Se Insigne non avesse trovato il pareggio con una splendida esecuzione della tipologia di tiro che tanto ama, quella di Reggio Emilia poteva essere etichettata come la più brutta sconfitta della stagione. Più delle due contro la Juve, di quella contro l'Inter in inferiorità numerica o con la Samp a settembre, quando Ancelotti non aveva ancora modellato questa squadra secondo le sue idee. Peggiore anche della sconfitta esterna sul difficilissimo campo di Liverpool o di quella in Coppa Italia col Milan, avversario ingiustamente sottovalutato da troppi. In realtà, se in trasferta regali alla squadra di Gattuso un gol dopo dieci minuti, negli ultimi mesi per tutti sarebbe stato complicato ribaltare quella partita.

UN X GIUSTO QUANTO BRUTTO- Il pareggio finale di Reggio Emilia è il risultato più giusto: il Sassuolo ha fatto un solo tiro nello specchio della porta difesa da Ospina e il computo totale dei tiri, così come il possesso palla e il numero dei calci d'angolo, sono stati ampiamente a favore degli azzurri. Numeri che si spiegano soprattutto rilevando come il Napoli, anche pieno di riserve, sia molto più forte tecnicamente del Sassuolo. Tuttavia, come prestazione, i nostri giocatori si sono attestati su un livello decisamente mediocre. Quello di Reggio è un campo difficile sia come tradizione (sono arrivate una sconfitta e tre pareggi le ultime quattro volte che il Napoli vi ha giocato) che tecnicamente (in quattordici partite di campionato, solo Milan, Juve e Atalanta hanno vinto al Mapei Stadium), ma ci sono modi e modi di arrivare anche a un pareggio e ieri, soprattutto nel secondo tempo, si è scelto uno dei peggiori.

NIENTE SCUSE- Si dirà che mancavano le motivazioni in campionato, tanto più con la delicata e fondamentale trasferta di Salisburgo in programma giovedì prossimo. Ma, in campo contro il Sassuolo, di chi giocherà in Austria, c'era il solo Allan e appena uno tra Insigne e Mertens. Le motivazioni, dunque, dovevano essere alte per gli undici in campo, che avevano una grossa chance per mettersi in mostra e far ricredere l'allenatore. Non è andata così e contro un buon Sassuolo, motivato a fare una bella partita contro un avversario di prestigio - anche perché reduce da una sola vittoria nelle ultime dieci di campionato- si è vista la disfatta di chi doveva fare la partita della vita e invece si è disimpegnato con una deludente prova. Ora scendono a sei i punti di margine sulla terza: non va abbassata la guardia per il raggiungimento di un sempre prestigioso secondo posto. Recenti buone abitudini a parte, è un'ottima posizione per quelle che erano le attese e le previsioni generali alla vigilia del campionato, attuali (e smemorati) disfattisti in primis.

RINCALZI SOTTO TONO- Giusto, dopo due terzi di stagione e in vista di una partita più importante, dare una chance a chi potenzialmente -per valore di mercato e ingaggio goduto- può e deve essere decisivo contro la dodicesima del campionato. Verdi, Diawara, Ounas e Ghoulam avevano un'ottima possibilità per far capire l'apporto che sono in grado di fornire alla squadra e invece hanno deluso e la vera brutta notizia, per alcuni di loro, è che non è nemmeno la prima volta che accade. Koulibaly e Allan non sempre possono fare miracoli, così come era difficile pretendere di più da centrali come Chiriches e Luperto che per diverse ragioni hanno sin qui giocato pochissimo. Sostanzialmente, anzi, la linea difensiva contro un Sassuolo che con 23 gol nelle precedenti 13 partite in casa era tra i migliori attacchi "casalinghi" della serie A, non ha fatto male. Sarà giovedì che il rumeno e il napoletano dovranno dimostrare il loro valore, giocando per la prima volta in carriera assieme, in una trasferta insidiosa contro una squadra che in questa Europa league era la compagine ad aver segnato sino agli ottavi il maggior numero di reti.

ENNESIMA BOCCIATURA PER LA COPPIA MERTENS-INSIGNE - Purtroppo arriva anche la conferma che Mertens e Insigne assieme continuano a non funzionare quando sono da soli a sostenere la responsabilità dell'attacco: non segnano giocando come uniche due punte in campo dal 2 novembre contro l'Empoli. Ieri, un passo indietro per Dries e lo stesso Lorenzo che, bellissimo gol a parte, sino a quel momento non è che avesse fatto granché. Se non ci sarà una netta inversione di tendenza nel finale di stagione, stando i miseri e impietosi numeri da novembre 2017 in poi degli attaccanti partenopei, Milik escluso, a prescindere dai diversi schemi coi quali hanno giocato, occorrerà per rinforzarsi coraggio in sede di mercato