Entony: protagonista
Maicol: co-protagonista
Rosaria: cugina di Entony e sorella di Gyro
Sabino: amico di Entony e Maicol, personaggio sostanzialmente solitario
Gyro (Girolamo, cugino di entony e fratello di Rosaria)

Capitolo I
L’estate sta arrivando (Entony quest’anno fa sul serio)

Basta! Stavolta Entony, memore di com’era andata a finire le volte scorse, la pazienza aveva deciso di dichiararla esaurita prima ancora di mettersi a discutere.
Quest'anno non aveva la minima intenzione di perdere nemmeno un minuto di tempo in discussioni con gente che a parole si dichiarava interessata, ma poi, già da come ti rispondeva quando gli chiedevi se fosse disponibile a fare questo o a fare quello, sembrava che per il solo aver accondisceso ad essere inserito tra quelli disposti a deambulare utilizzando le proprie gambe, e non, come magari altri, meno disponibili, che invece avrebbero accettato di unirsi a loro solo a patto di essere trasportati su delle lettighe, come chessoio… il Faraone d’Egitto, lo Scià di Persia, o… chessò… il mago Othelma, fossero, solo per questo, già in credito, e quindi ben poco inclini nell’accordare qualsivoglia ulteriore concessione che non fosse quella, ben preziosa, di poter godere della loro regale presenza.
Insomma, gente che si guardava bene dal dirti in modo esplicito di no, ma te lo diceva nel modo più odioso, non accettando nessun tipo di incarico o responsabilità.

Stavolta, però, alla minima impressione di essere preso per i fondelli, Entony, al tizio di turno, reo di non essere stato sufficientemente convincente della sua reale intenzione di organizzare e poi davvero partecipare alle vacanze estive della comitiva del ristobar Pinuccio, l’avrebbe fatto volare a calci.  
Non avrebbe guardato in faccia a nessuno: troppe le volte in cui si era fatto il culo così per accontentare tutti, per poi vedere che, nonostante tutta la buona volontà, c’era sempre un intoppo, sempre uno che all’ultimo si sfilava, portandosi dietro altri, e altri ancora in un effetto domino inarrestabile. Altri e altri ancora, che alla fine erano sempre gli stessi, che si vedeva benissimo, che non avevano mai avuto davvero intenzione di venire, di partecipare, di metterci tanto così (poco più di un’unghia n.d.r.) di impegno, di iniziativa personale affinché la cosa andasse in porto.
Stavolta Entony ne aveva le scatole piene, non si sarebbe fatto fermare dall’ennesima defezione del giorno prima. Stavolta, fossero rimasti disponibili anche solo in tre, non avrebbe rinunciato. Aveva il suo piano, le sue alternative, e chi ci stava ci stava, chi aveva “problemi”, ci dispiaceva tanto per lui, con tanti saluti e auguri di pronto tutto a loro e alle loro famiglie.
Fino alla settima generazione.
Chi aveva problemi, si tenesse stretto a pinuccio e le sue birrozze sempre più tiepide, anche se certe volte (ma questo non glielo andate a dire che poi s’offende) l’avresti pagata anche il doppio per averla, almeno una volta, bella gelata!
Niente contro pinuccio, sia chiaro! Lui coi suoi panzerotti che se pure un morso glielo davi mezz'ora dopo, ancora usciva fuori la lava. Una roba che secondo me se lo teneva chiuso e lo apriva a dicembre, ancora lava era capace di uscire da quel cacchio di panzerotto.
Pinuccio non lo so che cosa ci metteva, forse l'interno dei panzerotti lo rivestiva di amianto o comunque di qualche materiale isolante… fatto sta che pure dopo 10 anni, tu aprivi un panzerotto di pinuccio e usciva la lava.
Con tutto il rispetto per pinuccio che a noi dispiaceva pure, a lasciarlo lì, a lavorare, che poi tutto sto lavoro pinuccio non è che ce l'avesse. Più che altro i soldi veri li faceva dando una voce a certi amici suoi quando vedeva qualche portafoglio particolarmente gonfio. Allora avvisava chi sapeva lui per trovare il modo di rendere un po’ più snello quel portafoglio.

