Alessandro Manzoni è considerato uno dei più grandi autori della Letteratura Italiana. Non a caso, lo studio del suo capolavoro ("I Promessi Sposi", ndr) è ormai d'obbligo nelle scuole secondarie di secondo grado. Almeno, credo che sia così. Questo è quello che mi è stato "tramandato" oralmente dai miei professori. E, infatti, io, il romanzo di Manzoni, ho avuto modo di studiarlo al Liceo durante il secondo anno. L'intreccio tra il vero e il "meraviglioso" è superlativo: il fatto che in un'opera a sfondo storico si vadano ad inserire personaggi non vissuti realmente, ma che potevano veramente esistere dato il contesto culturale, è qualcosa di grandioso, ritenuto, però, forse, troppo banale. Lo sfondo storico su cui insiste lo stesso Manzoni è quello del 1629-31. Quello, per intenderci, in cui si scatenò la famigerata epidemia che colpì il Ducato di Milano prima per diffondersi poi anche nel Granducato di Toscana e in Svizzera. I danni in termini di morti furono numerosi. 

Trecentottantanove (389) anni dopo, metaforizzando questa immagine dolente può essere traslata al mondo calcistico, sempre quello milanese: all'Inter e al Milan. In un campionato in cui la Juventus domina e si avvia (anche se stiamo soltanto nel mese di gennaio) a vincere il suo ottavo scudetto consecutivo, il Milan e l'Inter, anziché cominciare a progettare seriamente il futuro per evitare che lo strapotere bianconero continui a surclassare tutti per i prossimi anni, preferiscono litigare con i propri tesserati.
A dir la verità, l'Inter (come ho già avuto di scrivere in in un mio articolo precedente) un piccolo miglioramento lo ha fatto. E riguarda la sua società. Avendo strappato alla Vecchia Signora il dirigente (Beppe Marotta) che assieme ad Agnelli, Nedved e Paratici ha condotto la Juventus a vincere tutto in Italia e riportarla tra le più blasonate del calcio europeo, è inutile ribadire ancora che il colpaccio è stato autentico.
Ora l'Inter (se vuole però) si candida veramente a dare quanto meno fastidio alla Juventus. Il problema che la dirigenza nerazzurra non è mai stata abituata a tanta serietà e professionismo che ora ha portato il Dott. Marotta. E quindi se Icardi viene multato, Wanda s'offende e ricatta l'Inter perché il suo bel maritino possa andare via in estate. Forse Marotta non ha ancora realizzato il fatto di trovarsi non più alla Juve, ma all'Inda. Queste brusche sterzate e prese di posizione rigorose (che io condivido) andrebbero fatte e gestite in maniera migliore se poi le reazioni dell'ambiente nerazzurro sono come quelle sopra espletate. Quando Bonucci venne fatto accomodare nella famosa partita di Champions contro il Porto, non ricordo assolutamente polemiche. Soltanto a campionato finito si decise di comune accordo di interrompere il matrimonio e salutarsi con un informale: "Arrivederci e grazie!" 

All'altra sponda di Milano, quella rossonera non se la passano tanto meglio. Anzi...
Dopo aver acclamato e salutato il salvatore della patria Gonzalo "Cesare" Higuain con tanto entusiasmo, ora si parla di possibile partenza del centravanti argentino che andrebbe da Sarri a Londra anche a piedi. Se l'Inter sta dimostrando (a modo suo) di avere le idee chiare (ma è importante che tutto il contesto nerazzurro si adegui alla ferrea politica d Marotta), il Milan sta entrando invece in un tunnel dal quale ora diventa difficile uscirne. Cedere Higuain a metà campionato (uno tra i migliori attaccanti in circolazione), sarebbe un autogol clamoroso. E allora davvero un tifoso rossonero si può ancora illudere di competere per il quarto posto?
Nel frattempo, mentre Inter e Milan continuano a fare tutte queste bellissime e divertenti "tarantelle", la Juventus si proietta già a quella che sarà la prossima stagione prendendo a zero Ramsey, un centrocampista che alla Juve in questo momento manca. E gli interisti che mi punteranno (tanto per cambiare) il dito contro dicendo: "E perché noi non abbiamo preso Godin, Dybala e Robben?"

Amici nerazzurri, spegnete la TV e non vedete certe trasmissioni televisive perché provocano un danno non a me (a me importa poco) ma a voi! Iniziate a credere meno alle favole perché se la Juve vince non è grazie "all'arbitro o alla VAR". Ma perché sta dimostrando ancora una volta con i fatti che è davanti anni e anni luce, mentre a Milano la peste 389 anni dopo sta facendo disastri irreparabili...