"Roma è la capitale del mondo! In questo luogo si riallaccia l'intera storia del mondo, e io conto di essere nato una seconda volta, d'essere davvero risorto, il giorno in cui ho messo piede a Roma. Le sue bellezze mi hanno sollevato poco a poco fino alla loro altezza" Così parlava il grande scrittore tedesco Goethe. La magnificenza della Città Eterna è suprema. Vi ho soggiornato un tempo sufficiente ad ammirare molti favolosi monumenti, ma il Capoluogo Laziale non è solo questo. E' qualcosa di più e di diverso. Vorrei vivere ancora la sua realtà perché è un luogo che vanta uno spazio-tempo differente dal resto dell'universo. Si respira un'aria incredibilmente particolare. Si assapora qualcosa di incantato. Le sue vie, che si aprono all'improvviso su capolavori come Fontana di Trevi o Trinità dei Monti, sono autentica magia. Roma resta anche il simbolo del potere. Il Quirinale, Palazzo Madama e Montecitorio donano una sensazione di imponenza. Anche il Vaticano, pur avendo tutt'altra funzione, concede un effetto di Divina Austerità. Allo stesso tempo si assiste a feste regali e a importanti possibilità di divertimento. Le note serate romane contrastano con la povertà che si può incontrare nei suoi viali. E' chiaro che tale aspetto la rattristisce rendendola, per l'etica e la morale, ingiusta. Quando potei ammirarla rimasi negativamente colpito proprio da tale aspetto tanto da non avere, immediatamente dopo, il desiderio di frequentarla ancora. Con il tempo, però, pur non modificando il mio parere, ho compreso che il fascino emanato dai Colli è qualcosa di assolutamente irresistibile. E' un pregiudizio, ma questa volta potrebbe corrispondere al vero. Se Milano rappresenta il globo che viaggia veloce e che corre, la Capitale è il simbolo di un dominio austero quasi posizionato in un'altra dimensione. La mia non è una valutazione o qualcosa di simile. E' soltanto una riproposizione di ciò che provo senza vagliare né l'una, né l'altra realtà. "Roma è la città degli echi, la città delle illusioni, e la città del desiderio" affermava Giotto.

Il riflesso di simili peculiarità è ben impresso nel calcio. La Capitale vanta due compagini: la Roma e la Lazio. In entrambe noto charme ed eleganza. Sì, è proprio così. Se penso alla maglia giallorossa e a quella biancoceleste, vedo qualcosa di assolutamente incantato. Anche l'Olimpico, all'ombra di Monte Mario e affiancato dal Foro Italico con i suoi alberi e le statue in marmo, somiglia tanto a un salotto. La Lupa e l'Aquila rappresentano il passato. Al di là della simbologia, raffigurano icone storiche. Inutile, però, nascondersi dietro un dito. Dal punto di vista sportivo, la Città Eterna non riesce a donare all'ambiente ciò che meriterebbe. Pur essendo ben conscio che entrambe le compagini nutrono un’essenza magnificamente affascinante, vorrei trattare oggi della squadra di Dan Friedkin. "Grazie Roma" di Venditti risuona nell'Olimpico cantato da 80mila anime unite tra loro da un'unica fede, racconta qualcosa di assolutamente emozionante e che definirei nuovamente "elegante" C'è poco da fare, la Capitale mi offre quel sentimento di magnificenza che pochi luoghi riescono a provocarmi. Si parla tanto di "stile Juventus". Ciò deriva dalla casata degli Agnelli e dalla loro austerità tipicamente sabauda. Anche se con tratti diversi dovuti a cultura e tradizione, penso si possa discutere di un simile concetto pure per i giallorossi.

Ogni compagine ha la sua essenza ben nota e diversa dalle altre, ma qui si è di fronte a qualcosa di differente, di più marcato. Se immagino un allenatore tipo, noto che Fonseca ne rispetta pienamente i canoni. Un uomo distinto e sempre ricercato nell'abbigliamento. Il portoghese è un giovane dall'aspetto gradevole e, pur non conoscendolo di persona, pare vantare importante avvenenza. Potrà migliorare il suo italiano e divenire ancora più efficace in una comunicazione che sembra essere un punto di forza. Il lusitano ricorda parecchio Garcia. Anche il francese è sbarcato nella Città Eterna con caratteristiche piuttosto simili. In tanti ricordano le massime del transalpino. Stupì tutti quando sostenne di voler ricondurre "la Chiesa al centro del villaggio". Emblematico fu anche il famoso violino mimato allo Stadium durante un match contro la Vecchia Signora dopo un rigore concesso agli avversari per rimarcare che "è sempre la solita musica". Lampi di genio dall'estetica innegabilmente affascinante. Rudi si presentò a Roma suonando la chitarra e nella Città Eterna ha lasciato il suo cuore. E' nota la relazione con la splendida giornalista Francesca Brienza conosciuta proprio durante il periodo vissuto in Italia. Questo serve all'ambiente giallorosso e credo che anche Spalletti abbia rappresentato qualcosa di analogo. Dal punto di vista mediatico, la scelta di un tecnico come Fonseca pare davvero azzeccata.

