Il calciomercato ha scoccato il gong finale.

E’ stata un’estate intensa, piena come al solito di notizie ed ipotesi, di sogni da inseguire e bilanci da far quadrare.

Adesso, finalmente, la voce passa definitivamente e senza più distrazione alcuna al calcio giocato.

Ma cosa ci resterà di questa sessione infernale di calciomercato?

 

-IL CASO ICARDI: è stato il tormentone annunciato, come già si poteva ampiamente prevedere al termine della stagione scorsa. Un calciatore che ha letteralmente spaccato: chi difende l’operato della società, che ha scelto di rinunciare al bomber argentino per avviare un nuovo progetto, pur riconoscendone le eccellenti doti di finalizzatore, e chi, invece, lo ritiene un centravanti senza rivali, uno dei più grandi al mondo.

Chi scrive crede che Icardi sia un top nel suo ruolo ma la sua avventura all’Inter non avrebbe avuto senso di proseguire: ha rotto con l’ambiente, con lo spogliatoio e con la società.

Serviva altro per prendere un’altra strada?

La società ha mostrato grande determinazione nella sua decisione, sebbene nel complesso il caso poteva e doveva essere gestito meglio.

Bisogna sottolineare il fatto che Mauro è andato via in prestito al PSG con diritto di riscatto: è dunque, formalmente, ancora di proprietà dell’Inter.

Sicuramente i numeri non gli mancheranno in un campionato oggettivamente più “debole” rispetto alla Serie A.

Altrettanto certo è che gran parte del popolo neroazzurro benedice questa cessione, permettendo un distacco necessario per la serenità di tutte le parti in causa.

 

-PANCHINE AL TOP: il rientro di Sarri e Conte rappresenta sicuramente un motivo di orgoglio per il nostro campionato, che, con l’arrivo di CR7 ormai 13 mesi fa, pare stia avviando una ripresa in termini di appeal e competitività.

Sarri ha vinto l’ultima edizione dell’Europa League e nonostante molti tifosi juventini avrebbero volentieri accolto Guardiola al timone, l’ex Chelsea resta uno dei profili più importanti del panorama internazionale (ai tempi del Napoli ricevette la benedizione proprio di Pep). Il suo gioco spumeggiante e imprevedibile vogliono essere il nuovo corso che i bianconeri hanno deciso di intraprendere dopo gli anni vincenti, ma non sempre acclamati, di Allegri.

Conte ha invece deciso di accettare la stimolante sfida Inter: lui non vuole il piatto pronto, ha sempre bisogno di essere affamato. E l’Inter, di fame di vittorie, ne ha tantissima. Il suo arrivo ha mandato in delirio il popolo neroazzurro e le prime prestazioni sembrano aver già dato segnali incoraggianti. Il salentino è sicuramente il colpo più importante dell’intero calciomercato nazionale.

 

-IL MERCATO DELLA JUVENTUS NON DA JUVENTUS: secondo il mio parere, la Juventus ha toppato questa sessione di mercato.

Partiamo dalle note positive: il già citato arrivo di Sarri porta una dote di freschezza e voglia di cambiare le carte in tavola.

Per quanto riguarda l’organico, la difesa è stato il reparto che ha avuto sicuramente grandi novità. L’arrivo di De Ligt è stato un colpo fondamentale: un centrale corteggiato da mezza Europa che ha scelto di sposare il progetto Juve rappresenta un grande segnale a tutta la concorrenza internazionale. Inoltre, un profilo come Demiral, futuribile e apparentemente già pronto all’occorrenza anche quest’anno, insieme al ritorno di una bandiera come Buffon come secondo in porta, sono sicuramente delle operazioni ben confezionate.

Ma le note dolenti sono sicuramente più rumorose: la Juventus voleva un centravanti da affiancare a Ronaldo e non è stato preso. E’ una lacuna, che sicuramente sarà colmata dal redivivo Higuain, ma che rappresenta un modus operandi lontano da quello a cui la Signora ha storicamente abituato.

Ha lasciato la maglia numero 9 libera per Icardi; non ha voluto forzare la mano per l’argentino, non ha voluto cedere Dybala per arrivarci e la situazione si è complicata. Poi, ha provato a prendere Lukaku, quasi senza convinzione ma forse più per evitare che potesse rinforzare l’Inter; quando sembrava fatta, Marotta ha effettuato il controsorpasso su Paratici, lasciando la Juve senza la punta agognata e con un grosso colpo ricevuto in termini di immagine.

