Pareggia una partita giocata per due terzi in superiorità numerica contro la quattordicesima del campionato, dopo aver perso in trasferta contro la terz'ultima. Difficile immaginare per la squadra di Ancelotti una marcia d'avvicinamento peggiore alla partita che da un mese è inconsciamente nella mente di ogni componente -dirigenza, squadra e tifoseria- del calcio Napoli.

LA MARCIA VERSO L'EMIRATES DEL NAPOLI - Più in generale, è negativo il girone di ritorno di questa squadra, solo al sesto posto della classifica che considera i risultati dalla ventesima giornata in poi. Da quel momento, il Napoli ha racimolato appena cinque vittorie in dodici gare, un numero di partite nelle quali ha raccolto quattro punti in meno della "seconda", l'Atalanta. Preoccupa soprattutto il rendimento difensivo della squada partenopea: il Napoli ha mantenuto la propria porta inviolata solo una volta nelle ultime otto partite giocate e ne ha subiti ben nove nelle ultime sei di campionato. Un numero di reti preso nelle precedenti diciannove di serie A e utile a comprendere l'involuzione in atto da inizio 2019, palesatasi maggiormente da marzo, in coincidenza con il prosieguo del percorso in Europa League. Difficile capire dal di fuori le cause di questa flessione, anche perchè Ancellotti ha detto domenica sera che i test fisici della squadra sono molto positivi. Se questo netto calo fosse, come sembra, soprattutto un problema di testa, si potrebbe essere ottimisti in vista di giovedì, quando c'è una partita che in termini di grandi motivazioni si prepara da sola.

COME ARRIVA L'ARSENAL A GIOVEDI' - Decisamente diverso l'approccio alla sfida dell'Emirates da parte dell'Arsenal, sconfitto ieri sul campo dell'Everton, ma vincitore di otto delle ultime undici partite giocate tra campionato e coppe (il Napoli ne ha vinte cinque nello stesso numero di gare considerato). In questo medesimo numero di partite, l'Arsenal ha segnato ventuno gol e ne ha subiti appena otto, chiudendo la partita con la porta inviolata in ben cinque occasioni. Numeri che certificano la difficoltà della sfida di Londra, come se non bastasse un valore della rosa, per i valori di mercato complessivi dei giocatori riportati dai siti specializzati, di più di sessanta milioni a favore dei Gunners.

INEVITABILE PENSARE ALLA COPPA MA NON DEVE DIVENTARE UN ALIBI - Del resto, "Arsenal", nella marcia di avvicinamento al San Paolo e aspettando sugli spalti l'inizio della partita, è stata di gran lunga la parola più ascoltata. Umano che anche i giocatori -con una Juve capace di vincere ventisette partite di campionato su trentuno e un secondo posto sempre piuttosto al sicuro- abbiano inconsciamente avvertito, al di là della professionalità che impone loro di dare sempre il massimo, la pressione di un ambiente che attende una coppa europea da trent'anni esatti e da quasi quattro non vince nulla. Nonostante tutto questo, si poteva però evitare di perdere così tanti punti per la strada e sicuramente il primo a crederlo è uno che ne ha viste davvero tante -a questi e a più alti livelli- come Ancelotti, apparso piuttosto seccato nelle dichiarazioni post Napoli-Genoa.

PROVA ARSENAL - Il nome della squadra del Nord di Londra sarà il test con il quale si valuterà' il livello di positività di questa stagione, inevitabilmente di costruzione dopo la fine di un ciclo bello e quanto mai intenso. Quest'anno ha avuto innanzitutto il merito di certificare -visto che ci sta anche chi si dichiara deluso da come stia andando la stagione- che il Napoli ha un organico che vale ampiamente il secondo posto, raggiunto in due circostanze su tre negli ultimi anni. Un piazzamento ottenibile non rinunciando a giocarsi le proprie chances anche in Europa. Non era così ad agosto per la maggioranza di addetti ai lavori e buona parte della tifoseria, che riteneva il Napoli squadra capace di questo tipo di piazzamento soprattutto grazie agli schemi utilizzati e giocando per un solo obiettivo stagionale. Una consapevolezza ormai acquisita della propria forza che permetterà, una volta conosciuto a fondo l'organico e valutatolo in campo per un anno, di fare una mirata campagna di rafforzamento per avere più punti in campionato e mantenere al contempo la massima competività nelle altre competizioni. Il rammarico è costituito dai venti punti di distacco dalla Juventus: fatto salvo il periodo d'assestamento iniziale, non commettendo ingenuità come quelle delle ultime giornate sarebbe potuto essere minore.
Nemmeno va dimenticato che la società bianconera la scorsa estate abbia investito la "spaventosa" cifra di oltre 150 milioni di passivo nella sola campagna trasferimenti per rinfonzarsi enormemente, grazie all'ingaggio di top player nei loro ruoli come Ronaldo, Cancelo, Bonucci e Can. Il Napoli ha una rosa, ora lo si sa, che -da qualunque ottimo allenatore sia guidata- vale almeno ottanta punti in campionato: questo ha confermato a una vasta platea di scettici estivi il primo anno di Ancellotti e non raggiungerli (adesso si viaggia a una media di circa 78-79) sarebbe una sconfitta per tutti (lo stesso tecnico emiliano l'ha sottolineato) .

PARTITA DA DIMENTICARE AL PIU' PRESTO - Poco da dire su una gara giocata a viso aperto da due squadre che -per diversi motivi di classifica- potevano giocare senza eccessivi stress l'incontro. Il Napoli è sceso in campo con buona parte dei titolari: attualmente non lo sono Karnezis (buona prova la sua, nonostante non giocasse da inizio dicembre) e Ghoulam, e solo parzialmente possono definirsi tali Hysaj e Mertens. Lo ha fatto contro un Genoa reduce da due brutte sconfitte ma che in precedenza con Prandelli, arrivato alla quindicesima giornata, aveva avuto un rendimento da metà classifica (diciotto punti nelle prime quattordici di campionato della sua gestione).
Nonostante la superiorità numerica a favore per oltre un'ora di gioco, il Napoli non ha ottenuto i tre punti. Colpa di un brutto primo tempo -chiuso dal Genoa tirando più degli avversari in porta e guadagnando un maggior numero di calci d'angolo- e di una ripresa nella quale anche la sfortuna e le parate -almeno tre ottime- di Radu hanno impedito la vittoria.
In vista dell'Arsenal, le buone notizie vengono solo dal ritorno in campo di Insigne e dal 104°gol con la maglia del Napoli di Mertens. Sono i 115 di Maradona il prossimo obiettivo da raggiungere per Dries, magari già nelle eventuali dodici partite che tutti speriamo la squadra debba ancora giocare quest'anno.