Non sono così convinto che il medesimo ragionamento possa essere compiuto sotto il profilo sportivo. E' inutile negare che nella passata stagione la Roma ha mostrato parecchi problemi. Si parla tanto della società. In effetti, James Pallotta non è sempre parso molto vicino alla squadra. Si è discusso del fatto che, senza una proprietà presente, si creasse una sorta di autogestione con il rischio dell'anarchia. Negli ultimi anni, molti direttori sportivi sono passati per la Capitale. Da Sabatini e Petrachi, i volti noti che hanno soggiornato a Trigoria sono parecchi. Non è positivo. Non è sinonimo di idee chiare o continuità. Ci sia augura, però, che con Friedkin si assisterà a un cambiamento. Quest'avvicendamento societario, comunque, sottolinea come una simile piazza sia appetibile all'estero e il pensiero corre alla storia già citata. Detto questo, la squadra messa a disposizione del tecnico lusitano è assolutamente importante e credo possa valere di più rispetto al quinto posto in serie A, all'eliminazione negli ottavi di Europa League e nei quarti di Coppa Italia. Occorre, però, ammettere che il risultato in campionato debba essere valutato in base al valore della concorrenza e si nota come il nostro calcio viva un periodo di costante crescita. L'Italia sta migliorando. I risultati europei conseguiti ultimamente da Juve, Roma, Inter e Atalanta ne sono una palese dimostrazione. Lo stesso vale per la nuova Nazionale di Mancini. Nell'altra competizione italica, invece, la fuoriuscita è giunta contro i bianconeri in una gara secca disputata in casa dei rivali. A livello internazionale, la sconfitta è arrivata con i futuri campioni del Siviglia sempre in novanta minuti senza possibilità d'appello. In sostanza, le attenuanti sono tante. Come sostenuto, però, il materiale a disposizione di Fonseca è di prima classe ed era lecito attendersi un’annata migliore. La speranza è che questo avvenga nella prossima stagione.

Pau Lopez
è un ottimo portiere e, al netto del pesante errore nel derby, mi pare abbia mostrato di saper difendere egregiamente i pali giallorossi. Se si pensa che relega al ruolo di vice un giocatore capace come Mirante, si comprende meglio il valore dello spagnolo. Ha spedito per 6 mesi lontano dalla Capitale un profilo internazionale alla stregua di Olsen. Sulla destra, Bruno Peres è pronto a scatenare i suoi cavalli. Roccioso, dotato di corsa e qualità. Esistono terzini migliori, ma sa il fatto suo. Occorre tenere in ampia considerazione anche il rientrante Florenzi che è punto fermo della Nazionale e potrebbe tranquillamente scalzare il brasiliano nelle gerarchie. La speranza è che il mister iberico possa concedergli le chance non garantite in passato. Credo potrebbe e dovrebbe ricredersi. Sarò curioso di osservare il 21enne Ibanez che forse affiancherà Mancini, altro giovane davvero forte. Vedremo, poi, cosa accadrà a Juan Jesus e Fazio che sono stati protagonisti di un passato piuttosto interessante nella Capitale. Spinazzola è un giocatore molto forte così come il partente Kolarov e, probabilmente, a sinistra si dovrà intervenire sul mercato. La mediana con Veretout e Lorenzo Pellegrini è qualcosa di importante. Pure Diawara non è male. I giallorossi possono disporre anche di Brian Cristante. Un quartetto migliorabile, ma importante. A loro si aggiunge la gioventù di un ragazzo dal futuro quasi certo come Ricciardi. E' un talento puro. E', però, in attacco che la Roma scatena i suoi cavalli di razza. Largo all'estro favoloso di fantasisti concreti come Zaniolo, Kluivert, Antenucci, Under, Perotti, Pastore Pedro, Mkhitaryan e Perez. E' un insieme di giocatori di tenera età e talenti affermati, ma che non hanno mai brillato di luce solo propria. Il pensiero corre all'italiano dalle meches bionde o al collega iberico campione d'Europa Under 21 in carica, al turco, all'olandese e a Mirko che rischia di finire nel dimenticatoio in una batteria potenzialmente devastante. Se si pensa alla carriera di Pedrito, invece, si immagina l'umiltà. Il ragazzo ha centrato tutti i trofei. Ha conquistato un Mondiale, un Europeo, 3 Champions, l'Europa League, 2 Mondiali per Club, 5 Supercoppe Europee, altrettante edizioni della Liga, la Premier League… E' uno dei giocatori più vincenti della storia avendo militato sempre in top club come Barcellona, Chelsea e tra le Furie Rosse. Solo i veri appassionati di pallone, però, conoscono questi dati. L'armeno ha girovagato per il Vecchio Continente vestendo le divise di squadroni. Dal Borussia Dortmund, all'Arsenal sino a giungere in Italia. Il Flaco è stato a lungo protagonista nel Psg. Pure i trascorsi di Perotti sono affascinanti. A completare questa piramide, c'è Dzeko con Schick già pronto per altri lidi.

