- LA TELEFONATA
Oggi ho l'umore un po' così. Intendo quello di questi giorni quando vedo mio padre e mia madre andare al lavoro con guanti di plastica e mascherine. Ieri però è arrivata la telefonata che tanto stavo aspettando: mia zia ha chiesto ai miei di andare da lei per vedere la piccola cuginetta nata il 31 di marzo a Trento. In tutto questo tempo non l'ho ancora vista se non in fugaci scatti a colori del telefono. Sono impaziente e sclapito. Mi piacciono i bambini. Sono sempre stato un coccolone anche con i miei fratelli.
Ora però è diverso: quando sono nati i miei fratelli avevo 2 e 4 anni, ora invece ne ho 13. Sono più consapevole. Aspettavo questo momento da quando alla fine dell'estate appena trascorsa mia zia ci ha annunciati di essere incinta. Noi siamo letteralmente esplosi di gioia: non ci speravamo più. Ci eravamo rassegnati ormai da tempo ad avere solo due cugine e invece... sorpresa! Dovremmo partire tra due giorni se tutto va bene. E' un viaggio di poco più di un'ora e mezza da Riva del Garda a Clese, quindi partiremo verso le otto e mezza del mattino per sfruttare al meglio ogni attimo.

- LA BAMBINA
Siamo arrivati finalmente. Esco dalla macchina e respiro a pieni polmoni quella bella aria fresca mattutina prima di mettere la solita fastidiosa mascherina. Non è la prima volta che la metto, ma mi ci devo ancora abituare. Do un ultimo sognante sguardo al grande lago di Santa Giustina con il riverbero accecante del sole sulle acque calme del bacino, poi entro in casa: non è molto grande, è un bilocale con un salottino, una cucina e un tavolo tutto in una stanza. Poi c'è un bagno e la camera da letto. Appena entrati veniamo accolti con sorrisi e abbracci a distanza: una situazione surreale. Poi finalmente quello per cui eravamo venuti fin lì: la bambina. Un piccolo fagotto da cui spunta il bel faccino della neonata, che sembra un po' spaventata da tutti noi con le mascherine. In effetti sembriamo quasi dei robot: l'unica parte del corpo scoperta è la fronte. Un  po' strambo come primo incontro. Poi però il volto paffuto della piccola si distende in un sorriso sdentato. E' così carina! Gli zii hanno preparato un piccolo rinfresco con patatine e wafer al cioccolato. Da bere c'è un succo piuttosto strano, di un colore rossastro. MIa zia ci invita ad assaggiarlo. Lo ha fatto lei. E' molto brava a cucinare e conosce ogni tipo di erba commestibile. Assaggiamo il succo. Proviamo ad indovinare: "lampone? Fragola? Ciliegia?" ad ogni tentativo la risposta è sempre la stessa: "no". Mia zia ha stampato in faccia un sorriso compiaciuto. Alla fine ci arrendiamo e lei ci rivela che era rapa rossa! Di solito non vado matto per le rape... però quel succo è davvero buono! Forse perché è dolce...
Intanto la piccola ha cominciato a piangere e urlare e ad agitare le manine contro il soffitto come volerlo prendere a pugni. Mia zia se la attacca al seno e la neonata non emette più suono. Finita l'ora della pappa arriva l'ora del cambio pannolino. Noi riusciamo a svignarcela e visto che è quasi ora di pranzo e nostra nonna ci sta aspettando, gli abbiamo riferito che li avremmo aspettati al paese dove abitano i nonni. 
Evviva tolgo la mascherina! Non ce la facevo più, stavo soffocando con quella cosa davanti al naso e alla bocca. Saliamo in macchinae ci avviamo. E' un viaggio di circa 15 minuti ed i miei fratelli non vedono l'ora di mangiare (come al solito). L'unica cosa che ho in testa però è la bambina. Aspettavo da anni un altro cuginetto o un fratellino e ormai avevo perso le speranze. La vita però riserva sempre un sacco di sorprese...

- IL NIDO DEI MERLI TRA I MELI
Arriviamo che è circa mezzogiorno, mia nonna ci viene incontro a braccia spalancate e poi, come colpita da un  fulmine, si arresta e si limita a sorriderci ad a mandarci baci con  le mani. Adoro mia nonna. Ci vizia sempre ma soprattutto è sempre gentile e bendisposta verso tutti. La sua cucina poi... è il massimo. Nell'aria ferma e senza rumori aleggia un intenso profumo di carne alla griglia. Poco dopo arrivano anche gli zii con la piccola e ci mettiamo a mangiare. Abbiamo sistemato un  piccolo tavolo sotto un ramo basso del vecchio ciliegio solo per me e i miei fratelli. Mangiamo salsicce, bacon, bistecche... abbiamo la pancia talmente piena che ci pare di poter esplodere da un momento all'altro. Mentre siamo lì a sonnecchiare come farebbe un pitone dopo aver ingoiato una mucca, un piccolo uccello di colore nero scuro ci si avvicina: è un merlo. Ci guarda come se ci stesse studiando o come se si chiedesse che cosa fossimo. Resta lì così, a fissarci per un buon minuto poi, visto che noi, stravaccati comodamente sulle nostre sedie non diamo segno di vita, se ne va con aria seccata. Le foglie del ciliegio frusciano dolcemente agitate da una leggera brezza fresca che ci culla con le sue morbide e avvolgenti carezze portandoci tra le braccia di Morfeo.
A svegliarci è mia nonna che ci chiede se vogliamo andare a farci un giro per i campi di meli lì sotto e passare da quello che noi chiamiamo "il tubo sospeso". Noi accettiamo di buon grado anche perché è un occasione di stare lontano dagli occhi, ma soprattutto dalle orecchie dei genitori. Appena fuori portata, infatti, ci mettiamo a raccontare a nostra nonna tutte le problematiche di casa. Una tra tutte: i genitori sono assillanti. E' questo il principale argomento di conversazione con lei. Mia nonna ascolta senza interromperci poi ci dà come al solito i suoi preziosi consigli. Lasciamo la stradina asfaltata per addentrarci nella selva di "pomari" come li chiamano lì. "Ehi guardate là" esclama la nonna indicando un punto tra le piante. In un  primo momento non vedo niente, poi scorgo a mezza altezza un piccolo ammasso di paglia: è un nido! Ci avviciniamo cautamente e ci troviamo all'interno tre piccole uova ovali di un colore azzurrognolo e con dei piccoli puntini grigi. Capisco subito che quello è il nido di un merlo. Dopo quella scoperta stiamo più attenti e apriamo bene gli occhi in cerca di un altro nido. Scandagliamo con lo sguardo ogni singolo albero ma non ne troviamo altri. Peccato avrei voluto vedere delle uova già schiuse ma fa lo stesso...
CONTINUA...