Lunedì 28 aprile ore 10

La quiete sembra essere di casa, stamane nessun rumore, nessuna parola, afferro il mio guanciale e sospiro. Wow che favola posso stare ancora nel letto in tranquillità, la mia moretta dorme beata, quindi anche lei non ha avvertito nulla di strano. Il suo viso è così rilassato, anche se mi verrebbe una voglia di sfiorare quel viso, ma credo debba continuare il suo sogno o sonno che sia, la giornata per lei è più lunga della mia, visto che sì ci dividiamo il tutto durante il giorno, tra le pulizie, i bambini,i l cucinare, e tutto quel che concerne la vita casalingha di questi periodi, ma la sera se mio figlio più grande si mette a letto e legge i miei vecchi giornaletti di Dylan Dog la più piccola è più difficile da convincere, la canzoncina delle apine che gli girano sopra non sembra più funzionare, e tra la canzoncina che spesso le canta per addormentarla e lo sbattimento di dondolare alla fine su quel letto si addormenta prima lei che la bimba. Ma ieri sera, tra le tante serate tra biberon e canzoncine, mio figlio mi fa...Papà potresti raccontarmi una storia? Non era mai successo per lui che è un divoratore di libri, fosse anche quello della Bibbia. Così,anche per il periodo che sta per arrivare, gli dico...Ti racconto la storia della Fava e del Pecorino.

