CADE L'IMBATTIBILITA' CASALINGA DOPO 18 PARTITE. CONFERMATI I PREGI E I PROBLEMI DI QUESTA SQUADRA

Lo sfizio, purtoppo, non è stato tolto: non solo non è stata sconfitta, ma la Juve vince al San Paolo. Resta così il solo Westfalenlentadion di Dortmund come campo ancora inespugnato, tra quelli che ospitano le squadre che giocano i cinque maggiori campionati europei e contemporaneamente disputano le coppe internazionali.

Difficile giudicare una partita che ha avuto tre fasi ben distinte tra di loro: la prima, e forse più indicativa, è quella giocata undici contro undici, in cui il Napoli era in controllo della partita e aveva fatto maggiormente della Juventus.

IL VERO PROBLEMA ARBITRALE NON è L'ESPULSIONE - La seconda, è iniziata con la grave ingenuità di Malcuit e la conseguente espulsione di Meret. Una decisione arbitrale che sembra ricadere nella categoria del "ci può stare", il commento con il quale una persona di cultura e scafata come Benitez, dopo due anni e mezzo in Italia, mise alla luce un problema del calcio italiano. Secondo lui, la squadra storicamente più forte d'Italia veniva spessissimo accompagnata con quel giudizio nelle decisioni più o meno dubbie a favore, che magari a squadre invertite sarebbero state opposte.
Va detto: a velocità naturale la maggioranza di noi si sarebbe comportata come l'arbitro, così come, però, moltissimi sarebbero andati a vedere il Var. Quel che è veramente antipatico, in Serie A, è piuttosto che passi come normale che uno degli arbitri più bravi, Rocchi, per circa 30 giornate, dopo Juve Napoli 0-1dello scorso aprile, non abbia arbitrato più i bianconeri. Una sorta di "punizione" data dai designatori, visto che sembra difficile che uno dei più stimati arbitri per un periodo così lungo non l'abbia più incontrata in campo: è la squadra più forte in Italia che garantisce visibilità e carriera dirigendola e se non la si arbitra, si riceve un evidente danno.
Notato questo, in una situazione come quella di ieri, trenta partite dopo l'ultima volta, la maggioranza di noi, al posto dell'arbitro, avrebbe dato nel dubbio quel rosso? Credo di sì. Soprattutto, la vera domanda è: l'avrebbe dato a squadre invertite senza nemmeno vedere il Var? Credo che la risposta sia (purtroppo) abbastanza scontata, così come lo è che si continuerà con questi metodi di designazione sino all'infinito, perchè ai più forti e ricchi così conviene. Preciso nuovamente: dico questo anche pensando che la cosa più giusta da fare fosse l'espulsione di Meret e che la Juventus di quest'anno sia tre spanne tecnicamente superiore alle altre italiane.

PRESTAZIONE COMPLESSIVAMENTE BUONA - Gli ultimi venti minuti del primo tempo, con i due gol del nuovamente "promosso" tiratore di punizioni Pjanic, e di Emre Can, inframmezzati dal clamoroso palo di Zielinski, hanno visto la Juve approfittare di un Napoli scosso e disorientato per ipotecare la vittoria. In quei venti minuti si è visto un brutta versione della squadra azzurra, disorientata e scorata, palo di Zielinski parte (episodio che pure ha contribuito alla contemporanea frustrazione di quei momenti).
Infine, un secondo tempo giocato con coraggio e orgoglio da un Napoli che non voleva subire imbarcata da una squadra non più al meglio e con problemi di autostima, ma che aveva vinto pur sempre dieci delle ultime tredici partite giocate tra campionato e coppe. Un bellissimo secondo tempo, con un palo e un rigore sbagliato, non sono però bastati. Una sconfitta immeritata, che lascia ai tifosi napoletani solo la consapevolezza di sostenere una squadra dal grande carattere, che non molla nemmeno nelle condizioni più avverse e estreme.

LA CRISI DI MERTENS E INSIGNE - Che il Napoli contro la capolista abbia giocato bene è certificato del resto dai voti letti nel giorno dopo ai suoi giocatori, tra i quali le insufficienze sono solo per Malcuit (al primo vero errore stagionale, il suo bilancio stagionale resta più che positivo al momento) Hysay nel ruolo non naturale di terzino sinistro e per i tre attaccanti schierati. La rispettabile scelta del cambio del polacco (sino a quel momento mai pericoloso) e non di Insigne (al momento del cambio, il sottoscritto che non pretende di saperne di calcio, da ignorante avrebbe tolto il capitano) dopo l'espulsione è a posteriori stato un bivio del prosieguo del match. Ha fatto sì che il Napoli si ritrovasse in campo senza terminali offensivi - prima Insigne, poi coadiuvato da Mertens- in buona vena realizzativa e in fiducia.
Ripetuto che i numeri dicono che il loro problema era già più che evidente nell'ultimo terzo dello scorso campionato (entrambi fecero un solo gol nelle ultime undici giornate dell'ultima Serie A), il problema offensivo -sfortuna a parte, visto i 20 e più pali stagionali- è serio. In vista dell'Europa League -vero grande obiettivo rimasto assieme alla difesa del secondo posto- occorre trovare chiavi di lettura per risolvere in qualche modo la loro prolungata e profonda crisi (per il belga un gol nelle ultimi 772 minuti giocati, per il napoletano due negli ultimi 962), interrotta da entrambi soltanto nei primi tre mesi di Ancelotti. Continuo a dirlo: così come a quello di Sarri, anche a questo manca il fondamentale apporto del vero Ghoulam, troppo sottovalutato nelle fortune degli anni scorsi.

ACINO DI SALE PER FARE LA MINESTRA - In generale, grande sfortuna a parte (il numero di pali, quasi uno a partita, è clamoroso, così come la sfortuna avuta nei momenti chiave in Champions, le trasferte di Parigi e Liverpool su tutte), resta un Napoli che sinora ha ottenuto quel che poteva e non era scontato all'inizio.
Il secondo posto e la lotta serrata contro le due big europee, mentre resta il rimpianto in Coppa Italia, dove ha giocato male una partita in trasferta subito messasi in salita per un errore individuale (contro una squadra più che scorbutica, come hanno confermato i successivi mesi al match).

Sinora la compagine di Ancelotti dà l'impressione che le manchi sempre il famoso acino di sale per fare la minestra. Il tecnico è convinto sostenitore del Karma nel calcio e crede che la sfortuna e la fortuna alla fine si riequilibrino: speriamo di averne riprova in Europa League.