Sono tornato, dopo una lunga assenza. Non voglio fare proclami o pormi obiettivi (che poi finisce come quelli della Juventus con la Champions League, puntualmente smentiti a primavera), ma conto di ritornare a piccoli passi nel mondo VXL come mia abitudine. La scorsa stagione sono stato impossibilitato e forse è stato un bene: consegnare un tricolore vinto ai cugini è stata una delle peggiori vicende calcistiche che mi ricordi. Eravamo la squadra più forte del campionato a mani basse e siamo riusciti a gettare la seconda stella. Adesso, però, non ci sono scuse: dobbiamo appuntarcela noi prima di loro. Siamo ancora i più forti, mercato permettendo: mi auguro che non se ne parli minimamente di cedere chi sappiamo noi. Veniamo alla partita: la gara di Lecce, vinta per 1-2 all’ultimo istante, ha rimesso in moto l’interismo sfrenato, la caratteristica del soffrire sempre prima di vincere. Siamo l’Inter, siamo noi, non c’è storia. Solo che, al netto del godimento, ci sono degli spunti di riflessione da tenere in considerazione. In primis, e questo ormai è lampante, la squadra non può prescindere dalla sua formazione-tipo. Almeno nelle prime fasi. Nonostante il vantaggio-lampo di Lukaku, i salentini si sono organizzati e hanno fatto leva sulle loro qualità, mentre noi siamo stati spenti e scarichi. Perlomeno fino agli innesti dei vari Bastoni e Dumfries, il quale ci ha regalato il successo. Ebbene sì, allo stato attuale ci sono dei calciatori insostituibili. E questi due lo sono, senza se e senza ma. Mi ha inoltre fatto male vedere le prestazioni individuali dei centrocampisti titolari: in Puglia erano in vacanza, non c’è altra spiegazione. Vi è poi la questione della corsia mancina. Purtroppo, va detto, Gosens non è ancora affidabile al 100%. Manca la spinta che il predecessore croato era riuscito a creare. E Dimarco fa meglio da terzo di difesa che da esterno puro. Insomma, Indaco32, sei tornato solo per rompere? No, le note liete ci sono. Handanovic, alla faccia dei criticoni, è ancora lui: Onana può ottenere solamente benefici a lavorare con un profilo del genere, capitano dello scudetto di Conte (ricordiamolo). E poi, lui: Romelu. La Lu-La ha steccato, è indubbio, in quanto Martinez è stato meno impattante e ruggente del solito, ma il belga si è ripresentato alla grandissima in termini di impegno. E di puntualità: il suo gol, per quanto fortunoso (Darmian voleva tirare… credo), è comunque in tabellino.

LE PAGELLE DI INDACO32

Inzaghi S. 7 – Stavolta va premiato il suo coraggio. Mi ha riportato ai fasti di Mourinho quando alla caccia della vittoria passava alle 4 se non addirittura 5 punte. Dimarco va capito, Gosens non ancora al top: a sinistra serve qualcosa, oltre che in difesa. Mi ha stranito non vedere Asllani in campo: qualcosa mi sfugge, ma per il momento va bene così. L’Inter è questa e dopo un anno lo avrai sicuramente compreso.

Handanovic 7 – Sono prevenuto, ma ogni volta che si ha un retropassaggio la percezione della temperatura ferragostiana aumenta più del dovuto. Passerà. Però nella ripresa due interventi prodigiosi (uno su punizione da panico) mi hanno ricordato perché è il capitano: siamo ancora in buone mani.

Skriniar 6 – Oggi non come sempre, ma è tutta una strategia per rigettare le offensive del PSG: vero? (88’ Correa sv).

De Vrij 6.5 – Primo tempo importante con un intervento maestoso in chiusura. Serve di nuovo l’olandese volante per affrontare i tempestosi mari del campionato. Nella ripresa anche lui si smarrisce sul gol (colpa condivisa con tutto il reparto). Comunque c’è.

Dimarco 6.5 – Il suo mancino è quello che fa scattare in piedi quando ancora la pizza neanche è arrivata in tavola. Bell’antipasto. Paradossalmente, quando Inzaghi lo sposta ad esterno puro, i suoi cross diventano meno efficaci: mistero da risolvere immantinente.

Darmian 6 – L’assist involontario più bello di sempre. Cominciare così è di buon auspicio. Spende un giallo: in tempi di inflazione sfrenata è da ammirare.

67’ Dumfries 7 – Che nessuno ci provi. Si parla solo di Skriniar, ma un Hakimi-bis non sono pronto a sopportarlo. Blindatelo, chiudete gli aeroporti e le stazioni ferroviarie (tanto ogni giorno c’è uno sciopero), chiudete il calciomercato oggi stesso se necessario: il nostro treno resta a Milano Centrale. Quella neroazzurra.

Brozovic 5.5 – Hanno parlato così bene di Asllani che forse ne ha risentito. Meno ingegnere del solito.

57’ Mkhitaryan 6 – Sbaglia a centrocampo, poi rimedia: non mi aspetto robe faraoniche, ma il temperamento, la grinta e l’esperienza. Nello spezzone a disposizione ha dimostrato queste doti.

Barella 5.5 – Nic, la vuoi finire di protestare ogni volta che ho sempre paura che ti sventolino un cartellino? Per me sei il miglior centrocampista italiano per caratteristiche, ma oggettivamente il rendimento dell’anno dello scudetto e dell’Europeo è al momento irraggiungibile. Cosa dobbiamo fare per rivederti al top?

Calhanoglu 5.5 – Quando ti travesti da fantasma rossonero non ti comprendo.

67’ Dzeko 6 – L’arrivo di Lukaku non ha sottratto personalità e professionalità. Esemplare.

Gosens 6 – Barella gli ruba un gol fatto, ma a parte quello manca ancora un tassello per la completa integrazione. Nel complesso è pure sufficiente, ma Perisic è Perisic. Il paragone sarà ingombrante fino a completa maturazione.

57’ Bastoni 6.5 – Confermo quanto scritto sopra: lui è un titolarissimo, c’è poco da fare. Non possiamo tenerlo in panchina, deve giocare anche se al 20%.

Lautaro Martinez 5.5 – Ho avuto il terrore. Non ti permettere più di farmi questi scherzi: tu a terra 4 minuti non ci stai, chiaro? Per il resto, poco incisivo. Si è conservato per la prima a San Siro, ne sono certo.

Lukaku 6.5 – Sei tornato come ci avevi lasciato. Come prima, più di prima, ti amerò.