Chissà con quali funesti umori si sarebbe chiuso il 2018 del Napoli se Mertens, a partita quasi conclusa, non avesse interrotto la personale astinenza dal gol in Serie A, durata dal 2 novembre e consistita in ben 437 minuti giocati senza segnare. Con la rete del belga, invece, il Napoli va alla lunga sosta di campionato (la Serie A torna nel terzo week-end di Gennaio) chiudendo a 44 punti il girone d'andata e mantenendo a una sola cifra il distacco dalla Juventus. Ci riesce, ma di certo non si fa ammirare per come ha giocato. Se è vero che le vittorie sofferte sono le più emozionanti, lo è altrettanto che la squadra vive un periodo di poca brillantezza nel gioco, nonostante continui a produrre con buona facilità occasioni da rete. Gli uomini di Ancelotti hanno vinto sei delle ultime otto partite di campionato, ma quella contro il Bologna è, tra questi successi, la quinta a essere archiviata con un solo gol di scarto a proprio favore. Un segnale di carattere, di capacità di soffrire e di tenuta atletica, ma anche di come, dopo uno splendido ottobre, i mesi di novembre e dicembre abbiano visto un piccolo quanto fisiologico calo nel rendimento e, soprattutto, nel gioco
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CONTRO UN BOLOGNA ORGOGLIOSO PESANO LE ASSENZE- Sebbene si affrontasse la terz'ultima della Serie A, era quasi scontato prevedere che non sarebbe stato facile giocare senza due dei tre giocatori sin qui utilizzati in campionato, Koulibaly e Insigne, nonché di capitan Hamsik.
Quello della squadra di Inzaghi era il secondo peggiore attacco della Serie A e forse anche per questo Ancelotti ha scelto una squadra molto offensiva e con scarse capacità nella fase difensiva. I due terzini e i due laterali di centrocampo (sulla destra Malcuit e Callejon, sulla sinistra Ghoulam e Verdi) schierati titolari sono più bravi a spingere che a difendere, così come del resto anche Zielinski, utilizzato al posto di Hamsik come regista. Una scelta che è sembrata pagare a inizio partita, quando Milik ha portato in vantaggio il Napoli e sono state create tre nette palle gol (tiro a giro di Mertens e due incornate del polacco a portiere battuto).
Il pareggio prima dell'intervallo ha reso tutto più complicato e non è bastato ad Ancelotti, una volta tornato in vantaggio (grazie al bel secondo gol di Milik,, su splendido assist di Malcuit) coprirsi sostituendo la catena di sinistra con due uomini più bravi a difendere (Mario Ruiz e Fabian) di chi aveva giocato sino a quel momento.
La rete segnata da Danilo sembrava aprire fianco a polemiche e delusione tra una parte del tifo azzurro, ma Mertens, con un gol dei suoi, ha garantito i tre punti.
 
L'IMPORTANZA DI KOULIBALY- Si è già detto varie volte quanto, oltre a essere efficace, il senegalese sia spettacolare. Su come sia anche indispensabile, basta poi osservare un dato capace di far comprendere perché sia stato l'unico della rosa al quale Ancelotti non abbia concesso un minuto di riposo nelle prime 24 partire stagionali. Lo stesso Napoli che da inizio ottobre in poi in una sola partita aveva subito più di un gol e che, prima della rete di Lautaro, aveva subito un solo gol nelle ultime sei gare, nei 99 minuti successivi all'espulsione di Koulibaly, ne ha presi addirittura tre. Contro il Bologna si è visto come KK sia importante nell'essere il primo regista della parte iniziale della manovra e, soprattutto, come sia indispensabile nel chiudere le piccole falle del reparto e a far apparire tutto facile e finzionante. Non resta che sperare gli dimezzino al squalifica.
 
I NUMERI DI MILIK- Le buone notizie vengono dall'attacco: il Napoli in Serie A aveva segnato solo dieci gol nelle ultime sette gare e in quattro di queste aveva fatto al massimo un gol. La partita col Bologna consacra (quasi) definitivamente Milik. Proprio lui, l'attaccante considerato con certezza da molti - pur avendo potuto vedere in due anni poche sue partite, la maggioranza delle quali condizionate da lunghe convalescenze a delicate operazioni- a inizio dicembre inadatto a una grande squadra come il Napoli. Ebbene, chiude il girone d'andata con dieci reti (le stesse realizzate da Cristiano Ronaldo senza rigori, pur avendo giocato poco più della metà dei minuti del portoghese). Arek viaggia alla migliore media gol/minuti del campionato (uno ogni 98) e, senza considerare le reti realizzate dal dischetto, solo Piatek e Quagliarella hanno fatto meglio di lui, con 11 reti. Dovesse continuare davvero così, il Napoli avrebbe trovato in casa una prima punta forte fisicamente di valore europeo. Intanto , grazie anche al gol di Milik, gli azzurri chiudono girone d'andata e a 37 reti siglate: uno solo in meno della Juventus, che ha il miglior attacco sin qui del campionato (il primo, dopo i sei gol rifilati al Sassuolo, è dell'Atalanta).
 
BUONA CHIUSURA DEL 2018, 53 vs 54 PUNTI- Gli azzurri vanno in vacanza sapendo che al loro ritorno in campo contro la Lazio mancheranno contemporaneamente per squalifica i tre uomini piu' utilizzati da Ancelotti: ai già noti Insigne e Koulibaly, si è aggiunto Allan che, da diffidato, si è fatto ammonire. Si va alla sosta con 44 punti in campionato e 53 complessivi (sommando i punti ottenuti in campionato con quelli conquistati nel girone di Champions). Considerando le due competizioni sin qui affrontate e le venticinque partite di riferimento, tramite un rapido confronto con l'anno scorso, si evince come in questa prima parte di 2018-19 sia stato conquistato un punto in meno. Numeri che confermano come, nonostante una sorta di rivoluzione tattica e gestionale dell'organico, si sia fatto bene come forse quasi nessuno alla vigilia poteva sperare. La bontà del lavoro svolto da due grandi allenatori e, soprattutto, la qualita dell'organico partenopeo, a prescindere da chi lo diriga, sono altre preziose conferme. Considerando che solo a dicembre sono tornati due elementi importanti come Meret e Ghoulam e che giocatori talentuosi come Verdi (ottimi alcuni lampi mostrati ieri contro la sua ex squadra) e Younes hanno giocato sin qui pochissimo, i motivi per pensare che il Napoli possa fare bene nel 2019 non mancano.