Partito da Braga passando per Donetsk scrivendo la storia, ma come dice il proverbio tutte le strade portano a Roma, compresa quella di Paulo Fonseca.
Nato in Mozambico ex colonia portoghese, come calciatore era un difensore centrale non di alto livello, infatti smise di giocare il calcio giocato poco dopo aver compiuto trenta anni con una voglia matta di diventare un grande allenatore.
Inizia la carriera da tecnico nelle serie minori portoghesi.
Nel 2012 fa il grande salto quando fu chiamato dal Pacos Ferreira, e al suo primo anno nella massima divisione portoghese realizza un miracolo sportivo, centrando una storica qualificazione in Champions League, a tal punto che il Porto gli offre la panchina.

Con il Porto vinse subito la Supercoppa nazionale, ma purtroppo non andò come la stagione precedente e fu esonerato dai Dragoni prima della fine del campionato.
L'anno seguente torna al Pacos Ferreira disputando un buon campionato e piazzandosi all'ottavo posto in graduatoria. Nel 2015 firma per il Braga e la sua squadra disputerà una grande annata, in campionato arrivò quarto (dietro solo alle tre grandi del Portogallo, Benfica, Porto e Sporting Lisbona) in Europa League fu eliminato ai quarti di finale dallo Shakhtar Donetsk, ma ha fine stagione forse a sua insaputa scrive il suo destino vincendo ai calci di rigore contro la sua ex squadra, il Porto la Coppa del Portogallo, per poi trasferirsi in Ucraina e diventare il nuovo allenatore dello Shakhtar Donetsk, squadra che eliminò il suo Braga in Europa League, se questo non è destino...

Il suo esordio sulla panchina dello Shakhtar Donetsk non è dei migliori e perde la Supercoppa d’Ucraina contro la Dinamo Kiev, squadra che da molti anni fa piazza pulita in tutte le competizioni nazionali. Dopo la sconfitta nella Supercoppa il dominio della Dinamo Kiev piano piano inizia a finire, ed è proprio lo Shakhtar Donetsk di Fonseca a cambiare la storia in terra Ucraina e concludere il ciclo della Dinamo Kiev che dura da troppi anni, infatti nei suoi tre anni passati a Donetsk la sua squadra vince tutto: 3 campionati 3 Coppe d’Ucraina ed una Supercoppa, esprimendo anche un gioco spettacolare e così diventa il suo Shakhtar la squadra cannibale prenditutto nel suo paese.
Complessivamente in 3 anni mette insieme 139 partite (103 vinte, 19 pareggiate e 17 perse) con 7 trofei vinti. Le sue vittorie, i suoi otto titoli messi sul curriculum e soprattutto il gioco spettacolare espresso dalle sue squadre non sono di certo passati inosservati nell'Europa che conta calcisticamente, e come citato al principio dell'articolo “tutte le strade portano a Roma“, proprio dalla città eterna arriva la chiamata, quella che il tecnico portoghese non può dire di no, quella che non puoi rifiutare.

Sbarcato a Roma dopo che aver scritto la storia recente del calcio ucraino, se Fonseca riuscisse a vincere almeno la metà di quello che ha conquistato con lo Shakhtar Donetsk, i tifosi della capitale sponda giallorossa oltre che leggere delle imprese dell'antica Roma sui libri di storia, sicuramente gli scriverebbero un altro libro che rimarrà per sempre nella storia di/della Roma per milioni di anni o più precisamente in eterno, oppure dopo le buone aspettative iniziali il gioco spettacolare del portoghese sarà vittima del nostro calcio italiano, come ad esempio di un suo ex collega maniacale del calcio spettacolo che predilige il bel gioco al risultato finale, cioè Zdenek Zeman e invece di finire nella storia della Roma, finirà come tutte le vittime fatte dall'impero romano di Traiano?