Eternals è un film della Marvel in uscita questa settimana, sia in Italia che negli Stati Uniti, narra le gesta di una razza aliena immortale, vissuta segretamente sulla terra che, dopo 7000 anni, si riunisce con lo scopo di proteggere l’umanità.
Ennesimo film che porta avanti la saga dell’universo cinematografico basato sui supereroi.
Ma “Eterni” possono definirsi anche due giocatori del Milan che, contro la Roma, hanno dato prova del loro spessore e dell’importanza del loro contributo dato alla causa rossonera. Eterni, nonostante l’età ed, allo stesso tempo, esempio per i loro compagni. Stiamo parlando di Ibrahimovic e Kjaer.
Se sul primo non ci sono più parole per definire, anche perché tra poco uscirà un film sulla sua vita, il personaggio che continua a far parlare di sé sul campo, nonostante non avesse una prestazione fisica adeguata; sul secondo possiamo paragonarlo al vino. Al buon vino. Più invecchia, più diventa buono. I due giocatori rossoneri sono stati i migliori in campo, e nella loro zona di campo, hanno primeggiato rispetto a tutto e tutti.
Il primo tempo di Ibra è stato sontuoso. Autore del gol su punizione che ha portato in vantaggio il Milan, capace di procurare il rigore del raddoppio (gol di Kessié) e di impegnare la difesa giallorossa. Un gol annullato per fuorigioco e movimenti per accorciare la squadra, hanno messo il Milan nella condizione di giganteggiare e di essere meritatamente avanti rispetto alla Roma.
Qualcuno dovrebbe spiegarlo a fine gara a Mourinho che, invece di dare una spiegazione ai suoi tifosi e agli addetti ai lavori su come la sua squadra, in parità numerica, sia stata battuta sul piano del gioco e del risultato da parte del Milan, abbia invece spostato l’attenzione sull’arbitraggio, andando via arrabbiato, e non producendo argomentazioni buone per un dibattito costruttivo.

Ahi ahi Josè! Come sono lontani i tempi di gesti eclatanti quando sulla panchina dell’Inter avevi la squadra più forte e ti potevi permettere di dire o fare qualsiasi cosa. Ora, a Roma, devi far vedere che non sei più un gestore di campioni, ma anche un costruttore. E' in quella situazione si vede la tua mano di allenatore, se sei capace di accrescere valore per stare poi al vertice o meno.
Mourinho negli ultimi anni ha avuto più bassi che alti. Gli va riconosciuto che aver accettato la sfida romana è un grosso impegno e necessita di tutto il tempo possibile. Ma non è certamente nascondendo la brutta prestazione, per insinuare altro, che vai nella direzione giusta. A Roma ha portato entusiasmo e quello ha dato credito alle sue azioni, anche quando in Conference League è andato a sbattere contro una formazione meno forte dei giallorossi. Sono incidenti di percorso che capitano, ci mancherebbe, ma conservare l’umiltà di capire che la responsabilità non può essere addebitata sempre agli altri è già un buon punto di partenza.

Come diceva quella frase: Chi vince festeggia, chi perde spiega. E se lui non spiega, c’è Pioli dall’altro lato che festeggia l’ennesima prova convincente del suo Milan, arricchendo la parete di un altro scalpo importante. Dopo aver battuto Lazio e Atalanta, ora è toccato alla Roma, senza dimenticare il pareggio di Torino contro la Juventus.
E se la classifica conta poco, in questo momento dice che, aspettando il derby di domenica prossima, hai 7 punti di vantaggio sull’Inter (definita da Pioli la favorita); 12 punti di vantaggio sul quarto posto (ultimo posto utile per entrare in Champions); più 16 dalla Juventus (e questo dato va sempre tenuto sottocchio, nonostante le difficoltà incontrate fino a questo momento dalla squadra di Allegri).
Una classifica interessante, dove Napoli ed Inter (fino ad oggi) vengono considerate avversarie di tutto rispetto.

