Per uno come me, che abita in Sardegna, la cosa più bella da fare la domenica d’estate è andare al mare. Ieri, come sempre ho preso la macchina e mi sono recato alla spiaggia più vicina. Questa volta sono finito alla spiaggia de "Il Lazzaretto", che si trova vicino ad Alghero e lì ho trascorso tutta la giornata, con moglie, parenti e amico juventino.
Andare al mare significa anche comprare il giornale sportivo e leggere le notizie su calcio ed altri sport. Di solito erano notizie di calciomercato, con colpi fatti o saltati. Oggi si parla di calcio giocato, di prestazioni individuali e di squadra e di classifiche.

La bellezza di quest'estate non è data solo dal mare e da ciò che lo circonda, ma anche dal Milan che continua a regalare soddisfazioni sportive che mancavano da tanto tempo.
In quel de Il Lazzaretto, dopo aver sistemato ombrellone e sedie, è venuto spontaneo pensare alla straripante vittoria dei ragazzi di Stefano Pioli contro il Bologna. Una vittoria che ha permesso di continuare la "marcia su Roma", alla luce del pareggio dei giallorossi contro l'Inter. Quasi assodata la partecipazione alla prossima Europa League (i pareggi del Verona e del Sassuolo hanno aumentato il vantaggio dei rossoneri) partendo dai turni preliminari, ora il sogno e la rincorsa al quinto posto, tenendo sempre d'occhio il Napoli che in classifica si trova in coabitazione con i rossoneri. Non è più un'utopia pensare di raggiungere la qualificazione diretta ai gironi, anche se non è facile, ma tenendo conto di come era messo il Milan qualche mese fà è già un successo solo continuare a lottare.

La partita di sabato contro la squadra allenata da Sinisa Mihajlovic è stata a senso unico. Il Milan fin da subito ha dato un segnale chiaro di come sarebbero andate a finire le cose. La catena di sinistra, quella che vedeva protagonisti Hernandez e Rebic ha letteralmente surclassato la zona presidiata da Tomiyasu e Orsolini, e proprio da lì sono partite le azioni più pericolose. Se Skorupski è stato bravo nei primi due interventi nel salvare il risultato, nulla ha potuto quando Rebic ed Hernandez (sempre loro) hanno costruito una buona trama, ed il cross di quest'ultimo arrivava a Saelemaekers, (dopo un velo di Ibra) per il vantaggio rossonero.
Il Milan si diverte e si vede. E mi diverto anch'io nel mio bellissimo mare a ricordare la partita del giorno prima.
Il portiere sul Bologna, successivamente, salva su Calhanoglu, ma più tardi un suo errore su disimpegno errato fa che la palla sbatta sul Turco 10, che non si pregare due volte e insacca il meritato 2 a 0.
La partita è in discesa, come la mia sedia che è stata posizionata male per via del poco spazio a disposizione. Ma nulla impedisce di rilassarmi. E probabilmente è ciò che accade al Milan dopo la pausa dal Cooling break. Il Bologna che rientra in campo è più ordinato e a fine primo tempo trova la rete che riduce le distanze. Stavolta il Milan copre male, ed un'azione non irresistibile di Tomiyasu taglia in due la difesa e Donnarumma può solo guardare la palla che si insacca sotto la traversa. Sembrerebbe il preludio di un qualcosa che sta cambiando invece è solo un'illusione. Nel secondo tempo il Milan gioca ancora meglio del primo e chiude la pratica con altre tre marcature (Bennacer, Rebic e Calabria) ed il risultato alla fine è un pesante 5 a 1.
Decido di entrare in acqua, fa molto caldo. Lo stesso caldo quando vedi un Ibra furente che lascia il campo per decisione tecnica. Si rivolge a Pioli con il suo fare arrogante (quello che piace ai tifosi perchè vuol dire quanto ci tenga Ibra a fare bene) e il tecnico rossonero a fine partita, giustamente, ricorda che le scelte vengono fatte per salvaguardare il gigante svedese (che non è più un ragazzino), soprattutto in vista delle gare contro Sassuolo ed Atalanta che avranno un peso enorme sui sogni rossoneri.

Ed è proprio Pioli l'argomento su cui il mio amico juventino mi solletica. Mi chiede dall'alto della sua classifica perchè mandarlo via, prendendo un nuovo tecnico e ricomincia di nuovo daccapo. Domanda intrigante che in tanti fanno, ed una mia risposta politicamente corretta viene data. Prima di tutto bisogna chiarire un punto. Nessuno, ripeto, nessuno è contro Rangnick. Sarebbe sbagliato a priori addossare fango su un uomo che, a livello dirigenziale, ha fatto bene. Sull'allenatore non mi esprimo anche perchè se dovessi ragionare come fa Allegri, che dice che conta solo vincere allora dovrei guardare i titoli conquistati da Ralf in Bundesliga. Tornando a ritroso fino al 1976, anno della mia nascita, non compare certamente il nome del Professor. Ma questa è solo teoria. I confronti meglio non farli anche perché in questo caso non portano a niente.

