Lo scrittore francese Moliere sosteneva la teoria più semplice e pure più saggia di tutte: “Bisognerebbe fare un lungo esame di coscienza prima di pensare a criticare gli altri”. Non è sempre facile. Lo comprendo. Se si nutre amore nei confronti di qualcosa, diventa impossibile non cercare di fornire la propria idea per quello che si ritiene possa risultare un miglioramento. E’ assolutamente lecito e comprensibile. Anzi, è dimostrazione di sensibilità e passione. Diventa, però, difficile riuscire a capire dove sia il limite. Occorre essere in grado di non scavallare il passo tra un’opportuna valutazione al fine di progredire e un’asettica contestazione capace solo di produrre polemica. Qui si cadrebbe nella zizzania ed è risaputo che il contadino taglia quell’erba al fine di non contagiare tutto il campo.

Giustifico, quindi, quanto accaduto ultimamente all’Inter perché credo si sia raggiunto lo scopo voluto. Mai eliminazione europea potrebbe divenire più benaccetta. Chiarisco subito: ritengo che la Juventus sia tutt’ora la favorita per lo Scudetto. Sono, però, convinto che soprattutto i nerazzurri potranno risultare rivale molto scomoda. E’ un campionato stupendo. Si assiste a uno spettacolo magnifico. Milan 28 punti, Beneamata 27, Vecchia Signora e Roma 24, Sassuolo e Napoli 23. Come si gode! Peccato veramente che i tifosi non possano frequentare gli stadi perché sarebbe libidine allo stato puro. Vedendo ciò che accade in Inghilterra, con una ridotta presenza del pubblico, la speranza cresce. Poi si ascoltano i “messaggeri di sventura” del 2020 e tutto scema. Gli scienziati hanno nuovamente sentenziato: difficile riaprire gli impianti a breve. Forse si dovrà attendere persino il prossimo settembre. Non me ne vogliano i noti esponenti di tale categoria, ma veramente parecchi loro rappresentanti mostrano ormai una negatività che definirei preconfezionata. Avranno le loro ottime ragioni. Non sono del mestiere e non le pongo in dubbio. Per la mia indole, mi approccerei in maniera diversa. Ma non giudico. La Gazzetta dello Sport aveva posto marzo come ipotetica data della gioia dei supporter ma, sic stantibus rebus, la vedo grigia. Eh vabbè… Ci accontenteremo di questo calcio un po’ monco. D’altronde la reale emergenza sanitaria deve avere sicuramente il sopravvento su tale aspetto ancora non essenziale per la tenuta del sistema pallone. La serie A è comunque suprema. E’ in crescita esponenziale. La curva grafica assomiglia a un muro lanciato verso l’alto e, in un torneo con spiccate differenze rispetto al passato, tutto può accadere. L’Atalanta ha trionfato nel tempio di Anfield. Lo si ammetta: con la Kop calda e infuocata, forse, sarebbe stata un’altra musica. Ciò, però, non leva nulla alla magnificenza dell’impresa targata Gasperini’s boys. Vedremo, quindi, se vi saranno particolari sorprese anche in campionato.