Tornando alla gara di ieri, se nel primo tempo l’Eterno Ibra ha dato prova di essere ancora Supremo; ci ha pensato successivamente l’altro Eterno a proteggere il risultato a favore dei rossoneri. La prestazione del danese è stata signorile. Sempre attento in fase di copertura, abile nel tenere una posizione di campo adatta all’anticipo e al contenimento degli avversari. Con Tomori ha annullato prima Abraham, successivamente tutti coloro che si sono ritrovati nella zona di competenza. Un muro dove l’attacco giallorosso è andato a sbattere e dove si sono spente le residue speranze di riacciuffare un pari insperato.
Se il Milan in undici contro undici è stato padrone del campo e del gioco, in inferiorità numerica, ha dovuto concedere campo ed occasioni agli avversari. Ed è lì che è salito in cattedra Simon. Ha dato sostanza alla difesa sigillandola da attacchi esterni, dividendo con Ibra la palma del migliore in campo. E, se la Roma è riuscita ad accorciare le distanze e tenere viva la partita, ci ha pensato lui a salvare il risultato con un colpo di testa decisivo.
E così lo scoglio Roma è stato superato, lasciando alle spalle polemiche che nulla hanno tolto alla prestazione del Milan e alla sua meritata vittoria.
Perché è una vittoria che dà un segnale importante al campionato e mette la banda Pioli in condizione di aumentare il distacco tra sé e gli inseguitori, rimanendo nel lotto dei pretendenti per la vittoria finale.
Una situazione già vissuta lo scorso anno ma che, rispetto al campionato passato, porta con sé prospettive nuove ed entusiasmo crescente. Porta una rinnovata fiducia sul futuro e mette le basi per recitare un ruolo da protagonista fino a fine stagione.
Per farlo avrà bisogno dell’aiuto di tutti i suoi interpreti che sono coinvolti e che, grazie all’aiuto degli “Eterni” sono stati responsabilizzati apprendendo l’arte del sacrificio e della lotta.
Sacrificio in campo, figlio di un’asticella che si è alzata durante gli allenamenti e che ha contaminato in positivo tutto l’ambiente. Della lotta perché ogni gara deve essere vissuta come una finale. Ciò ha incremento la posizione del Milan e la considerazioni positive nei suoi confronti.
E se Kjaer ha da poco firmato il rinnovo del contratto, il futuro di Ibra, nonostante l’età, deve essere ancora scritto. Tanti discorsi sono stati fatti nell’ultimo periodo ma un riferimento sulle sue intenzioni è uscito fuori grazie ad un’intervista rilasciata qualche giorno fa. Dove lo svedese pone davanti la volontà di giocare anche in futuro, al di là di quelle che saranno le scelte del Milan nei suoi confronti.
Scelte che dovranno essere ponderate da ambedue le parti e che saranno definitive a fine campionato. In questo momento Ibra divide i giudizi e porta dibattiti tra i tifosi. Al di là della prestazione contro la Roma alcuni vorrebbero che la società sia attenta al futuro con la consapevolezza che occorre vedere oltre Ibra. E per farlo occorre puntare su un giovane di prospettiva che possa crescere con lui, per diventare il punto di riferimento futuro. Per altri Ibra è universalmente un tutt’uno con la maglia del Milan e allontanano la data del suo ritiro sportivo. E lo fanno anche forti della prestazione che lo svedese ha regalato ai suoi tifosi.
Un Ibra nelle condizioni di ieri è un valore aggiunto, un giocatore importante per questo Milan. Ma per molti è anche il tappo per investimenti futuri in un settore dove gli ultimi acquisti sono stati Mandzukic, Giroud e Pellegri.
Se il primo è stata una parentesi nel panorama rossonero, il Francese è stato un acquisto mirato, voluto ma non certamente di prospettiva. E Pellegri un giovane, a basso costo che, per un motivo o per un altro, non riesce a trovare posto e, se continua così, difficilmente sarà confermato.
Io, tifosissimo dello svedese, sono propenso ad un rinnovo che possa portare comunque ad un investimento importante nel settore avanzato. Evitando di ritrovarsi in apnea, come nelle prime gare di campionato dove Rebic ha dovuto gestire l’attacco da solo. Nella consapevolezza che l’età è un conto a cui nessuno può sottrarsi, sia lui che Simon sono pronti a stupirci, provando a farlo con il piglio di chi si sente immortale e dando un messaggio chiaro: chiunque dovrà fare i conti con loro.
Eternals esce al cinema in settimana, ieri si è visto un assaggio all’Olimpico di Roma.