Anche Paulo Dybala si iscrive al club dei parametri zero. Alla faccia dei bei discorsi, delle smentite.
La verità è che finché queste sono le regole è normale che succeda. Normale non vuol dire giusto, anzi. Anche se si vuol far finta di niente. Siccome è la j, adesso tutti si affrettano a dire che è la società che l'ha lasciato andare. In realtà è sempre la stessa storia. Come Donnarumma, Calhanoglu e ora Kessie: stesso copione e stesso finale. In mezzo un sacco di balle e tifosi sempre meno convinti. Ci vorrebbe che anche le società lo capissero. In fondo che affare ha fatto l'Inter con Calhanoglu? Il PSG con Donnarumma? D'altra parte la strada l'ha tracciata Balotelli che con il fido Raiola ha girato mezza Europa, collezionando euro invece che trofei.

Da lì in poi ci siamo talmente assuefatti a storie di questo livello che qualcuno ha iniziato a dare la "colpa" alle società invece che ai giocatori. Giova in questo caso rammentare che i parametri zero sono sempre esisti, ma è solo da pochi anni che liberarsi a zero è divenuta pratica comune. Evidentemente la crisi finanziaria spinge le squadre a caccia di affari ma è altrettanto evidente che per tanti i soldi sono divenuti il fine invece che la conseguenza. Il che magari vi sembra un'ovvietà e probabilmente lo sarebbe se non parlassimo di qualche milione in più (o in meno) spesso in cambio di zero trofei.
Contenti loro, contenti voi?