Una simile compagine non può chiaramente essere al livello della Juventus e, forse, nemmeno dell'Inter. Non credo, però, che abbia molto da invidiare al resto delle rivali
. Il potenziale è devastante e con qualche intervento mirato, si potrebbero ambire mete importanti. Penso soprattutto alla difesa. Il bomber ceco, strappato anni fa alla Vecchia Signora, non è una garanzia e potrebbe essere rimpiazzato. Se il collega bosniaco dovesse fare le valige, ci sarà da lavorare. Il nome di Milik è certo rassicurante e potrebbe ringiovanire di 10 anni il reparto. Non è poco anche se nell’affare potrebbe essere inserito un giovane interessante come Under. Servirà, probabilmente, pure un altro centravanti. E Zaniolo? L’infortunio al crociato del ginocchio sinistro patito nella sfida di Nations League tra Olanda e Italia è una pessima novità. Il pensiero corre, prima di tutto, al ragazzo che era appena rientrato da un incidente molto simile. In circa 4 mesi aveva recuperato. Trattasi di tempo davvero breve. Non conosco la muscolatura del giocatore e non posso esprimere giudizi, ma noto che molti calciatori ampliano il loro corpo in un breve arco temporale. La mia analisi non vuole avere alcuna minima allusione farmaceutica. Mi chiedo soltanto se questo ingrossamento possa provocare riflessi su un'impalcatura ossea più esile. Se la Natura crea un individuo con una sua forma e questa viene modificata solo in una sua parte, lo scheletro ne può risentire? Non sono un medico e chiedo lumi facendo gli auguri a Nicolò che sicuramente tornerà più forte di prima. Molti grandi campioni hanno avuto dilemmi a quella zona del corpo. Penso a Roby Baggio, Ronaldo il Fenomeno o Del Piero. Pare un destino beffardo, ma tutti li hanno superati levandosi poi mastodontiche soddisfazioni. I giallorossi dovranno far fronte a una perdita molto importante perché si tratta del maggior talento di cui disponevano ma, nella sfortuna, la Dea Bendata non ha proprio voltato totalmente le spalle ai capitolini. Il numero 22, infatti, ricopriva un ruolo in cui la squadra di Fonseca vanta una coperta piuttosto lunga.

L'analisi, inoltre, non può non considerare la piazza. Roma dà e Roma toglie. Purtroppo è così. Con la speranza e la consapevolezza che presto si potrà tornare a rivivere gli stadi, urge ricordare quanto il pubblico giallorosso sia particolare. E' in grado di esaltarsi donando manifestazioni d'affetto enormi, ma è pure capace di deprimersi creando un ambiente particolarmente difficile. L'allenatore e la società devono avere il carisma e l'attenzione capaci di creare una bolla nella quale la squadra si deve rinchiudere per evitare di essere influenzata dai sentimenti esterni a essa. Il rischio, altrimenti, è quello di essere trascinata su pericolose montagne russe. Non è un caso, se gli ultimi in grado di consentire a questa compagine di vincere furono Capello e Spalletti. Un plauso deve andare anche a Di Francesco che riportò i giallorossi tra le prime 4 d’Europa. A proposito, tutti e 3 sono uomini eleganti e di fascino. Un motivo ci sarà…