"La Lazio può vincerla, se l’Inter le lascerà campo. L’Inter, al contrario, oltre ad un gioco aggressivo, può contare sui calci da fermo."

"L’Inter, come tutte le grandi squadre, non sbaglia mai due partite consecutive (con il Napoli mercoledì ha perso), la Lazio ha imparato l’arte dell’attesa: in casa è implacabile e, se non riesce a vincere, sa anche accontentarsi del pareggio."

"Tuttavia, convinto come sono che si possa vincere con i cambi, alla fine propendo per Inter vittoriosa, visto che ne ha di più".

Parto da queste tre affermazioni oggi, quanto mai profetiche e quanto mai errate. Tralasciando quanto sia fastidioso vedere/leggere un giornalista esprimersi in maniera così faziosa, dovremmo sottolineare come a volte il tifo porti sulla cattiva via anche chi dovrebbe fare una cronaca, o una ricostruzione imparziale della realtà oggettiva.

Chi ha visto la partita con gli occhi dell'appassionato di calcio a 360°, può tranquillamente affermare che la Lazio, non solo non ha lasciato il campo all'Inter, ma ha altresì vinto sfruttando i calci da fermo, ha fatto sì che l'Inter sbagliasse la seconda partita consecutiva, e in fine, ma non per ultimo, ha vinto grazie ai cambi.

Egregio Padovan, la panchina la puoi avere lunga quanto vuoi, ma i cambi sempre 3 sono, e se non si sanno utilizzare sapientemente, nel modo e nel tempo giusto, questi finiscono per essere anche dannosi.

La Lazio ha dominato per gran parte della partita, l'Inter si è limitata a giocare di ripartenza, senza mai essere realmente sul pezzo e capace di orchestrare una giocata degna di nota, infatti non a caso le azioni più pericolose sono venute dalle fasce, sfruttando la velocità degli esterni colpendo una Lazio che si trovava nella trequarti neraazzurra, così come è capitato per quasi 90 minuti.
Il gol è arrivato nell'unica occasione in cui l'Inter era presente in forze nell'area biancoazzurra. Leiva, Luis Alberto e Milinkovic Savic hanno creato quella famosa densità che tanto piace agli allenatori, hanno obbligato l'Inter a giocare come loro stessi volevano. Lautaro è stato un desaparecido per tutta la partita, mentre Brozovic cercava disperatamente insieme a Vecino e Barella di ricreare quella densità che al centrocampo proprio mancava. Ma siamo onesti, possiamo veramente paragonare la classe e la sostanza del centrocampo laziale a quello interista? L'Inter ha espresso un gioco passivo, altro che aggressivo.


Sulla seconda affermazione ci sarebbe da fare un articolo degno dei migliori algoritmi Caressiani. Chi lo ha detto che una grande non debba sbagliare mai due partite di fila? Dopo il Napoli non è che stava andando a giocare sul campo del Bologna o della Sampdoria. L'Inter sarebbe scesa all'Olimpico, contro questa Lazio che non perde da esattamente un girone intero. Tutta questa certezza nell'affermare queste convinzioni non prende in considerazione che nel frattempo la Lazio ha vinto praticamente contro tutti. 
In queste partite solo Roma e Verona hanno fermato la corsa inarrestabile della Lazio. La Juventus si è dovuta inchinare per ben due volte consecutive, così come anche Milan e Napoli hanno dovuto cedere il passo alla compagine biancoazzurra. Raramente in un campionato una squadra riesce a fare un filotto simile. La Lazio è rientrata in campo, non per pareggiare, ma per vincere. Ha spinto da subito, e li ha attesi lì sul campo. La squadra di Conte invece, forte del suo 1-0, è entrata molle, convinta che il più fosse fatto. Da qui ciò che ha fatto veramente la differenza è la terza profetica affermazione di Padovan.

I cambi... vero i cambi fanno la differenza, e come si usano ancora di più. Se Conte avesse messo dentro prima Eriksen, molto probabilmente si stava parlando di un altro risultato, perchè è sì vero che un solo giocatore non cambia la partita, ma con un risultato come quello del primo tempo poteva dare ancora più pensieri alla Lazio. E invece Conte si è fatto fregare da Inzaghi. Via Jony e Caicedo, dentro Lazzari e Correa. Dentro la velocità e la tecnica. Così è stato Conte a doversi preoccupare di correre ai ripari. Troppo tardi però. Presuntuoso da parte sua non prevedere cosa poteva accadere. La Lazio diciamo che è famosa per i suoi secondi tempi. Qualcuno non ha fatto i compiti a casa. Compreso Padovan che nel suo articolo ha sbagliato in lungo e in largo l'analisi di una partita ancora da giocare.

Sarebbe troppo facile ora soffermarsi sull'analisi della partita, fare un bel sunto di come sono scese in campo le formazioni, e di cosa si è visto sul campo, ma non è il mio mestiere.

La Lazio ha vinto, meritatamente, non solo perché è forte quasi e forse più dell'Inter, ma perché è collaudata ed ha degli schemi acquisiti in 4 anni di convivenza con lo stesso Mister che si fida ciecamente dei suoi ragazzi.

Egregio Padovan, lungi da me insegnarle il suo mestiere, ma un consiglio glielo vorrei dare: la prossima volta, meno tifoso e più giornalista.

 

E.D.M.