LA PARTITA 

Primo tempo - Ottimo avvio della squadra di Beppe Iachini che si getta subito in avanti per non dare campo al Napoli. Così, dopo neanche 3′, Ospina blocca centralmente un primo tentativo viola con Milenkovic di testa. All'11' Castrovilli a un passo dal vantaggio sul traversone teso e basso dal fondo di destra di Lirola: la palla esce di un soffio. Il Napoli risponde con Milik che in acrobazia raccoglie un cross di Callejon, ma trova la grandissima risposta di Dragowski col guantone sinistro. Poco prima della mezz'ora, però, la Fiorentina passa in vantaggio con Chiesa che, servito in area da un appoggio all'indietro di Benassi, beffa Ospina con un tiro di punta. Il Napoli prova subito a rimettere le cose a posto con due conclusioni da fuori: la prima di Insigne con Dragowski che blocca centralmente, la seconda con Zielinski che fa la barba al palo. Al 30′ Ospina deve volare per salvare la palla sulla linea di porta su un colpo di testa ravvicinato di uno scatenato Chiesa. Due lancette d'orologio più tardi Cutrone spaventa nuovamente il San Paolo con un gran gol sul primo palo, ma l'urlo di gioia dell'ex rossonero viene strozzato dalla bandierina alzata del guardalinee. Nel finale Ospina deve nuovamente impegnarsi per evitare la rete su una conclusione velenosa dal limite di Benassi.

Secondo tempo - La ripresa entra subito nel vivo con Insigne che prova a pescare dal cilindro il gol del pareggio, ma il suo destro dal limite sbatte sul palo esterno. 4′ più tardi, però, la grandissima occasione di Chiesa servito da Castrovilli al termine di uno scambio da cineteca. A tu per tu con Ospina, il numero 25 viola si lascia ipnotizzare. Gattuso prova a giocarsi la carta Demme al posto di un arrabbiatissimo Allan, ma il tedesco si fa vedere solo con un tiro di destro alto sopra la traversa. Il Napoli insiste, prova a chiudere la Fiorentina nella trequarti. Iachini cerca allora di mettere in campo forze fresche: fuori Cutrone, dentro Vlahovic. Il serbo ci mette un'eternità ad entrare in partita, ma al 74′, nel momento migliore della squadra di casa, si inventa un tiro a giro da dentro l'area di sinistro col pallone che si insacca sotto il sette più lontano. E' il colpo di grazia alle già fragili certezze del Napoli che da quel momento in poi attacca in maniera confusa senza mai rendersi realmente pericoloso dalle parti di Dragowski. Finisce così tra i fischi del San Paolo e lo sguardo perso nel vuoto di Gennaro Gattuso.

E' FINITA!!! LA FIORENTINA SBANCA IL SAN PAOLO 2-0!!! QUARTA SCONFITTA CONSECUTIVA IN CASA PER GLI AZZURRI CHE TRA LE MURA AMICHE NON VINCONO ADDIRITTURA DAL 19 OTTOBRE SCORSO!!! FISCHI COPIOSI DAGLI SPALTI!!! VIOLA CHE CON QUESTI TRE PUNTI AGGANCIANO IN CLASSIFICA I PARTENOPEI!!! 

Cambio di panchina: Viola ok, Napoli out

La vittoria della Fiorentina a Napoli potrebbe portarci a una conclusione definitiva (forse un po’ troppo), e cioè che il cambio Montella-Iachini ha funzionato, dato una nuova spinta ai viola, magari non un gioco straordinario ma comunque efficace, mentre il cambio Ancelotti-Gattuso è stato fallimentare e ha ulteriormente aggravato la crisi del Napoli, ormai perso nelle zone meno nobili della classifica. Il Napoli ha fatto un considerevole passo indietro rispetto alla partita già perduta contro la Lazio per un errore di Ospina, non riesce proprio a entrare in partita, soffre, subisce l’avversario. Certe tensioni interne stanno riafforando, i cambi di modulo e preparazione non hanno dato risultato. Gattuso appare abbastanza nervoso e depresso.

NAPOLI - La crisi del Napoli è ufficiale. Non ci sono attenuanti: è una squadra alla sbando. Niente da fare, questo Napoli non tira. Non bastano le buone intenzioni dichiarate, occorre vincere per ritornare ad essere convincenti. Sugli spalti del San Paolo ci sono poche decine di migliaia di spettatori, sparsi nei vari settori. Il Napoli non sa più vincere davanti ai propri tifosi. Al San Paolo, nella prima giornata del girone di ritorno, la squadra di Gennaro Gattuso si inchina alla Fiorentina per 2-0. Per gli azzurri, che tra le mura amiche non vincono addirittura dal 19 ottobre scorso (2-0 al Verona), arriva la quarta sconfitta consecutiva. La viola, invece, trascinata dalla classe di Federico Chiesa e dalla grinta di Gaetano Castrovilli e di Patrick Cutrone (titolare!), porta a casa la seconda vittoria consecutiva in campionato, la terza in una settimana se si conta quella su l'Atalanta in Coppa Italia. Toscani che agganciano i partenopei a quota 24 punti. E nel postpartita arriva la decisione del Napoli: squadra nuovamente in ritiro, dopo quello a novembre che provocò l'ammutinamento della squadra e la rottura con il presidente De Laurentiis.