Starete pensando che stia eludendo il tema. Rientro subito, ma questa premessa era assolutamente necessaria. La stagione dell’Inter non è iniziata nel migliore dei modi. La sconfitta nel derby è stata seguita dal pareggio casalingo con il Borussia Monchengladbach. Lo dico apertamente. In Champions, Conte ha fatto un autentico disastro. Peggio di un bambino che si trova con i pennarelli vicino a una parete bianca. Una storia davvero rivedibile. Dopo l’”X” di San Siro contro i tedeschi, è giunto un medesimo risultato in casa dello Shakthar Donetsk. I nerazzurri sono volati a Valdebebas e hanno perso. Occorre specificare la differenza tra il centro di allenamento del Real Madrid e il Bernabeu. In maniera che ritengo assolutamente intelligente, la Casa Blanca sta rinnovando la sua dimora proprio durante questo “lockdown del tifo”. La squadra, quindi, disputa i suoi match interni presso un diverso impianto sportivo. Inutile negare che l’effetto di una bomboniera piena come quella della Capitale Spagnola è, per l’avversario, totalmente differente a quello di un piccolo stadio. La location non scende in campo. Verissimo, ma i Galacticos non stanno attraversando il loro momento più brillante. Come mi pare di aver compreso da un magnifico pezzo scritto da Indaco32, tutto il football ispanico non è momentaneamente al top. Concordo. Gli uomini di Zidane sono poi giunti a Milano e la Beneamata è riuscita a capitombolare pure lì. Non vorrei riempire di colpe Arturo Vidal per l’ingenua espulsione. Sono sincero: quella versione interista era troppo brutta per essere vera e penso avrebbe preso delle scoppole pure in 11 vs 11. A quel punto il gruppo di Coppa assomigliava più a un girone dell’inferno dantesco. Troppe le occasioni sprecate e la vittoria di Monchengadbach ha rappresentato una semplice illusione. D’altra parte, non si può sperare nella qualificazione agli ottavi agganciandoli sempre per i capelli. Bisognerebbe iniziare con un piglio diverso. Credo che questo sia il vero tallone d’Achille di uno dei tecnici migliori al mondo: Antonio Conte. Sono tra i pochi a sostenere questa teoria, ma il suo addio alla Juve penso sia stato dettato pure dalle costanti delusioni internazionali. Lo 0-0 casalingo con gli uomini di Lucescu ha completato l’opera. Inter fuori, ma da tutto. Europa League compresa. Esistono attenuanti? Sì, certo. I nerazzurri avevano di fronte avversarie molto toste. Non era semplice. A dimostrazione di questo, sia sufficiente pensare all’equilibrio della classifica finale. Sarebbe bastato che Lukaku avesse spostato il suo “testone” perché il colpo di Sanchez spedisse l’Inter agli ottavi. Insomma, un episodio ha marcato la differenza tra un’eliminazione da ogni competizione e un passaggio del turno nella Coppa Principale. Fate Voi!
Cosa è accaduto dopo? Conte si è presentato ai microfoni di SkySport visibilmente contrariato. Non ha risposto a una domanda di Fabio Capello e non è stato propriamente galante con la signora Anna Billò. Sinceramente Ti capisco, Antonio. Non mi riferisco ai due malcapitati che hanno pagato il momento di rabbia, ma in tanti non aspettavano altro rispetto al Tuo capitombolo. Da juventino, sono davvero dispiaciuto per Te. E’ il cuore del tifoso a parlare. Siamo ciò che siamo anche grazie al salentino. E’ lui il Re Mida che ha avviato gli ultimi 9 anni di successi sabaudi. Se parlo, invece, da appassionato italico di pallone, avrei gradito che 4 compagini accedessero agli ottavi di Champions. Queste, unite alle 3 ai sedicesimi di Europa League, avrebbero consentito un en-plein tricolore. Purtroppo, l’Inter non ha strappato il pass. E’ inutile nasconderlo: il pugliese non è simpatico a tanti. Il suo modo di fare può apparire poco umile e molto sicuro dei propri mezzi. E’ quasi costantemente polemico e sembra persino incontentabile. Spesso sposta la colpa su altri. E’ un giochino di cui attualmente nutriamo parecchi luminari anche al di fuori del mondo del calcio. Si tratta del noto “scarica barile”. Penso, in realtà, di aver disegnato un’immagine totalmente errata di Conte. Di fatto è una persona non piena di sé. Ha raggiunto l’apice tramite il lavoro e il sacrificio. Ha mangiato tanta sabbia per conquistare ciò che ha centrato. Da Arezzo all’esonero di Bergamo, non è stato semplice. E’ un uomo che dedica anima, corpo, sangue e cuore a questo sport. Compie tale gesto con un amore incondizionato e non puramente a scopo lucrativo. Il suo carattere, a tratti scontroso, può proprio derivare da ciò. Non è una persona sofisticata e ricca di moine. E’ vero, autentico e sincero. Arriva dal Popolo nel più alto senso possibile della terminologia. Dalle mie parti si direbbe: “pane al pane e vino al vino”. E’ brutalmente schietto. Non finge mai. Qualcuno lo considera pure un mercenario. Un simbolo della Juve che si è venduta all’Inter. Ho un’immagine nitida del Conte bianconero che affermava all’incirca queste parole: “Io non vado in panchina con la bandiera”. Signori, stiamo parlando di professionisti. Mi risulta tutto molto strano perché in tanti trattano il pallone come un’attività “non essenziale” e allo stesso tempo considerano l’amore per la squadra una fede. Equilibrio cercasi.

