LA FEDE COME STILE DI VITA
“Ho scelto la maglia numero 33 perché sono credente e religioso”. Così si presenta “Berna” alla Juventus, ormai tre anni fa.  
La sua vicinanza alla religione inizia da lontano, da Carrara, la città dove è nato il 16 febbraio 1994, luogo nel quale è stato educato dalle suore oltre che dalla sua famiglia. Da qui la sua umiltà, il suo essere sempre rispettoso; mai una parola fuori posto o una dichiarazione controversa. 
Un ragazzo elegante nei modi ma dall’anima rock: la sua passione per i tatuaggi (rigorosamente in bianco e nero) incontra la religione come racconta il volto di Gesù disegnato sul costato, ennesima prova di quanto la fede gli sia entrata dentro, letteralmente sotto pelle. 

FEDE AL DITO DELLA SIGNORA 
È il 24 Luglio del 2017 quando Fede decide di sposare la causa della Vecchia Signora. Una trattativa piuttosto onerosa per le casse bianconere: 40 milioni di euro per sottrarlo alla Fiorentina, una delle squadre la cui rivalità con la Juve è tra le più accese.
La società campione d’Italia non poteva farselo sfuggire, dagli inizi in serie B con il Crotone alla maglia numero 10 della Fiorentina, Federico era cresciuto molto, tanto da attirare l’attenzione di molte squadre. Il flirt con la signora era nell’aria, si fiutava già da un po’, finché dopo un tira e molla ricco di suspense, Bernardeschi lascia Firenze per approdare a Torino.
“Brunelleschi”, (altro soprannome appioppato al talento di Carrara), tra contestazioni dei vecchi tifosi feriti nell’orgoglio, e supporter bianconeri che lo accolgono a braccia aperte, non cede a sensazionalismi: rimane il ragazzo di sempre, pacato e dai toni distensivi. 
All’epoca aveva 23 anni, ma la sua maturità andava ben oltre la carta d’identità. La Juve probabilmente, oltre che dalle doti di calciatore, è stata colpita dalle doti umane di questo ragazzo, che anche dopo aver fatto un passo così importante per la sua carriera è rimasto umile, ha rifiutato temporaneamente la maglia numero 10 della Juventus, (sfido chiunque a farlo), perché vuole meritarsela. 
Dedizione, umiltà, e un mancino scolpito nel marmo, queste sono state le promesse nuziali di Fede per la sua Signora.

JUVE, DEVI AVERE FEDE
Lo stile Juve... sapete a chi penso quando sento il termine “stile Juve”? Non ci crederete mai, visto che ci sto scrivendo un articolo, ma sì, proprio a lui: Federico Bernardeschi
Intendiamoci, è uno stile Juve un po’ rivisitato, più moderno e ribelle, non più lo stile ridotto all’osso, ordinato, quasi minimal degli anni dell’amatissimo Avvocato.
Ma passando oltre al suo modo di vestire e ai tatuaggi, lo stile Juve in Bernardeschi lo si percepisce sopratutto quando parla. 
Misurato, magnetico, mai banale nelle interviste, un Lord d’altri tempi; per mentalità e modo di fare dimostra più anni di quelli che realmente ha.
Nonostante le mie sviolinate, sento spesso molta gente insoddisfatta, perplessa, addirittura irritata nel vedere Fede indossare la 33 bianconera...
“Non è un giocatore da Juve!” ho sentito dire, con mia buona dose di stupore.
Forse non tutti si ricordano la partita con l’Atletico della scorsa stagione. Probabilmente la miglior partita della Juve dell’epoca Ronaldiana, che per l’appunto, non ci fosse stato l’extraterrestre portoghese, la palma di migliore in campo sarebbe andata di diritto a Bernardeschi. Partita impressionante, pressione spazzata via con una delle sue accelerazioni, assist dell’1-0, rigore del 3-0 conquistato con una zingarata, e applausi dello stadium per 90 minuti. Quel Bernardeschi non è da Juve?
In uno spogliatoio che ambisce ad essere vincente servono anche e sopratutto queste personalità, ma se non vi bastasse questo per convincervi che Berna sia “un giocatore Juve” proverò a convincervi parlando di campo.

Ma qual è il ruolo di Bernardeschi?
Il fatto di essere uno straordinario jolly è stato ed è ancora il suo problema più grande. Immagino che molti non saranno d’accordo, e che molti allenatori pagherebbero per avere un giocatore polivalente come lui, ma è stato sempre il suo limite più grande, ciò che non gli ha permesso di esprimersi per quello che è veramente: Bernardeschi è un centrocampista.
Dimenticatevi il Bernardeschi esterno d’attacco, quello terzino (edizione limitata) e perfino il Fede trequartista.
Troppo poco prolifico per fare l’ala, sprecato per fare il terzino e troppo lento nel breve per giocare dietro le punte, magari spalle alla porta. Bernardeschi ha un fisico statuario, una falcata poderosa e un tiro secco, balisticamente sublime, tutto questo abbinato ad un’ottima tecnica. Una mezz’ala moderna, offensiva, magari da schierare anche a piede invertito.
Certo, deve ancora migliorare nei tempi di gioco, (spesso tocca la palla qualche volta di troppo), ed andrebbe educato tatticamente tramite delle ripetizioni giornaliere dal professor Sarri.

Il processo del Bernardeschi centrocampista trova a maggior ragione terreno fertile perché, come sostengo da un po’, il centrocampo della Juve necessita di un bel restyling, quindi perché non cominciare proprio da chi c’è già in casa? Non penso possa fare peggio del raccapricciante Rabiot o dell’acciaccatissimo Khedira, magari una staffetta con Matuidi (dovrà pure rifiatare) potrebbe introdurlo gradualmente nel ruolo, senza troppo fiato sul collo. Con un campionato prossimo alla ripartenza e tante partite ravvicinate da giocare, chissà che Sarri non sia della mia stessa idea...
Che la scultura del Brunelleschi 2.0 abbia inizio, perché Juve, mai come adesso devi avere Fede.