E arriviamo poi ai mancati esuberi: il Pipita era con le valige in mano. Le offerte non erano concrete o sono saltate per altre circostanze (vedi Roma-Dzeko) e pian piano si è ritagliato nuovamente una posizione di spicco, tanto da essere divenuto il titolare del reparto offensivo.

Dybala e Mandzukic sono stati sostanzialmente dichiarati cedibili: il primo, osannato dal pubblico, è stato praticamente dichiarato una seconda scelta, scavalcato dal connazionale Gonzalo e addirittura da Douglas Costa. Non sarà una stagione semplice. Il croato, poi, è praticamente ai margini.

Per non parlare dei vari Perin, Pjaca, Rugani, Emre Can, Bentancur: giocatori praticamente non considerati dentro il progetto e che per svariate ragioni sono rimasti in rosa, impattando in modo considerevole a livello economico.

Infine, gli innesti ancora misteriosi di Ramsey e Rabiot non paiono quei colpi di livello che avrebbero dovuto far decollare il centrocampo, oggettivamente il reparto più debole (parola grossa) rispetto alle top europee e che avrebbe meritato maggior cura, mentre lo scambio con conguaglio tra Danilo e Cancelo avrà probabilmente sistemato alcuni indici finanziari ed economici ma oggettivamente ha indebolito la fascia destra difensiva.

Con questo, a scanso di equivoci, non si sta giudicando la potenza della squadra: è tra le prime quattro squadre d’Europa, ha CR7 che vale oro e sulla carta è senza rivali in patria.

Il mercato, però, ha lasciato un po’ a desiderare.

 

-MILANO A DUE FACCE: sul Naviglio, se ci fosse un misuratore di entusiasmo, andrebbe in tilt.

Da una parte, l’arrivo di Antonio Conte e un mercato sopra le righe (al netto del caso Icardi) ha rinnovato l’entusiasmo e sembra anche aver dato un’impronta diversa al club stesso (Nainggolan e Perisic, oltre all’ex capitano, sono stati ceduti in prestito proprio a causa di un deciso cambio di rotta).

L’arrivo dell’esperto Godin ha solo preceduto i pezzi pregiati della sessione estiva: Sensi e Barella a centrocampo, con il primo già divenuto idolo assoluto di San Siro ed il secondo che deve ancora assestarsi, i quali potranno garantire qualità e quantità in mezzo al campo per parecchio tempo, complice anche la giovane età.

Gli esterni Lazaro e Biraghi sono da testare, ma è in attacco che sono arrivate le nuove frecce velenose all’arco della Beneamata: il colpo Lukaku vale triplo in quanto era l’attaccante stravoluto dal tecnico salentino e averlo strappato alla Juventus ha dato quel tocco in più che serviva a fare impazzire il già trepidante popolo interista; il ritorno in Italia di Sanchez può rappresentare un colpo di rilievo e un rilancio per il cileno.

Dall’altra parte, i rossoneri hanno dovuto fare i conti con il Fair Play finanziario e con scelte a volte dolorose, altre discutibili.

Giampaolo è un tecnico che si è fatto apprezzare e che merita un palcoscenico importante, anche se dovrà svolgere un lavoro impegnativo.

In ambito mercato mi permetto di essere assolutamente contrario alla politica rossonera relativamente ad alcuni investimenti, in particolar modo per quanto riguarda Leao. Le risorse impegnate potevano essere virate su una seconda punta forse più “pronta” e adatta alle necessità del Diavolo in un anno in cui, di regola, non si potrebbe sbagliare.

Il colpo last minute di Rebic e l’arrivo di Bennacer possono essere considerate le due operazioni più interessanti, ma che non possono garantire il quarto posto che deve essere l’obiettivo seppure non appare facilmente alla portata.

Anche in uscita il problema degli esuberi ha colpito il Milan: non essere riusciti (o non aver voluto) a piazzare almeno uno fra Suso e Donnarumma ha frenato le ambizioni di mercato, in quanto avrebbero generato la liquidità necessaria per assaltare qualche profilo di maggior esperienza.

 

-UNA ROMA NUOVA DI ZECCA: Fonseca in panchina e senza Totti e De Rossi. Chi mai avrebbe potuto immaginare la Lupa in questo modo? Eppure, il mercato giallorosso merita una promozione e, per quanto mi riguarda, la pone come la più accreditata per il quarto posto (a patto che le prime tre rispettino i pronostici).

Lopez tra i pali, Spinazzola e Zappacosta terzini, Mancini e Smalling in difesa (che avranno l’arduo compito di non far rimpiangere Manolas), Veretout e l’arrivo in prestito in extremis di Mxit’aryan a centrocampo e di Kalinic in attacco.

Se non è rivoluzione, poco ci manca.

