E' insaziabile il popolo juventino che forse è stato "viziato" e abituato a mangiare troppo bene negli ultimi anni.
Critiche trite e ritrite verso il solito colpevole di tutto (Massimiliano Allegri) che, però, alla fine porta sempre la squadra al traguardo finale come sta accadendo da tre anni a questa parte. Non sto cantando vittoria perché so bene quanto sia ancora ardua l'impresa per conquistare il settimo scudetto consecutivo. La Juventus vista a San Siro contro l'Inter nel secondo tempo è sembrata stanca fisicamente, sulle gambe e molto appannata nonostante la superiorità numerica avuta per oltre un'ora di gioco. Ecco, il fatto che atleticamente i bianconeri comincino a dare segni di cedimento non è più una novità dopo Madrid. Ma non si può assolutamente obiettare che la Juve sia ancora affamata di successi. Basti guardare come sono arrivati i possibili "tre punti-scudetto": qualcuno parla di fortuna, ma è evidente come, in realtà, gli undici in campo guidati da Allegri si siano calati con concentrazione a livelli estremi per vincere una partita che pareva aver preso il binario sbagliato. Concentrazione che proprio Allegri ha voluto che non si perdesse in festeggiamenti. Tant'é che dapprima l'allenatore bianconero a fatica conteneva la gioia personale "corricchiando" in maniera goffa verso lo staff. Poi, il consueto sorso d'acqua. E alla fine dello show, tirata d'orecchie (o meglio, di maglia) a Dybala e a Higuain che stavano continuando ad esultare sotto la curva dei tifosi della Juventus

E' diventato un leader in tutti i sensi Allegri. Ed è un peccato che qualcuno si ostini ancora a non capire l'immenso valore del tecnico livornese, ripetendo cocciutamente frasi come "Se ne deve andare! Ha stancato questo qui!". Così facendo, vengono buttati all'aria gli scudetti numero 33, numero 34, numero 35. Le Coppe Italia conquistate.
Le due finali di Champions League. Lamentele insistenti, piagnistei vari per la mancanza del gioco, per non aver vinto ancora il campionato quest'anno, per la mancanza di personalità. Tutte emerite baggianate che macchiano un allenatore che ha sempre voluto trasmettere serenità all'ambiente ma (ahimé) non vi è mai riuscito. E questo rappresenta il solo e l'unico fallimento di Allegri, sebbene le parole dette durante le conferenze stampa pre o post-partita non siano mai state banali, ma sempre lucide e ben mirate. Pochissimi (quasi nessuno) si sono accorti di ciò. Il mister della Juve nella conferenza pre Juve-Napoli cercò intelligentemente di allentare la tensione, sovraccaricandola esageratamente sulla squadra di Sarri dicendo una cosa giustissima: "E' una partita importante, ma non decisiva. Non sarà questa partita a influire le sorti del campionato."
E, difatti, fu, è e sarà così. Nell'immediato post-gara in conferenza Allegri disse: "Mi sentivo che poteva accadere qualcosa che ci avrebbe potuto danneggiare... Abbiamo avuto un episodio a sfavore che ha determinato la nostra sconfitta. Il campanello d'allarme era suonato a Crotone. Sarà decisiva quella contro l'Inter." Come è andata a finire? 3-2 per la Juventus e 3-0 per la Fiorentina. Riallungo bianconero sui partenopei e discorso scudetto che volge quasi al termine. 

Se scudetto numero 36 sarà e settimo consecutivo, inviterei tutti i tifosi della Juventus a zittirsi d'ora in avanti e ricordare Allegri come uno dei migliori allenatori nella storia di Madama. Perché (purtroppo) è molto probabile l'addio di "Acciughina" a fine stagione e trovarne uno migliore, a parer mio, è impossibile oggi come oggi. Simone Inzaghi? Una scommessa. Coloro che cercano Zidane sono gli stessi che dicono che Allegri è capace di vincere "solo grazie ai campioni". Antonio Conte? Utopia. Preferirei tenermi stretto il mio mister perché è con lui che voglio vincere la Champions l'anno prossimo per poter ammutolire un numero nutrito di persone. Anti-juventine e non... 

P.S. Spero che non si sia rivoltando nella tomba Nietzsche per avergli rubato il titolo per un articolo calcistico...