Siamo liberi? Ni. O meglio, lo si dovrebbe essere a prescindere. Senza dare peso all'opinione altrui. Perché dare il proprio parere non deve essere una vergogna o un imbarazzo. Si andrebbe a perdere l'essenza della parola democrazia e di libertà, appunto.
Tuttavia, mi rendo conto che farlo in ambito calcistico (ma non solo) diventa un compito sempre più arduo dal momento che c'è subito chi è pronto a puntarti il dito contro, ad insultarti, a dirtene di cotte e di crude. Sono il primo ad accettare la critica costruttiva, il dialogo, il confronto. Ma sono anche il primo a ripudiare qualsiasi forma di "violenza verbale" (chiedo scusa per il virgolettato...).

Nel mio precedente articolo "SpecialFlop", non mi sembra che abbia offeso qualcuno. Anzi. Ho citato, una ad una, le tantissime vittorie che un allenatore come Mourinho è stato in grado di ottenere praticamente ovunque. Dal campionato portoghese alla Liga Spagnola, passando per la nostra Serie A. Sono stato etichettato come "fazioso, ridicolo" soltanto perché ho detto (scritto) quello che penso. Ossia, che Mourinho, pur essendo un grandissimo tecnico (tra i più bravi nella storia) è stato un uomo anche "baciato dalla fortuna". Che poi, nel calcio è normale: ci vuole metà bravura, ci vuole metà fortuna. Apriti cielo! Non ci meravigliamo se questo calcio ormai (ai veri intenditori quale io non sono) piace sempre di meno. Pensavo che il calcio fosse ancora sinonimo di divertimento e spettacolo. Mi rendo conto che questo sta subendo una gravissima ed infermabile involuzione. Cruento, macabro e truculento. E lo dico con profondo rammarico perché la mia "faziosità" è nulla in confronto a frasi del tipo: "-39! Scirea brucia all'Inferno! Se potessi, farei una strage di tutti gli juventini!" e così via. 

Non so se sia l'aria festosa del Natale che porta talvolta (anzi, troppo spesso) alla degenerazione di asserzioni delle quali non ci si rende nemmeno conto. Un po' come il presidente dell'Inter (che oggi compie gli anni: "Auguli plesidente! Fozza Inda!") che durante la cena di Natale (vuoi il vino, vuoi l'arrivo del più grande dirigente italiano che fino a ieri l'altro però era un mafioso) ha dichiarato: "Schiacceremo tutti in campo e fuori!" Questa frase propagandistica è diventata subito virale e ha fatto il giro del web con diversi commenti juventini assai sarcastici. Sui quali, lo dico con tutta onestà e franchezza, non sono d'accordo. Sì, ripeto, può essere che Zhang si sia lasciato andare, però non è tanto il contenuto su cui bisogna discutere, quanto sulla forma. Cosa ha sbagliato, insomma, il cinese (è cinese vero?!)? Secondo il mio modestissimo e "fazioso" punto di vista Zhang avrebbe dovuto annunciare così per rendere il tutto più verosimile: "Finora siamo stati bravissimi a schiacciare tutti fuori dal campo, ora cerchiamo di farlo anche in campo." E sì, perché, effettivamente (su questo credo che nessuno abbia nulla da divergere), l'Inter fuori dal campo è bravissima a schiacciare "tutti". In Tribunale, ad esempio, dove ha vinto uno scudetto che doveva essere revocato così come quello del 2004/05. Ma non lo si è fatto perché in Italia piace distinguerci dalla massa. E quindi, per la prima volta nella storia del calcio abbiamo deciso di far retrocedere in B (per giunta con penalizzazione perché una vera torta ha sempre la sua ciliegina) una squadra fortissima che non aveva bisogno di aiuti arbitrali (anche Paparesta, tra i tanti, ha negato di esser stato rinchiuso nello spogliatoio). E di assegnare uno scudetto alla terza classificata del campionato arrivata quell'anno lì a 15 punti dalla stessa Juve. Originalissimo! Solo in Italia poteva accadere una roba del genere! 

E per chi vuole tirar fuori la storia "Anche la Cassazione ci ha dato ragione!" fa un grosso errore. Perché la Cassazione non si è espressa dicendo: "La Juventus ha fatto un illecito sportivo e quindi è giusto che paghi!" ma ha semplicemente rivelato che è "competenza dell'ordinamento sportivo garantire la regolarità delle competizioni". Detto questo, non so a voi ma a me il dubbio amletico rimane. Due sono le cose: o davvero il Presidente dell'Inda si è espresso male ma in testa aveva il pensiero che ho sopra esplicitato oppure forse quella frase che ha destato clamore anche tra i nerazzurri la pensa veramente. Se così fosse, direi, d'ora in avanti, di evitare queste sfarzose cene di Natale perché due indizi fanno una prova. Il Presidente del Napoli, all'indomani della festa, dichiarò: "Ci sone cose rimaste in sospeso. C'è ancora tanto da chiarire e da pulire.", quello dell'Inda: "Schiacceremo tutti in campo e fuori!". Oh... sapete che c'è, Agnelli, Paratici, Nedved, Marotta (ah già...) datevela a gambe. Prevenire è meglio che curare. Lanciate l'allarme: si salvi chi può!