Come ogni anno la signora Fava e il Signor Pecorino s'incontravano per condividere il loro piacere con quello degli umani, ma si accorsero che qualcosa cominciava a non andare come doveva. La Fava si trovava nel suo orto, ma vedeva che nessuno andava a prenderla, così cominciò a pian piano cominciò a sentire che la secchezza la stava cominciando a seccare, la sua codina era pian piano divenuta giallognola, ma sapeva che fin quando non si fosse staccata dalla sua pianta non si sarebbe seccata, ma la preoccupazione le saliva ad ogni giorno che passava. Poco distante c'era un casolare, dove al suo interno una forma di Pecorino stava finendo il suo periodo di stagionatura e riposava sonnecchiando. Ma un dì spogendo il suo sguardo verso la finestra, anche perchè era da un bel po' che non vedeva più un umano che sia uno andare a controllare se la sua stagionatura fosse terminata, si accorse che la sua amica Fava stava pian piano ingiallendo .La sua preoccupazione si tramutò in tristezza e dal suo cuore morbido fece scappare una goccia di latte che ancora viveva in lui. Passarono i giorni e la situazione non cambiava, se il Pecorino si rafforzava sempre più la Fava stava pian piano lasciandosi andare, in balia del vento e della pioggia che la stavano portando ad un triste epilogo. Il Pecorino quindi decise una strategia, si guardò intorno e calibrando tutto quel che c'era nel casolare, pesò di far carabolare un rastrello sul una pedana che a sua volta avrebbe preso un attacca panni che cadendo avrebbe aperto la porta. Così fece, e in un ruzzolone riuscì ad uscire rotolando di taglio dal casolare e e dirigersi su quella strada sterrata e ondulata arrivando a pochi metri dalla sua amica Fava... "Ehi! Sono qui!" La Fava sembrava non rispondere: "Ehi,lo so che il momento non è dei migliori, ma sarebbe bello vedere un sorriso al tuo migliore amico, non credi?" Niente, la Fava non sembrava rispondere, forse il Pecorino era arrivato troppo tardi? Ma una leggera pioggerellina sembrava,sembra far miracoli, un colpo di tosse, ed ecco che la Fava si riprende. "Caro Pecorino,come stai? Quest'anno forse non c'incontreremo, sono troppo debole e i miei frutti tra poco si lasceranno marcire". Il Pecorino però sentendosi forte dalla sua stagionatura, rispose: "Stai tranquilla, vedrai che qualcuno si ricorderà di noi, a breve ci verranno a prendere, l'uomo non può fare a meno di noi, soprattutto insieme in questo mese e soprattutto in quel 1° maggio che ogni hanno ci tributa una festa". Ma la Fava sconsolata si lasciò scappare: "Non credo caro amico, quest'anno non potrò accompagnarti ,mi dispiace". Il Pecorino in quel frangente si stava bagnando sotto la pioggia, adesso anche lui era in pericolo, già sapeva che una parola di conforto per la Fava sarebbe stata di buon auspicio, ma non aveva pensato che uscendo dal casolare anche lui si sarebbe messo in pericolo dalle intemperie del tempo. Così passaro altri due giorni, la Fava continuava ad invecchiare e il Pecorino ad avere le prime lacerazione, ma sembrava ancora forte. La vita dei due amici sembrava arrivare al capolinea, l'uomo non si vedeva e alla fine all'unisono decisero di dirsi tutto quello che avrebbero voluto dirsi in un momento così triste. La Fava fu la prima ad esprimere tutto il suo dolore: "Sai penso a quando lo scorso anno mi raccolsero e ci fecero incontrare su quel tavolo, era una giornata simile, c'era anche il dottor Vinello Rosso che ci accompagnava, ricordi le risa di quella gente che si perdeva tra un boccone e l'altro nel nostro sapore?" Il Pecorino leggermente acciaccato e con parecchi fori sulla sua armatura e con uno sguardo verso quel casolare che lo avrebbe tenuto vivo ancora a lungo,rispose.: "Eh già mia cara amica, lo ricordo con gran piacere, ma ora credo sia arrivato il nostro tempo. Sono uscito da quel casolare per consolare una amica, e ora la sto accompagnando alla fine, portandomi alla fine anche io, ma come ben saprai io non posso vivere senza di te in questi periodi ,quindi se tu vai via, io vengo via con te" La fine sembrava arrivata,i due non sarebbero sopravvisuti ancora a lungo, ed anche gli uccelli che si aggiravano poco sopra sembravano pronti a mettere la parola fine. Ma quando tutto sembrava giungere ad una fine lenta e agonizzante ecco che una voce li sveglia. "Eccomi belle mie, sono arrivato a portarvi in salvo". Era la voce del contadino che spiegò alle sue belle e adorate Fave: "Purtroppo anche a me è toccato beccarmi questo Covid e alla fine sono duvuto stare lontano da voi per tutto questo tempo, spero mi perdonerete". Quando si ritrovò sulla strada dove c'era il Pecorino "E tu cosa ci fai qui ? Che fossero arrivati i ladri? Ma dopo aver controllato il casolare e aver accertato che nulla mancasse, ritornò dal Pecorino: "E' proprio vero che non sapete staccarvi l'uno dall'altra eh?". E dopo aver fatto l'occhiolino alla sua amica Fava, il Pecorino fu portato su un tavolo poco fuori dal casolare... Il Contadino poi tornò sul posto e guardando quella Fava che pian piano stava lasciandosi andare le disse: "Non ti preoccupare,adesso ci penso io". Così dopo averla accarezzata, estrapolò tutta la sua pianta e la mise in un vaso e messa in sotto il casolare proprio vicino al Pecorino. Quel giorno il contadino raccolse tutte le fave e dopo averle caricate insieme a tutte le forme di pecorino, si precipitò al mercato generale dove la gente coperta da mascherina e guanti la prese acompagnata dal suo fedele amico Pecorino. Intanto da quel casolare, la Fava si era ripresa e così torno a parlare con il suo amico Pecorino che nel frattempo era stato liberato da quelle ammaccature. I due vissero sempre insieme e ancora oggi portano il sorriso su tutte le tavole italiane. Il contadino ancora oggi si chiede come fosse possibile che quella forma di Pecorino sia uscito da quel casolare chiuso e arrivato fino alle piantagioni di fave, ma dopo un bel bicchiere di vino rosso e un po' brillo, rivolgendosi verso il Pecorino: "Lo so perchè sei uscito dal casolare, perchè non puoi fare a meno della tua amica Fava. E come si dice, con Fava e Pecorino ci sta bene un bel bicchiere di Vino, con Pecorino e Fava la felicità cantava".

Quindi come è finita la storia papà? E' finita che come dice un proverbio: "Chi sta fermo in casi avversi, buon amico è da tenersi". Quindi che un amico vero è quello che non ti lascia mai solo nemmeno nel momento peggiore.