Per la prima volta in Serie A, non ci sarà il ritorno. Mi spiego.

Su twitter, l'account _justhewayouare ci informa che "l’epidemia più pericolosa è il pressappochismo che ormai dilaga a tutti i livelli. La gente si improvvisa a far tutto perché pensa di saper tutto". Siccome non voglio passare per pressappochista, e i miei articoli lo dimostrano, cercherò prove per una tesi audace ma comprovata. 

Il ritorno del nostro campionato nazionale, quest'anno non ci sarà, sarà una seconda andata, a campi invertiti, dove potrà succedere di tutto. Proviamo a capire cosa accadde nel 2018/19 quando le vittorie in casa furono il 43.68 %, i pareggi furono il 28.42 % e le vittorie in trasferta furono il 27.89 %. Nell'anno successivo (il covid non era ancora lo spauracchio che è adesso) le vittorie in casa furono il 41.58 %, i pareggi furono il 22.37 % e le vittorie in trasferta furono il 36.05 %. Quest'anno (in pieno covid e senza tifosi) le vittorie in casa sono state il 39.15 %, i pareggi sono stati il 26.46 % e le vittorie in trasferta sono state il 34.39 %. Si nota subito come il fattore campo non sia determinante, tanto che sono scese le vittorie e sono aumentati i pareggi. Senza tifosi il fattore casa presenta risultati più aleatori. Spesso, giocatori con poca personalità giocano meglio, cosa che non succede quando una media di quarantamila tifosi ti fischia per un passaggio sbagliato.

Così tre anni fa la Juventus prima in classifica al giro di boa (espressione che nasce nel linguaggio nautico e indica la virata attorno a una boa durante una regata) aveva 53 punti con diciassette vinte e due pareggi, l'anno scorso ne aveva 48 con quindici vinte, tre pareggi e una sconfitta, quest'anno il Milan ne ha 43 con solo tredici partite vinte e due sconfitte. Anche qui viene facile una considerazione, ossia quell'incertezza nella formazione dovuta all'assenza per covid di molti giocatori, che ha tolto punti un po' a tutte le squadre soprattutto a quelle con una panchina non all'altezza.

Ci sono altri dati curiosi. Tre anni fa (2018/19) il risultato di 1 a 1 uscì 43 volte, mentre il secondo risultato con maggior frequenza fu il 2 a 1, che uscì 39 volte, l'anno scorso l'1 a 1 uscì 36 volte e fu il terzo risultato con maggior frequenza, mentre il primo fu il 2 a 1 (47 volte) e secondo fu l'1 a 2 (41 volte). Quest'anno l'1 a 1 (risultato più frequente) è uscito 21 volte e il secondo risultato più frequente è stato l'1 a 2 uscito diciotto volte, con la sorpresa di partite finite con numerosi gol. Anche qui potremmo fare una riflessione semplice, ossia constatare che senza pubblico, con formazioni spesso raffazzonate e con giocatori spesso fuori forma, ricordiamoci che quest'anno non è stata fatta la classica preparazione, spesso il risultato non è scontato
Continuiamo con l'ultimo dato: tre anni fa la prima in classifica, a fine girone di andata, totalizzò 38 reti subendone 11, l'anno scorso 37 gol fatti con 18 subiti e quest'anno il Milan ha realizzato 39 reti subendone 22. In linea sono le reti realizzate, a variare sono le reti subite. Perché?

A conclusione, potrei riportare altre statistiche, ma non voglio tediare con i numeri, quest'anno non c'è certezza, l'inimmaginabile è sempre dietro l'angolo e quindi mi risulta difficile credere che avremo un ritorno in linea con l'andata. Credo sia più probabile vedere un secondo campionato di diciannove partite, una seconda andata.
Come diceva il neuropsichiatra Dispenza: "fai in modo che il tuo intento sia chiaro, ma lascia i dettagli del “come” realizzarlo all’imprevedibile campo quantistico". 
Le variabili portate dal covid sono davvero tante, perché dovremmo fare pronostici?