Ma quest'anno Entony aveva deciso: bisognava avere un po’ di coraggio, uscire dal guscio.
L'età media della comitiva, scherzando e ridendo, si era fatta quasi di trent’anni! Non potevamo mica ancora andare avanti come avevamo fatto finora! Le giornate in casa, davanti alla TV impostata in modalità di risparmio energetico, con tutto chiuso, con una sola apertura del freezer al giorno per evitare consumi che i vicini avrebbero notato.
Unica uscita: la sera, da effettuarsi calandosi da una finestra che dava verso il lato meno frequentato ed illuminato, con abilità tipiche di certi corpi d’armata come ad es. le teste di cuoio. Uscite e rientri comunque effettuati nel buio della notte calandosi e poi arrampicandosi per evitare di essere intercettati salendo o scendendo dalle scale. Tutto per poter dire poi di essere stati al mare di qui e di là.
C'erano certi, poi, che non volevano essere schiavi degli altri. Se a questi gli chiedevi: “ma dove sei stato in vacanza?” questi rispondevano senza vergognarsi neanche un po’: “sono stato a Bari, Ca secondo te addov dovev’ shii?” (Secondo te addove dovevo sci? Dove dovevo andare? N.d.r.)
La pratica di rimanere chiusi ad agosto in casa era diffusissima, e al cugino di Sabino, Barese fino al midollo, con la B maiuscola, era venuto in mente il business del solarium “sole finto”, che uno, dopo essere stato all’ombra per due settimane, giustamente, per risultare credibile, una passata dal solarium “sole finto”, l’avev a ffà!

Il cugino di Sabino, come dicevamo, da bravo barese doc, quale era, aveva avuto anche l’idea di abbinare alla seduta di solarium tutta una serie di racconti più che realistici. Così facendo, i clienti di “sole finto” univano la seduta abbronzante con la lettura e la memorizzazione di alcuni racconti nei quali ognuno dei familiari aveva un ruolo. Questo per far sì che una volta tornati a casa, quando i vicini gli avessero chiesto cosa avevano fatto, oltre a sfoggiare una invidiabile abbronzatura, avrebbero saputo anche raccontare degli aneddoti recitati alla perfezione in pieno accordo l'uno con l'altro, tutti ruoli ben studiati, i quali, ben coordinati, fornivano delle invidiabili sceneggiature dove gli eventi che venivano di volta in volta raccontati da ognuno dei familiari si intrecciavano e tenevano conto l'uno dell'altro, come in un mosaico dove le varie tessere si incastonavano e fornivano a vicenda il necessario sostegno narrativo. Impianto narrativo garantito per tutti i protagonisti e co-protagonisti.  
Il servizio di solarium, “sole finto” non era più solo solarium, era davvero un raccordo tra la vita reale e quella che tutti noi avremmo voluto almeno una volta nella propria esistenza, poter sognare.
Velocemente “sole finto” stava diventando anche casa editrice per la scrittura di soggetti per il cinema, sceneggiature, e tanto altro: stava evolvendo e presto sarebbe diventata “sole Finto: fiction and fantasy”.

Il bello di tutto questo era che non si trattava neanche di gente che non avesse un lavoro, che non avesse mezzi di sostentamento sufficienti per soddisfare i bisogni propri e della famiglia (nella fattispecie, di fare una vacanza al mare). Era proprio che uscire da Bari per andare in vacanza era per tanti qualcosa che non aveva minimamente riscontro con la tradizione barese, che era quella di rimanere in casa 365 giorni all'anno, tranne (e per alcuni manco in quella occasione) a Pasquetta, dove era lecito spingersi fuori dalle porte della città, ma rimanendo comunque “reperibile in zona”.
Il barese vero, quello purosangue, nel periodo estivo lavora il doppio e guadagna il quadruplo. Di andarsene in vacanza, proprio non gli passa neanche per l'anticamera del cervello. Sarebbe come chiedere agli orsi del Canada di andare in vacanza proprio quando, nei mesi invernali arrivano i salmoni e basta sporgere la zampona artigliata un po' più in là, quasi chiedendo scusa, per acchiappare un salmone dietro l'altro.
Ma tu immaginati se nel bel mezzo di una pesca al salmone, fatta praticamente a mano, coi pesci da 5 chili che ti saltano in braccio, arrivasse uno e ti dice: “oh guarda che si è liberato un posto alla Costa Crociere con lo sconto del 50% che fate ci andate?”
E mo', secondo te, quello, col pesce ancora in mano ti dice sì vengo io? Ma nemmeno se lo pagano ci va in crociera, con i salmoni che gli saltano in braccio da soli!

