Tifoso? Sì, ma quando succedono certe cose non esiste tifoseria, si è umani e da umani si rimane senza parole e con un solo pensiero "Speriamo che non sia nulla di grave".
Quando Christian Eriksen è crollato in campo l'altro ieri nella gara tra Danimarca e Finlandia, mi è tornata in mente lo stessa situazione che subì Piermario Morosini, sfortunato centrocampista del Livorno che nel 2012 crollò a terra e morì pochi istanti dopo, aveva solo 25 anni. Ma se per Morosini poi si  venne a sapere che aveva un problema cardiaco, una cardiomiopatia aritmogena, malattia di probabile origine genetica che produce aritmie ventricolari. Quindi il veder cadere allo stesso modo Eriksen, mi ha bloccato il cuore, e mi ha portato le lacrime agli occhi, perchè quando vedi una persona inerme cadere di piombo a terra e non puoi fare nulla, se non specializzando in massaggi cardiaci, ti trovi ad assistere come un blocco di cemento e speri che tutto si risolva presto e bene. Quei minuti sono stati interminabili, perchè si vedevano lacrime e mani sul volto dei compagni di squadra, e in quel momento ho aperto ad una preghiera verso il cielo, già perchè non si può morire soprattutto con tutti i controlli che hanno queste persone, soprattutto se controllati dal capello in testa alla punta delle dita dei piedi, e poi vederli cedere le gambe di colpo. Quando la muraglia danese ha chiuso in circolo Eriksen e i medici, tutto il mondo era tutta con un volto di paura, lacrime e mani congiunte perchè si pensava al peggio e si sperava nel miracolo, e alla fine è avvenuto.

Ho tirato un sospiro di sollievo, quando si è visto riaprire gli occhi e trasportato via dalla barella con il telone dei giocatori che l'hanno accompagnato fino all'uscita dal campo. Va ringraziato Simon Kijaer per la prontezza nell'infilare le mani in bocca al compagno di squadra per liberare le vie aree e svolto il massaggio cardiaco fino all'arrivo dei medici, va ringraziato Schmeichel accorso pochi secondi dopo, va a tutta la nazionale danese, e al pubblico presente e a quelli che si sono sentiti vicini al ventinovenne centrocampista dell'Inter, con striscioni e applausi.
E cosa dire, che tutto vada bene e che Eriksen possa in primis tornare a stare bene, e poi, se dio vorrà, a tornare a giocare al calcio.

#10CristianEriksen