La Fiorentina tra le mura amiche, reduce dall'aver perso una sola delle ultime dieci partite giocate, non sarebbe stato un avversario facile per nessuna squadra. Oltre alla difficoltà tecnica, per il Napoli si aggiungeva poi quella psicologica: la partita si giocava in uno stadio evocante, in dieci degli undici giocatori titolari azzurri scesi in campo al Franchi, l'amarissimo 29 aprile dello scorso anno. Quel giorno la Fiorentina sconfisse il Napoli 3-0: con quel risultato, si spensero le speranze partenopee di vincere un titolo per tanti versi meritato. Ieri, paradossalmente, sempre a Firenze, si sono annullate le residue ambizioni di riaprire questo campionato.

USCIRE DAL LIMBO- L'amarezza derivante dalla definitiva consapevolezza di aver fatto bene sin qui, ma di non avere speranze reali di rimontare la Juve, è tanta. Arriva dopo -nonostante gli inevitabili problemi nel mettere a regime un nuovo ciclo- aver raccolto quanto (e non è poco) in tre degli ultimi dieci campionati avrebbe dato il primo posto (52 punti in 23 partite). La situazione di classifica "condannante" il Napoli all'ennesimo secondo posto -un ottimo risultato che appare ingiustamente, stante i distacchi, anche scontato- non deve essere però una scusa per far rilassare chicchessia. Occorre puntare forte all'Europa League, una coppa dove solo 2-3 squadre hanno un livello tecnico superiore alla rosa del Napoli e fare in tutti i modi il necessario per sfruttare le restanti 15 partite di campionato per conoscere al meglio l'organico, capendo cosa fare per renderlo ancora più competitivo la prossima stagione.

DIFESA SUPER- Le buone notizie vengono da una fase difensiva sempre più d'alto livello, nella quale per una delle prime volte in stagione Maksimovic ha brillato anche come centrale: l'attacco viola, reduce da 15 gol nelle ultime quattro partite, ha richiesto un solo intervento a Meret (bravissimo a farsi trovare pronto sul tiro di Veretout). Per il resto, il Napoli, aiutato da un Allan tornato a esprimersi ai livelli precedenti alla trattativa col Psg -Ugolini di Sky nel pre partita ha rivelato che Ancellotti si è opposto fortemente alla cessione del brasiliano, tranne che per cifre fuori dal mercato: bene ha fatto a mettersi di traverso il tecnico emiliano, ci ha ricordato il brasiliano ieri- non ha rischiato nulla all'Artemio Franchi. La squadra azzurra ha prodotto quattro - più che nitide- occasioni da gol. Mertens, Insigne e Milik non le hanno concretizzate: soprattutto i numeri dei primi due, sono purtoppo impietosi e, di giornata in giornata, il dovere di aggiornarli si fa sempre più doloroso. Il belga ha segnato un gol negli ultimi 660 minuti, Insigne una rete negli ultimi 792: cifre che prescindono da una posizione cambiata di qualche metro (e che all'inizio non aveva inficiato nel loro rendimento) e che testimoniano il loro momento professionale difficile. Gianluca Di Marzio sul suo blog questa settimana ha rivelato di sapere che il Napoli ha come primo obiettivo per la prossima stagione una forte prima punta: vedendo gli ultimi mesi vissuti da questa squadra, un orientamento di mercato senz'altro condibivisibile. Per il resto, manca brillantezza nella manovra offensiva, pur se è sempre doveroso tarare il commento di una prestazione all'avversario e al momento che quest'ultimo sta vivendo. Resta dunque difficile criticare un Napoli che in trasferta contro chi ha perso solo una partita delle ultime dieci e segnato 15 gol nelle ultime 4, ha fatto fare solo una parata al proprio portiere e creato quattro nitide palle gol, un paio delle quali assimilabili, senza esagerare, a rigori in movimento.

MANCA IL MIGLIOR GHOULAM- Come il Napoli dell'ultimo terzo dello scorso campionato (22 punti in 12 giornate, con appena 17 gol segnati) anche questo ha difficoltà, specie in trasferta, a produrre con facilità occasioni da gol. Del resto, i numeri sono impietosi: nelle ultime otto partite di Serie A il Napoli ha segnato 10 gol, non andando a segno in ben tre gare (e, dato ancora più preoccupante, ha fatto un solo gol nelle ultime sei partite giocate, tra campionato e coppe, in trasferta). L'impressione è che occorra recuperare appieno Ghoulam, un giocatore che dopo un anno di assenza adesso è inevitabilmente il fantasma di quello conosciuto sino a dicembre 2017, quando era stato uno dei segreti più importanti di quella squadra incontenibile offensivamente (nell'anno solare 2017, in 39 partite furono segnati 96 gol).