Gattuso: c'è una frase che preoccupa - C’è una frase di Gattuso, però, che spaventa e agita i tifosi del Napoli più delle altre. “Io ho giocato tanti anni con gente che mi stava antipatica, ma in campo ero disposto a tutto per i compagni, in campo mettevo tutto a disposizione degli altri. Se qualcuno ha perso entusiasmo, se non vuole rimanere, se è ferito da multe, dobbiamo ritrovarci. Ognuno va dove gli pare”. Insomma: ci sono frizioni, alcuni giocatori si detestano, non c’è armonia di squadra. E anche con la proprietà la tensione è palpabile.

RIVINCITA DELLA VIOLA - La Fiorentina si prende così la rivincita dopo la rocambolesca gara dell'andata chiusa tra le polemiche per un rigore inesistente concesso ai partenopei. Era, però, il Napoli di Carlo Ancelotti destinato, almeno sulla carta, a contendere lo scudetto alla Juventus di Sarri. Un girone più tardi sulla panchina azzurra non c'è più Carletto, ma Rino Gattuso, e la classifica narra di un Napoli lontanissimo dai campioni d'Italia (è di 24 punti il ritardo dai bianconeri con una gara in più) e con la zona Champions che al momento appare come un miraggio (-11 dal quarto posto). Era, però, la Fiorentina di Vincenzo Montella che con Ribery da lì a poco avrebbe fermato Juventus e Atalanta e vinto a San Siro contro il Milan. Poi la crisi, l'umiliazione di Cagliari (5-2) e l'esonero del tecnico campano con l'arrivo in panchina di Iachini che non aveva ancora battuto Gattuso e che contro il Napoli non vinceva addirittura da cinque anni.

NAPOLI CI SEI? 

Numeri impietosi. Che fanno pensare al peggio. Una serie di sconfitte che mettono seriamente a rischio la permanenza in serie A. Diventa difficile capire contro chi può vincere il Napoli in questo campionato. Mentre Iachini è stato bravo a cambiare il passo della Fiorentina, Gattuso è ancora molto indietro. Si pensava di poter ripartire dal secondo tempo del match con la Lazio della scorsa settimana. Ed, invece, gli azzurri hanno fatto dei passi indietro rendendo la vita facile alla Viola. Che ha sì giocato una partita perfetta trovando in Chiesa e Castrovilli due mostri sacri, ma sfruttato al massimo i limiti di una avversaria che non sa come uscire dalla crisi. Se poi in quelle poche occasioni da gol si sbaglia pure allora seriamente c’è il rischio di finire nelle sabbie mobili della zona retrocessione. È sempre malato il Napoli. La cura Gattuso proprio non funziona. Pensava il calabrese che con il 4-3-3 potesse fare meglio di Ancelotti. Ed, invece, sta facendo peggio. Solo tre punti incassati in cinque partite di serie A. Di sicuro le assenze importanti in difesa non lo stanno aiutando ma anche lui ci mette del suo. Come quando ha deciso inizialmente di schierare Luperto a sinistra e Di Lorenzo a destra. Dopo il gol di Chiesa, poi, ha scelto di mettere ognuno al suo posto spostando Hysaj a sinistra con l’ex Empoli a destra e il giovane leccese al fianco di Manolas. Qualcosa è cambiato. Ma niente di che. Anche perché dal centrocampo in avanti il tema di manovra è stato monotematico. Nel primo tempo si è cercato sempre Callejon che scappava dietro al terzino. Lo spagnolo c’è riuscito bene una volta ma da solo davanti al portiere ha sbagliato la mira.

Forse aveva ragione Ancelotti 

Lorenzo Insigne. È lui il giocatore più tecnico del Napoli e quindi i compagni speravano in qualche colpo di magia. Il capitano ha provato un tiro dalla distanza che ha colpito il palo. L’ennesimo. Ma anche lui non è stato all’altezza della situazione. Una prestazione generale, quindi, insufficiente che non fa pensare a niente di buono per il match dei quarti di Coppa Italia con la Lazio di martedì e la sfida alla Juventus di domenica sera sempre al San Paolo. C’è il pericolo di uscire dal trofeo tricolore vista la forma incredibile della Lazio (ieri cinque gol alla Samp e undicesimo successo consecutivo) e di prenderle di santa ragione dall’amico Sarri che di certo non farà sconti. C’è poco da stare tranquilli, quindi, in casa Napoli. Non ce ne voglia Gattuso, ma la scelta di De Laurentiis di chiamarlo al posto di Ancelotti risulta momentaneamente sbagliata. Ci si era illusi per ciò che si era visto contro la Lazio nella ripresa. Ma tutto è sfumato contro l’organizzazione della Fiorentina. Che ha avuto vita facile. Dire che il patron avrebbe fatto bene a tenersi Carletto è sbagliato, ma di certo l’avvento di Ringhio sta spingendo il Napoli sempre più giù in classifica.
Credo che Ancelotti avesse ragione, non possiamo dargli tutte le colpe se continuava ad insistere con il 4-4-2. Il Napoli non ha un regista. I giocatori si saranno anche messi a disposizione dell’allenatore calabrese ma di passi in avanti neanche a parlarne. Forse se ci fossero stati Koulibaly, Maksimovic e Mertens qualcosa in più si sarebbe potuto vedere, ma purtroppo i tre non riescono a recuperare. Un handicap che unito alla mancanza di idee tattiche e voglia di combattere sta facendo danni enormi. Chissà se il presidente si starà mangiando le mani per aversi affidato ad un allenatore sì bravo ma troppo innovativo a livello di gioco per poter uscire dalla crisi.
Ringhio si aspettava che tornando al modulo di Sarri si potesse migliorare in fretta. Ma è rimasto deluso.