Non credo sia mai successo alla Juve, nella sua storia in Serie A, di avere contemporaneamente squalificati nella stessa partita in cui era fuori per infortunio anche il suo playmaker titolare, i tre giocatori più utilizzati nel girone d'andata. Proviamo tuttavia ugualmente a immaginarlo: cosa sarebbe successo ai bianconeri se avessero giocato, contro la quarta del campionato, privi nella stessa gara di Cristiano Ronaldo, Bonucci, Alex Sandro e Pianjc (analogo di Hamsik)? Molto probabilmente avrebbero ugualmente vinto, ma la vera novità che giunge dalla partita del San Paolo è che adesso anche il Napoli riesce a portare a casa partite del genere.

LA ROSA PROFONDA- Proprio la squadra che la vulgata generale voleva essere caratterizzata dalla rosa corta, che inevitabilmente costringeva a dover giocare in 14 a prescindere dall'avversario e dal risultato in corso, si porta, dopo appena venti giornate, a sette punti dalla terza e addirittura quindici dalla quinta. L'esempio forse più nitido di come siano cambiate le cose dal punto di vista della gestione dell'organico arriva dall'impiego di Diawara. Si dice che il guineano stia giocando poco (e male) anche con Ancelotti. Sarà anche vero, ma intanto, contro la Lazio, l'ex Bologna ha giocato la sua miglior prova stagionale e ormai è a meno di novanta minuti da quelli complessivamente giocati nello scorso campionato.

NON RUBA L'OCCHIO, MA QUESTA SQUADRA CONTINUA UN'OTTIMA INERZIA DI RISULTATI- Non è un certamente un Napoli strabordante quello che si è visto da metà novembre in poi: quella contro i biancocelesti è la sesta vittoria, delle ultime sette ottenute in Serie A, ad arrivare con un solo gol di scarto. Le coronarie dei tifosi azzurri sono state messe a dura prova negli ultimi mesi, ma intanto, la compagine partenopea in campionato da ottobre viaggia con un impressionante ruolino di marcia. Dopo Juve-Napoli, la squadra allenata da Ancelotti ha totalizzato ben 32 punti nelle ultime tredici partite giocate, subendo solo otto gol e segnandone ventisei (ha perso, sappiamo tutti come, solo contro l'Inter). Sarebbe stata davvero una beffa non vincere una partita nella quale solo tre pali clamorosi (siamo a più di 15 in questa stagione, un amaro record) e una grandissima parata su Milik avevano limitato a due le reti del Napoli. Un pareggio contro i laziali avrebbe insegnato a carissimo prezzo agli azzurri che sottoporta bisogna essere più cattivi e meno leziosi. Alcune volte nemmeno la superiorità numerica per venti minuti (vedasi espulsione di Acerbi) può salvarti da rimonte, specie se giochi contro la quarta del girone d'andata. Non resta che sperare che l'ennesimo finale sofferto abbia una volta e per tutte inculcato in loro queste consapevolezze, le stesse capaci di far divenire grandissima una semplicemente ottima squadra.

LE INDICAZIONI SUI SINGOLI- Si arriva al bivio della doppia trasferta a San Siro contro il Milan con tre punti che portano la firma di Callejon - miglior prova offensiva stagionale con primo gol, punizione guadagnata e poi trasformata dal compagno nel 2-0 e espulsione procurata ad Acerbi- di Milik - undicesimo gol in campionato, uno ogni 97 minuti e seconda splendida rete su punizione- e delle parate di uno che interviene con la tecnica e la semplicità di un veterano e invece ha solo 21 anni, Alex Meret. Una menzione a parte la merita infine Fabian Ruiz: si parla spesso del possibile slot da riempire nel prossimo mercato qualora Hamsik dovesse andare via, ma forse la soluzione per un upgrade in quel ruolo il Napoli l'ha già in casa. Il ventiduenne spagnolo (altro rinforzo di una società che in estate ha saputo ringiovanirsi e al contempo migliorarsi) ha mostrato di avere la personalità, la classe e la postura di un possibile regista di centrocampo di altissimo livello: va rivisto, ma le impressioni sono più che positive.