Il Napoli condanna alla Serie B il Chievo, vendicandosi in un certo senso di una squadra "piccola", sul cui campo aveva però vinto solo cinque volte in dieci incontri. Inoltre, riducendo a diciassette i punti di distanza dai bianconeri, la squadra di Ancelotti rimanda la festa scudetto della Juventus al prossimo week-end. Al Bentegodi contava solo vincere per ritrovare un pizzico della fiducia in sè stessi persa con gli ultimi risultati, segnare diversi gol e magari non subirne. L'ormai solita distrazione difensiva, all'ultimo minuto della gara, ha però impedito la riuscita di quest'ultimo obiettivo. La squadra partenopea va via da Verona con la prima vittoria di un aprile sin qui nero -due sconfitte e un pari casalingo- e riesce così a confermare il vantaggio di sette punti sulla terza, quando siamo arrivati a sei giornate dalla fine del campionato.

CHIEVO TEST NON PROBANTE Troppo il divario tecnico tra le due squadre in campo per trarre utili indicazioni in vista della partita di giovedì prossimo: Ospina non ha sporcato i guanti, il Napoli ha controllato sempre l'andamento della gara, provando anche soluzioni nuove come il 3-4-3 o quasi del tutto inedite come la coppia di centrali Fabian Ruiz- Zielinski. Si è rivisto, soprattutto nella prima ora di gioco, un Ghoulam propositivo, ma i ritmi lenti sui quali si è impostata la partita, per lui come per gli altri compagni, impediscono di capire il reale stato di forma dell'algerino. Contro avversari che correranno meglio e più velocemente dei clivensi, tutti contro l'Arsenal saranno chiamati a ben altro sforzo psico-fisico rispetto a quello profuso al Bentegodi.

I GRANDI NUMERI DI MILIK Con il 3-1 sul Chievo, intanto, il Napoli, in attesa della partita dell'Atalanta contro l'Empoli, allunga come terzo attacco del campionato e si porta a soli quattro reti dall'attuale primo, quello della Juventus. Vi riesce grazie alla prima doppietta da professionista di Koulibaly (stranamente il senegalese era ancora a secco di gol quest'anno) e al consueto apporto di Milik, giunto al 17°gol in serie A (di cui nessuno su rigore). Arek in questo campionato ha un rendimento che gli consente di trovare la rete ogni 114 minuti giocati, la migliore in Serie A tra chi ha giocato più di 300 minuti. In Italia si elogia tantissimo Piatek, ma, attualmente, la migliore media gol/minuti del campionato ce l'ha il connazionale che gioca al Napoli. Eppure, di Arek, al sesto gol trovato da fuori area (una rarità per una prima punta), si parla poco e spesso molti continuano a farlo con scetticismo.

Il PROBLEMA DIFESA Intanto, da marzo in poi il Napoli subisce sempre gol -ad eccezione della gara interna col Salisburgo- e, con quello subito allo scadere da Cesar, diventano addirittura otto le gare consecutive in cui ha preso almeno una rete. Statistiche che non incoraggiano in vista dell'Arsenal: proprio dal mantenere la propria porta inviolata passano le speranze di qualificazione della squadra di Ancelotti. E dire che nelle precedenti cinque gare di campionato (dalla trasferta col Milan a quella di Parma) il Napoli non aveva subito nemmeno una rete: una metamorfosi netta e repentina, difficilmente spiegabile con la sola assenza prolungata di un pilastro e leader come Albiol (infortunatosi dopo la seconda delle suddette gare senza subire reti). Sicuramente contribuisce il fisiologico rilassamento coinciso dalla partita persa immeritatamente con la Juventus, che ha chiuso definitivamente il campionato, ma quello della fase difensiva carente non può nemmeno essere solo un problema di attenzione. In ogni caso, in vista di giovedì, non resta che, scaramanticamente, affidarsi alla legge dei grandi numeri (e a San Meret da Udine).

AL RITORNO SARà UNA PARTITA DIVERSA All'Emirates -per differenze di fatturato, valore della rosa, esperienza internazionale dei giocatori in partite di quella importanza, nonchè rendimento interno dei Gunners (senza dimenticare quello esterno degli ultimi anni europei del Napoli)- l'analisi fredda dei numeri faceva pensare che fosse oggettivamente quasi impossibile immaginare andasse molto diversamente dal negativo 2-0 con cui si è chiusa la partita d'andata. Novanta volte su cento che la si gioca, in qualunque modo la si prepari e la si affronti, quest'anno Arsenal-Napoli termina con la prima vincitrice, questa è la verità. Giovedì prossimo, però, potrebbe andare diversamente e sono gli stessi numeri a suggerirlo timidamente. Lo fa pensare il rendimento stagionale interno del Napoli -al San Paolo ha vinto 16 delle 22 partite giocate, segnando 46 gol e subendone 14- e quello esterno dell'Arsenal. La squadra di Emery ha vinto appena sei delle sedici partite giocate lontano dall'Emirates, viaggiando a una media punti di 1,38, appena superiore alla metà di quella avuta dagli stessi Gunners in casa durante il campionato in corso. La qualificazione per il Napoli sarà ovviamente molto difficile e resta improbabile (i londinesi sono complessivamente più forti e hanno guadagnato un vantaggio molto importante). Sicuramente, però, sarà una partita completamente diversa da quella dello scorso giovedi. Sopratutto se il pubblico del San Paolo -come auspicato dallo stesso Ancelotti nella conferenza stampa post Chievo- diventerà protagonista nella maniera determinante che molte volte gli riesce.