I salmoni dei torrenti del Canada erano l'equivalente nordamericano dei turisti di Bari vecchia. Quei pochissimi che avevano, non tanto la sfrontatezza, ma piuttosto l'incoscienza di entrare dentro a Bari vecchia senza aver prima trovato un minimo di protezione da parte di qualche pattuglia di scooteristi, rubini, zaffiri e chi più ne ha, più ne metta, non potevano che fare la fine dei salmoni negli zamponi artigliati degli orsi grizzly. Che poi (detto tra noi) quando te ne sei mangiato 1, 2 o 10 il resto dei salmoni li butti pure, ma di rinunciare a pescarli con quelle belle zampone da orso, non se ne parla proprio!
Lo stesso si sarebbe potuto dire per i turisti di Bari vecchia: quando hai scippato 10 vecchiette, e hai rubato gioielli a sufficienza per comporre almeno un paio di pregevoli combinazioni di smeraldi, zaffiri e rubini, e ti sei fatto tutta una parure di brillanti, il resto ti verrebbe voglia, se si potesse, di richiamare la vecchietta di turno per chiederle gentilmente di riprendersi le pietre preziose lasciate a terra a imbrattare il suolo pubblico.
Eccheccazz!


Il ritrovo per decidere insieme dove andare per le prossime vacanze di agosto, manco a dirlo, era lo spazio antistante il ristobar da pinuccio. Entony era arrivato con largo anticipo, e non certo perché amante della puntualità, ma semplicemente perché l'argomento che avrebbero trattato gli stava molto a cuore e l’ansia si era impossessata di lui.
Era seduto ad uno dei tavolini del ristobar, e aveva già ordinato la canonica birrozza… come anticipato, non proprio definibile come fresca… Questo era un problema noto a tutti. Tutti sapevamo che la pecca più grossa del ristobar di pinuccio era la temperatura a cui venivano servite, di estate come d'inverno, le birrozze. A temperatura ambiente! E non c'era davvero verso di farglielo capire, senza rischiare di urtare la sua suscettibilità. Sensibilissima! Seconda (per sensibilità) solo a quella di suo padre, boss indiscusso del quartiere. Persona in grado di commuoversi, sino alle lacrime, per i cori beceri a Lukaku (contro i quali ci scagliamo tutti noi compatti e solidali). Ma nelle stesso tempo capace anche, con altrettanta efficacia, di presenziare alle procedure “speciali” di riscossione crediti, messe in atto le volte in cui quelle normali (quelle che prevedono figure poco popolari, come avvocati, Polizia, Carabinieri, o peggio!) non si rivelavano efficaci.

Qualcuno malignamente cominciava anche a mettere in dubbio che pinuccio avesse, come previsto dalle normative sanitarie vigenti, un frigorifero di cui avvalersi all'interno del suo locale, perché nessuno, a memoria d'uomo, aveva mai avuto la fortuna di vedersi servire da pinuccio una bella birra ghiacciata, anche se ordinata con larghissimo anticipo, affinché avesse tutto, tutto il tempo di raffreddarla a dovere.
Una dannatissima birra che fosse sensibilmente diversa, al tatto, dalla maledetta temperatura che qualsiasi dannatissimo termometro avrebbe mai potuto segnare nel maledetto forno dove sembrava che pinuccio conservasse le sue ormai famigerate birre, non c’era nessun verso, neanche soltanto di poterla un giorno sperare!

 

Continua col capitolo II...