quella di giocare su un terreno importante e forse con suo fratello formando un attacco di una big.
La trafila continua: Novara 95/95 in C2 promosso in C1 a fine stagione, Lumezzane 96/97 C2 promosso in C1 a fine stagione. Poi nel 1997 arriva la chiamata della "sua" Piacenza in Serie A, e' arrivato forse il momento di far vedere che non esisteva soltanto un Inzaghi, ma il suo sogno si spezza prima di iniziare la stagione, il Piacenza lo cede in prestito al Brescello in C1 dove mette dentro 10 reti in 21 partite, cosi' che il Piacenza a fine stagione si convince e lo riporta a casa, stavolta per restare.
L'opportunità che chiedeva gli viene data, il Piacenza si è salvata la stagione prima con un 13° posto e gioca per la salvezza visto la forza di quella Serie A, il suo sogno di giocare contro: Juventus, Inter, Milan, Roma si sta per esaudire.
A 22 è arrivata l'opportunità, Simone sa che se cicca ci saranno pochissime possibilità di diventare un calciatore di alto livello, forse non come il fratello, che nel frattempo è passato alla Juventus, si quella squadra ambita da moltissimi giocatori, il fratello a 26 anni ha raggiunto l'apice di un giocatore, quello di giocare con una big d'Europa, la squadra che l'anno prima aveva alzato la Champions 1996 sotto il cielo di Roma.
Simone resta con i piedi atterra, partire piano per poi arrivare in futuro è il suo secondo obiettivo, il primo era quello di giocare in A che si stava per esaudire.
La stagione va alla grande, 15 reti in 30 partite, gli bastano per attirare le mire della Lazio, che a fine stagione lo porta nella Capitale. Simone e' arrivato, adesso può giocarsi qualcosa d'importante con i colori biancocelesti. Prende il posto di un certo Marcelo Salas passato alla Juventus. La Lazio nella stagione passata aveva portato a casa la Coppa delle Coppe battendo il Maiorca per 2-1 e quindi si gioca la Supercoppa Europea contro il Manchester Uited, la Lazio vince e Inzaghi alza il suo primo titolo nella sua carriera, adesso il traguardo è lo scudetto. La Lazio di Cragnotti è un via vai di campioni, dove però Simone si trova alla grande, il tecnico Eriksson lo considera un punto fisso, adesso bisogna dare di più.
La stagione seguente, Simone Inzaghi sfoggia tutta la sua potenza, tra Coppe Europee e campionato Inzaghi si trasforma in un cigno bianco dalle mille sfaccettature e dai di rapina stile Filippo.
La Lazio vince lo scudetto, Coppa Italia e Supercoppa Italiana,
stavolta batte il fratello nei trofei stagionali 3-0.
Adesso Simone è un giocatore ammirato anche dai suoi tifosi è un calciatore affermato.
La sua carriera prosegue poi tra alti e bassi, poi la società e i tecnici a seguire credono sempre meno al ragazzo, che arriva ai margini, dopo aver vinto un'altra Coppa Italia nel 2004, divenendo anche il 25 novembre ( con una rete contro il Partizan in Coppa UEFA, il miglior marcatore del club nelle coppe continentali con 20 reti ). Il sogno è finito, la Lazio lo cede in prestito alla Sampdoria 5 presenze e 0 reti, poi ritorna ai biancocelesti 12 presenze, all'Atalanta 19 presenze, ancora alla Lazio 12 presenze e 1 rete, il tempo e' passato e infortuni e anni pesano, nel 2010 Simone Inzaghi appende gli scarpini al chiodo rescindendo con un anno di anticipo il suo contratto con la Lazio.
Il sogno di giocare con il fratello comunque lo riusci' a esaudire, ma non in un club, ma nella Nazionale italiana dove nelle sue uniche 3 presenze Dino Zoff ( allenatore Italia 2000 ) lo fece scendere in campo nell'amichevole contro la Spagna al fianco del fratello Filippo. Simone Inzaghi nella sua carriera tra alti e bassi ha messo a segno 90 reti in 329 partite ufficiali.

Ma come dire, delle volte la vita ti porta a vedere cose he non avresti mai pensato, infatti dopo il ritiro entrambi hanno trovato la possibilità di allenare le squadre che gli hanno dato più soddisfazioni, Simone entra nella Lazio come tecnico nel 2010 ( Allievi Regionali ) Filippo entra nelle fila del Milan nel 2012 (Allievi Nazionali ).

