Al primo mezzo passo falso, una buona parte della critica sportiva si è scagliata contro la nazionale. Nel giro di poche ore hanno accusato gli azzrurri di essere sazi, aver perso l'umiltà, essere fuori forma, giocare con gli uomini sbagliati... Il tutto senza che fossero passati 2 mesi dalla vittoria dell'Europeo. Evidentemente, al di là dei sorrisi di circostanza, questa vittoria non è andata giù ai detrattori in servizio permanente. Così quello che è chiaramente un infortunio - prendere un gol al primo e unico tiro in porta - diventa motivo di grande preoccupazione. Più laicamente, l'Italia, pur affrontando un avversario scarso e chiuso, ha giocato comunque benino, senza però riuscire con i cambi a dare quella sferzata che gli era riuscita agli europei. Tanti comunque gli assenti, da Belotti, a Pessina allo stesso Zaniolo, che sarebbe servito come il pane ieri. Domenica avremo più chiara la situazione, ma sinceramente non riesco a preoccuparmi.
Non mi piace invece questo modo di scrivere arrogante e ideologizzato di tanti giornalisti, pronti a gonfiarsi di retorica quando si vince quanto a sputare veleno quando le cose non vanno per il verso giusto. La nazionale italiana è stata inguardabile per decenni, con punte di horror nell'era Ventura. Al contrario Mancini ha preso una squadra di bravi ragazzi e pian piano li ha fatti diventare campioni d'Europa. Il tutto con buona pace dei top player che riempiono la bocca di chi scrive e le tasche dei loro procuratori. Anzi trovo che questa nazionale piena di giocatori di Sassuolo e Atalanta sia il miglior spot del calcio. Non solo non perde da 35 partite, è prima nel suo girone... Quando la Spagna faceva le stesse cose, ci sorbivamo - giustamente - interi articoli di celebrazione. 
Comunque se qualcuno si sentisse solo, sappia che basterà una vittoria domenica, anche di 1 autogol, per riavere tutta la critica italiana nuovamente schierata sul carro dei vincitori.