Gli anni 90 sono stati gli anni del mio calcio, già quando ho cominciato a seguirlo da tifoso, si juventino da sempre, ma devo dire che un giorno in una gara europea, tra due squadre straniere, rimasi folgorato da una squadra che non era uno squadrone, ma che lottava contro uno squadrone del suo campionato, che in quel periodo era tra i padroni incontrastati sia nel suo campionato che in Europa. Chi era la squadra che folgorò i miei occhi da bambino? Il Chelsea.

Era gli anni in cui Roman Abramovic era ancora in Russia e non aveva ancora sorvolato con il suo aereo privato lo Stanford Bridge, che lo portò a comprare il club soprannominato blues, dal colore della sua maglia, arrivando due anni più tardi del periodo del quale sto per raccontarvi. Ricordo che in quella squadra, più normale che normale, c'erano due giocatori che stimavo moltissimo e che erano, almeno per me, fortissimi; Il primo era Gustavo Poyet, centrocampista esterno destro uruguaiano, un motorino che non si stancava mai, correva in lungo e largo per tutto il campo, nonchè uno che segnava e non poco, se pensiamo che ha segnato qualcosa come 36 reti nei suoi 4 anni nel club (1997-2001). L'altro giocatore era anch'esso un centrocampista, che però è divenuto storia nel club, capitano di lunga data e colonna portante per oltre dieci anni (1990-2001). Chi era questi? Dennis Wise. Inglese e centrocampista generoso, che il club aveva riportato in Inghilterra da un club sconosciuto svedese, dove sembrava non riuscire a sbocciare, e che invece passando in blues è divenuto una autentico pilastro negli anni. Io ho vissuto quel 1997-2001 quando a centrocampo c'erano proprio i due, Wise giocava al fianco di Roberto Di Matteo, davanti la difesa, l'altro da esterno instancabile. In quella squadra c'erano anche giocatori importanti; Frank Lebouf, Gianluca Vialli, Mark Hughes, Frank Sinclair, Gianfranco Zola, ma diciamo che molti erano verso la fine della carriera, quindi molta esperienza, che valse in quei 4 anni la vittoria della Coppa delle Coppe e la Supercoppa Europea contro il Real Madrid entrambe nel 1998, più una Coppa d'Inghilterra 1997, una Coppa di Lega 1998. Quel Chelsea era la mia seconda squadra preferita, dopo la mia amata Juventus, seguivo ogni sua articolo, ogni formazione, ogni piccolo ritaglio. Avevo uno zio che viveva in Inghilterra, proprio a Londra, tifosissimo dell'Arsenal, che una volta al mese mi spediva delle scatole piene zeppe di ritagli di quella squadra e dei due giocatori preferiti, ancora oggi ne conservo gelosamente ogni minimo ritaglio, nella stanza dei ricordi della mia abitazione dei miei genitori, sono più di sedici anni che non la apro più, ma non importa, quel Chelsea era davvero una squadra che mi piaceva un sacco, al contrario dall'arrivo di Abramovic, quindi quando la squadra è diventata tra le più ricche di tutti non mi è più interessato nulla, alla fine la cosa bella era proprio vedere come una squadra normale avesse spodestato in Europa il Real Madrid, era orgoglio per un sostenitore che seguiva da lontano le vicende di quel club che da li a breve avrebbe preso la strada delle più ricche del mondo, ma la magia era proprio in quel decennio che la moneta era molto meno importante, ma che ha portato quei trofei con tutte le sue forze. Ken Bates un imprenditore folle, che no era amato dalla tifoseria blues, ma che nella sua pazzia aveva trasformato quella squadra più che normale in uno squadra ammazza grandi, il resto dal 2003 in poi non mi è più interessato, ma porterò sempre con me quel ricordo, quella maglia blues larga e le corse di quella squadra che appassionava quel ragazzino che come idoli aveva scelto Wise e Poyet.