Proprio come nella passata stagione, termina a reti inviolate la trasferta in campionato del Napoli contro il Milan.
Analogamente a quel pari ottenuto lo scorso aprile da una squadra azzurra già involuta nel rendimento (avrebbe terminato raccogliendo "appena" 22 punti nell'ultimo terzo di campionato, 12 partite), anche la prova offerta ieri sera dalla compagine allenata da Ancelotti non è stata brillante. I partenopei contro i rossoneri avevano vinto ben tre delle ultime cinque volte nelle quali li avevano affrontati a San Siro, ma tale inerzia positiva non è bastata in una gara sulla carta, a ben guardare i numeri, molto ostica. Si affrontava un Milan che nelle ultime sei gare di campionato aveva trovato una quadratura tale da consentirgli di subire solo due gol.

NAPOLI A 4 PUNTE E SENZA CENTROCAMPISTI DI ROTTURA - Ancelotti, probabilmente conscio di questa statistica e del fatto che i rossoneri si fossero rinforzati con due tasselli importanti come Paquetà e Piatek, ha schierato l'ennesima nuova versione della sua squadra, probabilmente la più "sbilanciata" vista in questi primi mesi della sua gestione. Sul terreno di gioco di San Siro si sono visti contemporaneamente quelli che sul vecchio almanacco di calcio sarebbero catalogati come quattro attaccanti (Milik, Mertens, Insigne e Callejon), affiancati da due centrocampisti di impostazione (Fabian e Zielinski, bella prova la sua) e da un terzino di spinta (Malcuit).
Per inciso, proprio il 27enne francese, arrivato nel più grande scetticismo generale, a San Siro è stato probabilmente il migliore dei suoi, in quella che è stata la sua terza partita consecutiva da titolare e la nona dal primo primo minuto in Serie A. Con Hysaj che ha giocato 90 minuti solo in una delle ultime sei partite di campionato, Malcuit sembra essere attualmente il titolare dello slot di terzino destro e, per come sta giocando, sta meritando questa "promozione".
Certo, nel valutare la prova del Napoli, in trasferta contro i quarti in classifica -tra l'altro reduci da un periodo di risultati positivi e da un mercato di gennaio importante- non va dimenticato che l'organico azzurro era privo di Allan, giocatore valutato in questi giorni più di 100 milioni di euro. Se si storce il naso per un pareggio rimediato tirando in trasferta più volte in porta del Milan (Donnarumma ha fatto sette parate, nessuna davvero difficile, ma il numero dei suoi interventi è stato davvero elevato) magari davvero ci si sta facendo deformare nel giudizio da quanto fa la Juventus aliena, per varie ragioni, di questa stagione. Giusto, piuttosto, criticare gli azzurri per un primo tempo giocato in maniera piuttosto scialba, nel quale le emozioni sono state praticamente nulle.

CONTINUA IL DIFFICILE MOMENTO DI MERTENS E INSIGNE - Tuttavia, se il Napoli nelle ultime sei partite di campionato in appena una gara ha fatto tre gol e solo in un'altra due, qualcosa sull'attuale difficoltà della squadra di Ancelotti di segnare la si dovrà pur dire. Nella serata in cui Milik prende un pò fiato e solo in una circostanza tira a porta, continua a preoccupare sempre di più il momento di appannamento dei due folletti azzurri, Mertens e Insigne.
A San Siro sono stati evanescenti come il polacco, ma, a differenza di Arek, sono reduci da un ormai lungo periodo in cui non vedono la porta. Il belga ha segnato un solo gol negli ultimi 600 minuti giocati in Serie A, mentre Lorenzo addirittura sta facendo peggio. La punta di Frattamaggiore non segna dal 2 novembre contro l'Empoli, quando sbloccò la partita nelle fasi iniziali dell'incontro: per lui il digiuno dura addirittura da più di 700 minuti. Numeri davvero preoccupanti, per il grande valore dei giocatori in questione, ma che rendono altresì merito al rendimento straordinario avuto negli ultimi due mesi della punta polacca e alla grande compattezza difensiva trovata dalla squadra azzurra nelle più recenti partite (curiosità: Ospina è al terzo clean sheet consecutivo dopo quello a Cagliari e col Sassuolo in Coppa Italia). Grazie a Milik e alla grande attenzione difensiva della squadra, dopo Napoli- Empoli,(ovvero, l'inizio della piccola crisi di Mertens e Insigne), sono stati comunque ottenute 23 punti in dieci gare, la metà delle quali terminate senza subire nemmeno una rete. Non solo: appena in un match se ne sono subiti due (quella senza Koulibaly, ugualmente vinta contro il Bologna).

IL PARADOSSO DI MARTEDì - Insomma, per Ancelotti, pur accolto benissimo dal popolo rossonero, quello di ieri a San Siro sponda rossonera è stato un ritorno piuttosto amaro, dopo ben dieci anni in cui non affrontava il Milan, nello stadio dove ha vinto di più nella sua brillante carriera di calciatore e allenatore. Il tecnico di Reggiolo termina la partita espulso (ingiustamente, quasi quanto Fabian, la cui decisione di affibbiargli il secondo giallo è stata clamorosa per quanto fosse errata) nella giornata che cancella con quasi ogni probabilità le residue speranze scudetto della sua squadra. Ancelotti avrà modo di rifarsi prestissimo: martedì, sullo stesso campo e contro il medesimo avversario, occorrerà non regalare più un tempo e recuperare Allan per avere la meglio sul Milan, nella sfida secca dei quarti di Coppa Italia. Il paradosso, piuttosto amaro, è che a fine gennaio, nonostante siano stati racimolati ben 48 punti dopo 21 giornate e vi sia un consistente distacco sulla terza, conti più la partita di dopodomani che quella di ieri.