Sta di fatto che, ritornando alla domanda originaria fatta dal mio amico Gian, noi non abbiamo certezza che il cammino del Milan non sia stato condizionato dalla pausa Covid. Coloro che non vorrebbero Pioli il prossimo anno in panchina, partono da questo presupposto. Il Milan prima della pausa veniva dalla sconfitta in casa contro il Genoa e, durante l'anno era stata messa in evidenza la pesante sconfitta di Bergamo, quella con l'Inter dopo esser stati in vantaggio di due reti, e il pareggio contro la Fiorentina (una partita che il Milan aveva dominato e che alla fine aveva portato solo un punto). Questo, per correttezza di informazione, è quello che si diceva su Pioli e alcuni ancora lo ricordano.
Nonostante questo io sono per la riconferma del tecnico alla luce di due situazioni. La prima è che sta facendo bene e i numeri contano sempre e non solo quando fanno comodo. La seconda è che il tempo a disposizione è poco dalla fine del campionato alla sua ripartenza, di conseguenza sarebbe sbagliato buttare a mare il lavoro fatto fino ad ora. Un lavoro che sta dando frutti e che merita di essere tutelato.

Casomai a mare mi butto ancora io e, lasciando il mio amico, con mascherina e boccaglio, decido di esplorare fondali alla ricerca di pace e armonia.
Quell’armonia che potrebbe trovare il Milan nel caso decidesse di lasciare le cose come stanno. Casomai riviste senza stravolgere tutto. Tenere Pioli e affidare a Rangnick la parte di comando, quella di Maldini s'intende, è un primo passo che preserva il lavoro svolto dal tecnico che, una volta trovata la quadra, ha trovato anche il gruppo. Senza disperdere il capitale umano che rappresenta Maldini che, comunque, merita un posto importate all’interno della società, e non quello di figurina.

Ritornando a Pioli, il gruppo gioca per lui, parole di Calhanoglu, ma non è il solo. Anche Ibra, oltre che per sè stesso, gioca per l’allenatore, e in cuor suo sa che, se dovesse rimanere al suo posto, la prima richiesta sarebbe quella della conferma dello svedese. Ma tutta la squadra lotta ed è unita col suo allenatore.
E' ora di pranzo e dopo tanto esco dall'acqua, mi aspettano le mie mini spianate preparate dalla mattina e mi aspetta un altro pezzo di lettura di giornale. Anzi mi stanco subito e provo a scrivere l'articolo per il blog, ben sapendo che la distrazione è tanta, ci riesco in parte e salvo il pezzo in memoria. Ma c'è caldo, sempre più caldo e l'unica soluzione è ripararsi nel bar con la scusa del caffè. Un caffè amaro che permette però di recuperare forze ed energie.
Quelle energie atletiche e quel vigore che sta accompagnando il Milan in questo finale di stagione. Mentre gli altri arrancano il Milan corre. E anche qui a chiedersi perchè, ma soprattutto perché prima non giocava bene?

Anche qui ci sono due correnti di pensiero. La prima è che il Milan ha finalmente un gioco e sta crescendo nei suoi interpreti a cui occorreva del tempo. Altri ritengono che lo stadio vuoto abbia aiutato i giovani. La maglia del Milan pesa e al secondo errore i tifosi non perdonano. Ora, senza i fischi o le lamentele del pubblico, si è creata una sorta di bolla, come quella che ha isolato la squadra dalle future scelte societarie, e l'errore non viene visto come un qualcosa che pregiudicherà la prestazione. Anzi i rossoneri giocano spigliati e non si perdono alle prime difficoltà.

E' ora di tornare sotto l'ombrellone. Fa ancora molto caldo e vista l'ora mi sintonizzo sul Gran Premio di Formula 1. Lo guardi per passare del tempo perchè sai già come finirà. E' come la nostra Serie A, in un certo senso finisce sempre allo stesso modo da qualche anno a questa parte. E lo spiego anche al mio amico juventino. Finchè Milan ed Inter non torneranno ai loro livelli lo scudetto lo vincerà la Juventus, perchè le due milanesi per tradizione sono state le avversarie e l'albo d'oro parla chiaro.
Lui compiaciuto sa che vincerà anche questo scudetto, salvo cataclismi o Sarrismi come dicono i tifosi più scettici. Ma non contento mi dice che l'obiettivo deve essere vincere la Champion League. Su quella mi verrebbe di dirgli di lasciar perdere, non è mai stata cosa tua, e sono i particolari che decidono chi la vince. Ma in questo anno strano tutto può accadere. Io gli dico che per me la vince il Bayern Monaco ma spero in cuor mio che la vinca l'Atalanta. Lui non è molto convinto e mi lascia con le mie convinzioni.

Decido di fare un ultimo bagno, mi raggiunge mio nipote, un bambino di 4 anni che sto già instradando al “Milanismo” e insieme, quasi come avessimo vinto chissà che cosa facciamo segno con le cinque dite a zio Gian. Le dite alla fine diventano quattro per ricordargli il risultato contro la Juve.
Insomma non è stata solo una giornata di mare, ma anche di calcio parlato come piace a me. Prima però c'è ancora il tempo per chiedermi come finisce Roma-Inter. E anche in quel caso la risposta è semplice. Penso che finirà in parità anche se sarebbe meglio che vincesse l'Inter. Lui mi guarda ed abbozza un sorriso, perchè sa che è un risultato di comodo.
Ma forse tutti hanno sperato in un pareggio, perchè per un milanista è difficile tifare inter anche per una sola notte.