Qui la musica cambia, infatti se sul campo Filippo aveva asfaltato il fratello a suon di trofei e reti, sulla panchina Simone ha la meglio. Infatti Simone mette subito in bacheca la Coppa regionale 2010/2011che gli vale la promozione sulla panchina degli Allievi Nazionali biancocelesti. Filippo entra come allenatore in seconda, visto che fin quando non prende il tesserino da tecnico non può esecitare come tecnico anche se comanda il suo vice per formazione e sostituzioni. Poi e' ufficialmente tecnico, il suo Milan arriva a giocarsi la fase finale del Campionato di categoria, in cui la squadra è eliminata dall'Empoli in semifinale. Filippo comunque convince la società con il gioco e sale ad allenare la Primavera. Simone resta negli Allievi Nazionali fino al 2014 quando la societa' gli mette in mano la Primavera. vince la Coppa Italia di categoria contro la Fiorentina.
I romani non vincevano il trofeo da 35 anni.
Nello stesso anno, si aggiudica la Supercoppa contro il Chievo. La stagione 2014-15 lo vede bissare il successo in coppa (trionfando nel derby capitolino) e perdere il Campionato contro il Torino, avversario che batte la Lazio anche nella Supercoppa.
Filippo nel frattempo conduce il Milan Primavera a vincere il Torneo di Viareggio nel febbraio 2014. A fine stagione Filippo viene chiamato ad allenare la prima squadra con grande stupore, infatti per molti è un azzardo pericoloso, ma lui non si scompone e va a sedersi su una delle panchine più importanti d'Italia nonchè del mondo. Simone continua a sedere sulla panchina della Primavera biancoceleste, per lui non è ancora arrivato il momento di sedere su una panchina di A. Filippo entra in un Milan che ha dei problemi finanziari e l'era Berlusconi sta arrivando agli sgoccioli, infatti si parla di cinesi, ma questo non gli distoglie lo sguardo dalla squadra. Esordi con vittoria contro la Lazio per 3-1, ma la prima di campionato è sempre una partita da tripla in schedina, la stagione va tra alti e bassi ( più bassi che alti ), alla fine della stagione il Milan si piazza al decimo posto, che gli vale l'esclusione dalle coppe europpe, a fine stagione 2015 Filippo viene esonerato dal Milan, con una stagione in anticipo dalla fine naturale del contratto. Il 2015 si conclude con un esonero per Filippo, mentre Simone gode ancora della stima della Lazio. Il 2016 sorride ad entrambe i tecnici, Filippo viene ingaggiato dal Venezia in Lega Pro, la cosa stupisce molti, che immaginavano un Filippo Inzaghi al massimo ad allenare in B, ma addirittura in Lega Pro, mentre per altri la gavetta sarebbe servita al tecnico a far valere le sue potenzialità.
Simone fa piu' della metà della stagione in Primavera, poi è chiamato da Claudio Lotito a sotituire Stefano Pioli alla guida della prima squadra, esordendo con una vittoria contro il Palermo in trasferta ( 0-3 ).
Nelle ultime 8 partite la sua Lazio fa 12 punti che gli valgono l'ottavo posto finale in campionato. Filippo vince il campionato di Lega Pro, Simone viene rispedito in Primavera, con l'arrivo di Marcelo Bielsa, per la durata di pochi giorni, che portano Bielsa a rescindere il contratto e Simone Inzaghi di nuovo sull panchina della prima squadra. La Lazio di Simone vince il derby, che mancava da 4 stagioni e anche in campionato dove mancava da 4 anni e 5 mesi.
La sua Lazio va a gonfie vele, ma a fine stagione perde la finale di Coppa Italia contro la Juventus per 2-0, ma la sua Lazio si piazza al quinto posto che gli vale l'approdo in Europa League 2017/2018. Filippo nel frattempo stravince il campionato di Lega Pro con 10 punti sul Parma inseguitrice ed approda alla Serie B 2017/2018. Simone vince il suo primo titolo da tecnico, infatti nella finale di Supercoppa Italiana batte la Juventus per 3-2 con un gol di Murgia al 93' che porta il tecnico a mettere il suo primo trofeo da tecnico, tale risultato lo posiziona il primo nel club capitolino ad aver vinto sia da calciatore che da tecnico questo trofeo. Il 18 aprile 2018, in occasione della trasferta vinta, per 3-4, contro la Fiorentina, siede per la centesima volta sulla panchina della Lazio.
Il 14 settembre 2017 fa il suo esordio anche in Europa League, battendo gli olandesi del Vitesse per 2-3, la stagione Europea però si conclude con una eliminazione ai danni del modesto Salisburgo ai quarti di finale. In campionato viene beffato all'ultima giornata nello scontro diretto contro l'Inter per l'approdo per l'ultimo posto Champions. Infatti la critica è stata quella di far giocare Stefan De Vji difensore già in accordo con il club di Milano, che in un intervento al quanto volontario, regala ai nerazzurri un rigore che nel contesto finale ( 2-3 Inter ) porta i nerazzurri a qualificarsi per la prossima Champions, mentre la Lazio a giocare per l'ennesima volta l'Europa League. Filippo dalla B, riesce a portare il suo sorprendente Venezia a lottarsi prima la Serie A diretta, poi i Playoff dove prima manda fuori il Perugia, ma poi deve inchinarsi al Palermo, uno dei due club insieme che al Frosinone aveva più possibilità di risalita in A.
Simone ha avuto il corteggiamento della Juventus, ma il presidente Claudio Lotito ha posto il veto sul passaggio del tecnico in bianconero, Filippo ha salutato il Venezia e nella prossima stagione si siederà sulla panchina del Bologna.
I fratelli si ritrovano insieme in A, stavolta da tecnici e con degli obiettivi diversi, uno punta a vincere l'Europa League e ad entrare nella prossima Champions, l'altro a giocarsi la salvezza.

Quando dici che le cose si possono capovolgere, ecco adesso il campione in campo lotta per la salvezza da tecnico, mentre il modesto attaccante adesso è un tecnico ambito da molti club di prima fascia.