Non tutto il male viene per nuocere”… Per l’Inter, questa eliminazione dalle Coppe potrebbe risultare utile per il piano definito: “Conquista dell’Italia. Qualcuno sostiene che l’idea di compattare il gruppo unendolo contro tutti sia un tantino vetusta. Non concordo. Sono concetti psicologici che non muoiono mai. E’ vero che l’uomo cambia nel tempo, ma è altrettanto reale che gli aspetti più essenziali della sua psiche non siano modificati. Esistono codici innati. Se Tizio e Caio manifestano una determinata ideologia che è contraria al resto del mondo, è logico e naturale che si sentiranno più vicini e uniti nel condurre la loro missione. Conte può aver fatto leva prima di tutto su questo. Chiunque critica aspramente i lombardi per l’avvio di stagione con relativa fuoriuscita europea. Loro vogliono dimostrare che è un errore. Sai che libidine poter fregiarsi di eventuali successi! Insomma, non si sia ipocriti. Rinfacciare gentilmente un trionfo a chi attacca è l’attività più godereccia del pianeta. Avrei potuto chiaramente rifermi a una nota espressione gergale conosciuta in tutta Italia, ma non vorrei essere volgare. Il volto soddisfatto di Antonio dopo la vittoria contro il Napoli è tutto un programma così come l’atteggiamento calmo e pacato che non notavo da mesi. Non è finita qui. Ora la compagine nerazzurra ha una sola via per salvare la stagione. Disputare un ottimo campionato e una grande Coppa Italia. Questa, però, potrebbe pure risultare un’arma a doppio taglio. Da un lato, leva la pressione della Champions e dell’Europa. Dall’altro, la ripone tutta sul resto degli obiettivi. Cosa sia meglio? Dipende dalla reazione emotiva del singolo individuo. C’è chi necessita della scossa negativa per rimettersi sulla retta via ed esiste anche la persona più ansiosa che non risponde in maniera efficace agli stimoli avversi. Una cosa è certa: l’impegno fisico sarà minore rispetto alla concorrenza. Gran parte della quale, infatti, dovrà disputare almeno un altro turno internazionale. Conte ha sempre vissuto questo genere di situazione come un contributo più che un onere e credo lo farà anche in tale occasione. E’ nella sua confort zone. Sicuramente l’esclusione dalle coppe non è stata atto doloso. Rientra nella fattispecie della colpa, ma può rendere il percorso più agevole.

Eh sì cara Inter… Non puoi nasconderti! Il Tuo mister ti ha posto nella situazione migliore, ma non ci freghi! Il salentino è un grande. Se ci si pensa bene è riuscito pure a scaricare la pressione sugli altri. Dopo le debacle iniziali e il clima non propriamente sereno che il pugliese ha palesato intorno ad Appiano Gentile sono proprio in pochi a credere nella Benamata. Questa può giungere all’obiettivo partendo dalle retrovie. Il leccese è una vecchia volpe nel senso più positivo del termine e credo che Pioli, Pirlo, Fonseca, Simone Inzaghi o De Zerbi debbano ancora “mangiare tanta pappa” per agganciare certi livelli. Manca l’esperienza su determinati palcoscenici che potrebbe vantare il solo Gasperini. Ciò detto, la Juve è troppo forte e resta la mia favorita. Attenzione, però. Antonio Conte è lanciato a mille all’ora e quando è così per gli altri sono guai…

Chiudo con una domanda ai tifosi interisti. Dovesse arrivare il primo Scudetto post Mourinho proprio grazie a chi è da molti definito un “Gobbo”, salireste sul carro? Il quesito non ha alcuno scopo polemico, ma puramente sondaggistico.