Una prova brutta e grigia come la maglia con la quale è scesa in campo condanna il Napoli alla quinta sconfitta di questo campionato, la quarta in trasferta. La squadra di Ancelotti, nella classifica che considera le sole gare giocate in trasferta, ha gli stessi punti dell'Inter (sebbene con una partita in meno dei nerazzurri) e ben tredici in meno della Juve. A prescindere dalle giuste attenuanti che spiegano la sconfitta di ieri sera, sono numeri che provano una maturità caratteriale ancora lontana dall'essersi completata. Tra sette giorni all'Emirates Stadium - nella prima parte della doppia sfida che sancirà il livello di positività della prima stagione di questo nuovo ciclo - occorrerà mettere in campo il carattere mostrato a ottobre al Parco dei Principi, per mettere in mostra quelle che sono le comunque ottime qualità di questo organico.

UN CAMPO TRADIZIONALMENTE OSTICO - Che Empoli fosse per il Napoli un campo "maledetto" è ormai noto: la squadra partenopea ha vinto al Castellani una sola volta in otto occasioni. Una percentuale di successi corrispondente al 12.5% che contro le squadre di questo campionato è più bassa -sebbene il dato sia da prendere come semplice curiosità, essendo il numero di partite così diverso con quello di altre società stabilmente in Serie A- solo quando il Napoli gioca in trasferta contro Juventus e Inter. Ventuno anni fa a Empoli fummo addirittura capaci di perdere 5-0: la squadra guidata all'epoca da Spalletti demolì un Napoli derelitto (in campo, a rappresentarci indegnamente, c'era anche un "certo" Massimiliano Allegri, a fare compagnia a gente del calibro di Stojak e Crasson) che sarebbe retrocesso mestamente a fine stagione.

UN FASTIDIOSO MA INNOCUO INCIDENTE? - Venendo alla partita di ieri, quando in un clinic sul calcio si vorrà spiegare quanto la differenza di valori tecnici da sola non basti in questo sport per determinare un risultato, probabilmente verrà proiettata Empoli- Napoli di quest'anno. A fine stagione una squadra che si deve salvare sconfigge sul proprio campo una ai vertici della classifica, che però non ha più (quasi) nulla da chiedere al campionato: un copione conosciuto a memoria da chi segue con attenzione il calcio e ripetutosi ieri, purtroppo, al Castellani. I toscani corrono di più e meglio dei loro avversari, lottano su ogni palla con la determinazione di chi sa di stare disputando una partita che può cambiare le sorti della propria stagione. Gli uomini di Andreazzoli giocano un bellissimo secondo tempo e meritano la vittoria, mettendo in mostra almeno due o tre giocatori di talento e prospettiva. Per il Napoli, lontano in classifica un abisso dalla Juve, a distanza di sicurezza dalla terza e a una settimana dall'Arsenal, non potevano inevitabilmente esserci gli stessi stimoli degli avversari: giusto far rifiatare qualcuno e mettere invece in campo chi, avendo giocato di meno, poteva avere quel supplemento di determinazione, dato dalla voglia di mettersi in mostra. Hanno deluso però un po' tutti i quattordici giocatori schierati in campo da Ancelotti. Quella di ieri è una sconfitta che, se da un lato interrompe il processo di autostima a cui teneva il tecnico, può dall'altro stimolare il gruppo a rendersi conto che, se non dà sempre il 101% di quel che può, perde parte delle pur ottime potenzialità di cui dispone. Solo domenica sera contro il Genoa si capirà se, come sembra, quello di Empoli sarà stato un fastidioso ma innocuo incidente sulla strada della conquista del secondo posto e della preparazione alla, in un certo senso storica, sfida con l'Arsenal.

LE INDICAZIONI DI UNA SCONFITTA AMARA - Difficile approfondire una sconfitta che al momento sembra non costare molto: il secondo posto -un traguardo sempre prestigioso, da difendere con le unghie e con i denti- è ancora tenuto al sicuro da sette punti di vantaggio. Come in ogni campo della vita, una batosta deve però almeno insegnare qualcosa per avere un senso.
Le prime indicazioni che possono venire utili da questa brutta sconfitta, per la conclusione della stagione e soprattutto per l'allestimento della rosa della prossima, sono, in ordine sparso:
1) Koulibaly giocando da centrale difensivo di destra perde parte delle sue eccellenti qualità, sia nella chiusura delle trame avversarie, che come primo regista della manovra della sua squadra. Luperto non ha giocato male, ma, essendo esclusivamente mancino, costringe il senegalese a spostarsi di quei pochi metri sufficienti a disorientarlo parzialmente in entrambe le fasi di gioco. KK, lo si era notato già nelle poche volte che in passato aveva cambiato leggermente posizione, costretto a muoversi in maniera diversa, con e senza palla, perde importanti riferimenti e tutto gli riesce molto meno naturalmente. Meglio considerare il bravo Luperto esclusivamente quando Koulibaly.
2) Al motto "Sono tutti utili, ma nessuno indispensabile, se non si chiamano Koulibay o Allan" con il quale si è gestita la rosa quest'anno e si punta a rafforzarla il prossimo, oltre a quello di Milik - ieri in ombra, ma anche mal servito dai compagni- va probabilmente aggiunto anche il nome di Fabian Ruiz. Lo spagnolo compiva ieri 23 anni e non ha cambiato le sorti della gara al suo ingresso, ma il suo tipo di regia della manovra non ha attualmente alternative in rosa, né in Diawara, né in Zielinski, il quale, bel gol a parte, continua a mancare della necessaria personalità richiesta da questo particolare ruolo.
3) Ounas da seconda punta non riesce ad esprimere il talento di cui è dotato: spalle alla porta e in spazi stretti, perde le sue caratteristiche di ala brava, nell'uno contro uno, a sfruttare la personale grande velocità palla al piede.
4) Verdi è bravo tecnicamente ma deve decidere se ha anche gli indispensabili attributi di chi può definirsi ottimo giocatore: nulla da dire sulle capacità tecniche di un giocatore capace di tirare benissimo con entrambi i piedi e dotato di visione di gioco (l'anno scorso fece 10 gol e altrettanti assist). Nemmeno quest'anno sta facendo in assoluto male, visto che in 627 minuti giocati - va detto a sua discolpa che ha avuto una serie di piccoli, ma fastidiosi infortuni- ha comunque segnato quattro reti e sfornato tre assist. Tuttavia, non riesce ancora a imporsi come giocatore sul quale contare nelle avversità, non trova la giocata che risolva una partita complicata: anche contro l'Empoli non è riuscito a farsi davvero notare positivamente in un momento difficile della sua squadra.