E poi, aver trattenuto Dzeko e Zaniolo è un sintomo di vitale importanza.

Mercato a pieni voti, il campionato è tutto da scoprire.

 

-IL RITORNO DI SUPERMARIO: il figliol prodigo è tornato a casa. Balotelli si gioca forse l’ultima carta (lo abbiamo scritto e sentito tante volte) della sua tormentata ed altalenante carriera.

Al Brescia l’obiettivo è la salvezza e la Leonessa, senza di lui, è già partita discretamente (3 punti in 2 gare).

Lui si gioca il tutto per tutto in vista di Euro2020, forse uno degli ultimi grandi avvenimenti in cui mostrare il suo valore (indiscusso ma scostante).

 

-ROSSOBLU’ A TUTTA CARICA: le reginette del mercato sono state Cagliari e Genoa. I sardi sono partiti male in campionato ma hanno realizzato una campagna acquisti da Europa League: Nainggolan e Nandez a centrocampo sono un lusso e l’arrivo di Simeone (in sostituzione dello sfortunato Pavoletti) sono colpi da squadra che dovrà arrivare oltre la semplice salvezza.

I liguri di Andreazzoli sono invece partiti in quarta e si sono assicurati, tra gli altri, Pinamonti, Saponara e soprattutto Schone, autentico pezzo pregiato. Anche per il Grifone sembra arrivato il momento di regalare qualche soddisfazione in più al suo pubblico.

 

-GIOVANI DELUSI: tra fughe e permanenze forzate, non è stata un’estate brillante per i giovani italiani, considerati il futuro anche della nostra Nazionale.

I “bad boys” Kean e Zaniolo, bocciati anche da Mancini per i loro atteggiamenti sopra le righe, devono tirarsi su le maniche: l’ex juventino è stato ceduto all’Everton e dovrà dare dimostrazione di maturità e forza; stessa cosa per il romanista, forse troppo incensato e già accostato alla Juventus o ad altri top team. Per entrambi potrebbe essere la stagione crocevia delle loro carriere.

Altro “emigrato” Patrick Cutrone: finito ai Wolves con la 10 sulle spalle è stato ceduto dal Milan, forse troppo frettolosamente. A lui il compito di far pentire i rossoneri.

Ci sono poi Chiesa e Bernardeschi: il primo avrebbe raggiunto volentieri il secondo alla Juve, emulandone il percorso, ma la società si è presentata con la volontà di tenere la stella gigliata e così è stato. Per lui potrebbe trattarsi della stagione della consacrazione. Al contrario, lo juventino sembra lontano nelle gerarchie di Sarri e dovrà sgomitare per la titolarità.

 

-NAPOLI DOLCEAMARO: gli Azzurri, mai come quest’estate, avevano davvero sperato di poter essere la regina del mercato. Prima James Rodriguez, poi Icardi: entrambi sognati, entrambi sfumati.

Ma attenzione a considerare il mercato partenopeo di secondo piano: Lozano sembra eccezionale e potrebbe essere il vero colpaccio; Manolas è un pilastro (anche se la tenuta difensiva va necessariamente curata dopo le prime due uscite) e l’arrivo di Llorente può garantire il peso in attacco richiesto da Ancelotti.

La forza del club, però, è sempre la mantenuta continuità degli uomini.

 

-LA VIOLA: BOOM O BLUFF?: la nuova società toscana ha mantenuto Chiesa e ha portato degli autentici pezzi da novanta in riva all’Arno.

Gli arrivi di Lirola, di Boateng e di Ghezzal all’ultimo momento, la permanenza di Chiesa, il ritorno di Badelj sono già degli ottimi piatti da servire all’affamato popolo viola.

Ma è la ciliegina Ribery il grande colpo: un campione del suo calibro, anche se a fine carriera, eleva senza ombra di dubbio ambizioni e immagine.

La falsa partenza in campionato dovrà immediatamente essere rettificata: i mezzi ci sono.

 

-ALTRI COLPI DEGNI DI NOTA: Muriel per la prima volta in Champions League della Dea è un grandissimo dono per il popolo orobico che ha appena iniziato la stagione più attesa della loro storia.

Lazzari alla Lazio è stato l’unico sussulto dei biancocelesti, che però conferma i suoi cavalli migliori (Luis Alberto, Immobile e soprattutto Milinkovic-Savic).

Infine, un gradito ritorno: Darmian è tornato in Italia, al Parma, dopo aver accarezzato diverse volte il rientro in patria. Anche lui, come Balotelli, proverà a mettersi in luce agli occhi del CT in vista della massima competizione continentale dell’estate prossima.