Sì, bisogna proprio ringraziare il sistema calcio tedesco per questo weekend, eccezionalmente normale. 
È un sentimento che lega tutti noi, calciofili di tutta Italia, e del mondo, quello che proviamo verso la Germania in questo momento; dopo due mesi di repliche stantie, di partite più o meno recenti, di notizie contraddittorie e di piattume emozionale, abbiamo finalmente ricevuto una scossa. Un fremito, un piacevole brivido nel vedere rotolare un pallone su un prato verde.
Certo, mi direte voi, senza pubblico non è la stessa cosa!
Come darvi torto...
Se ne percepiva l’assenza; è stato un po’ come guardare un quadro senza cornice, in questo caso però, pur sapendo che mancava qualcosa abbiamo continuato a guardare il quadro, a contemplarlo, perché é quella l’opera d’arte, la cornice serve solo a farlo risaltare.
E poi di arte ce n’è stata, c’è stato uno spettacolo, c’è stata la curiosità che solo la novità sa destare; non abbiamo visto l’ennesima copia scolorita di una partita del decennio o del secolo scorso, no, dopo due mesi abbondanti il calcio è andato avanti, tutti noi forse, guardando quel pallone rotolare, siamo andati avanti.
Inutile sottolineare oltremodo l’importanza propedeutica dello sport, e in particolare del calcio, in Germania l’hanno capito, mi auguro succeda lo stesso anche da noi.
Dovremo abituarci per un po’ a sonorità diverse, ad un colpo d’occhio scarno e deprimente, ma non è il momento di fare gli schizzinosi, chi si accontenta gode, e io ho goduto, parecchio. Per un appassionato di calcio, prima che tifoso, come non godere per il gol di Halaand (strano) nel suo primo derby della Ruhr, per le geometrie di Florian Neuhaus (centrocampista del Gladbach), per il mancino avvelenato di Philp Max (terzino dell’augsburg), o ancora per il gol di Ibisevic che a 35 anni continua a dire la sua, fino all’ininfluente gol dell’ 1 a 3 di Andre Silva, buono solo per il tabellino marcatori.

Ce ne sarebbero molti altri da menzionare nel sabato di Bundes, da Pleà e il suo gol a bruciapelo (36 secondi), al gol del 2-1 di Koch nel recupero contro il Lipsia, annullato giustamente dal Var per fuorigioco.
A seguire arriva il Bayern che batte 2-0 senza troppi affanni batte l’Union Berlin; mentre domani sera Werder Brema e Bayer Leverkusen chiuderanno questa strana giornata di calcio tedesco; consiglio spassionato, seguitela, é una partita storicamente divertente e se vi servono due incentivi ve ne do uno per squadra: Kai Havertz, centrocampista del Bayer, tra i migliori giovani d’Europa e Milot Rashica, attaccante kosovaro del Werder rapido e tecnico. Se questo non vi dovesse bastare c’è sempre il motivo più ovvio, la classifica, che in questo momento della stagione inizia a pesare. Il Bayer punta l’Europa che conta, mentre il Werder naviga in acque pericolose, é penultimo.

Che bella parola, “classifica”, finalmente si torna a giocare, e lo si fa per conquistare vittorie e titoli, per trionfare in una stagione quantomai complicata e sofferta. Vincere in questo momento e probabilmente nei prossimi mesi non avrà più il dolce sapore di sempre. Non ci sarà la folla da aizzare, da godersi e guardare impettiti dopo una vittoria, come dei gladiatori in un’arena polverosa; la vittoria avrà un significato diverso, più profondo, più mentale, astratto e viscerale.
E sarà la vittoria di tutti noi se riusciremo ad apprezzarlo, ad apprezzare questo bellissimo sport che é un inno alla creatività, alla forza, al cuore e al pensiero. É la forma d’arte più completa e complessa che esista. 
Mi è mancato tutto questo, e aspetterò che torni in tutto il suo splendore, fino ad allora, godiamocelo così com’è. 
D’altronde il calcio è sempre stato strano, adesso lo è solo un po’ di più.