È stato calcolato che il capitalismo (traccio una abissale distanza con il liberismo rooseveltiano) ha prodotto una sperequazione di ricchezze e un genocidio senza uguali nella Storia Umana. È bene ribadire che l'1% degli esseri umani dispone a proprio piacimento del 44% delle risorse dell'intero pianeta. I benpensanti (o malpensanti, veda il lettore), cominciano a sussurrare che è questo il motivo per cui si sta preparando l'approdo su Marte (per fuggire col malloppo, in buona sostanza).
Tuttavia, nel calcio sta accadendo più o meno la stessa cosa.
Per i più è un fenomeno inevitabile.
Il carrozzone che c'è dietro quella palla di cuoio cucita che rotola in mezzo a un prato verde con l'erba appena tagliata costa parecchio e per mantenerlo ci vogliono soldi... tanti soldi. I calciatori migliori (azzardo una cifra... l'1%?) si accaparra quasi tutte le risorse (non mi si costringa a diventare ripetitivo) e le Società di calcio hanno di fronte a sé due sole strade percorribili: il depotenziamento sportivo o una netta differenziazione tra i superstipendi (dei migliori calciatori) e... gli altri (intenti a spartirsi le briciole che rimangono e se rimangono).

Ecco, chi mi conosce a titolo personale ed è al corrente della mia storia come Autore ed Editore sa che non sono mai stato tenero con la Proprietà americana del Milan. Ciò che più rinfaccio a Elliott, e che mi accomuna a qualunque tifoso che almeno una volta nella sua vita ha scritto sui social Elliottout e Gazidisout, è l'aver scambiato con lo sloveno un risultato sportivo raggiunto sul campo per un anno commerciale in più per mettere a posto i conti societari.
Senza combattere. Senza resistere fino al fischio dell'arbitro ma arrendendosi prima, direttamente negli spogliatoi tra il primo e il secondo tempo.
Alla luce di quanto accaduto con la SuperLega si è capito che lo sloveno apre e chiude gli occhi dove gli conviene. Secondo me, si poteva fare di più e meglio.

L'intera annata sportiva appena passata è stata funestata non dagli infortuni o dalla sfortuna, ma dalla anticipata preparazione per i preliminari di Coppa e quindi il peso dell'errore commesso dalla Proprietà è ancora più grande. Ritengo sia stata una scelta che incorpora un messaggio educativo sbagliato, anche per i giovani. Ciononostante, oggi, quando avrei potuto infierire su una gestione, passatemi il termine, "allegra" dei rinnovi contrattuali di nostri ex-calciatori e che ci porterà a vedere andar via tra un anno il nostro ex-capitano pressappoco nello stesso modo, sono perfettamente concorde con la linea tenuta dalla Proprietà che, anzi, applaudo per la prima volta in assoluto. Il lettore non creda che abbia incominciato a salire su un carro che non mi appartiene semplicemente perché ho deciso di comportarmi in modo apparentemente incoerente con le idee che mi hanno sempre contraddistinto.
Sbaglierebbe.
Applaudo il Fondo americano perché per la prima volta da molto tempo vedo una strategia a lungo termine che non potrà che comportare enormi benefici alla Società che amiamo.
Mi spiego meglio. Anche se il settore comunicazione ha indorato la pillola affermando l'esatto contrario, mi sono "fatto persuaso" (Montalbano docet) che Elliott abbia cominciato a prendere le distanze da quello che è incominciato come un normale malcostume ma che sta diventando una vera e proprio piaga (peggio delle locuste) che sta ampliandosi al di là di ogni frontiera calcistica: il costo per le "procure" fornite dai Procuratori.
Nel 2020 esse sono state di 138 milioni di Euro (seppur in calo visto che l'anno precedente sono state di 187) e con una media di 6,9 per ogni squadra. Per far capire quanto incidono sulle squadre basti pensare che gli introiti che l'UEFA ha versato ben 130 milioni nelle casse delle Società italiane che hanno prestato i propri atleti alla Nazionale, fresca vincitrice del torneo europeo. Aggiungiamo che la Coppa dalle grandi orecchie (la Champions) prevede un incasso extra rispetto ai biglietti venduti o bonus provenienti dagli sponsor di circa 150 milioni.
A questo punto mettetevi nei panni di un Presidente di Società e vi sentirete tirati per la giacchetta, per non chiamare le cose col proprio nome, dai Procuratori più ricchi e famosi (che non sono altro che semplici sindacalisti e che dovrebbero essere pagati solo dai calciatori stessi). La minaccia è che vi porteranno via un bene prezioso per il quale non incasserete nemmeno un Euro allo scopo di venderlo (non si tratterà certo di un regalo) magari al vostro peggior avversario.
Tanto più che nessuno a livello legislativo ha ancora chiarito in modo serio se è perfettamente etico e legale vendere i propri servizi alla Società acquirente del prezioso calciatore che si sposta "per amore dei colori sociali" (sono tutti tifosi fin da piccoli della squadra in questione finché non si tocca loro il portafogli) o "per il progetto" (a molti zeri, ovviamente). Potrà non piacere il sistema grazie al quale le società vendono i cartellini dei calciatori e quindi impongono delle scelte a dei lavoratori ma è indubbio che i soldi spesi/incassati rimangono tra le società e si spostano solo a livello geografico. Se le stesse cifre circolano solo ed esclusivamente tra i Procuratori continueremo ad alimentare un circolo vizioso che in un modo o nell'altro sarà la fossa nella quale sotterreremo questo sport.
Io, che ho adorato Ruben Buriani e Angelo Colombo perché sputavano l'anima in campo non posso che apprezzare una Proprietà a tinte rossonere che si "sbarazza" di Procure pericolose e che, qui lo dico e qui lo nego, sospetto abbiano influito moltissimo sul rendimento di gennaio e febbraio dello spogliatoio del mio Milan. Se Elliott ha pensato le stesse cose che ho scritto allora lo ringrazio pubblicamente e propongo una tregua tra il Fondo americano e il mio risentimento.
La barzelletta del "c'era un italiano, un portoghese e uno sloveno" a me piace poco.
Anzi, proprio per niente.

Io sono rimasto ancorato ai miei vecchi valori e vorrei cantare insieme al mitico Paolo Maldini una vecchia hit dei Rolling Stones, quel Simpathy for the Devil che mi sento attaccata sulla pelle e nelle orecchie. Perché Procuratori si potrà anche diventare ma Milanisti si deve nascere... e io modestamente lo nacqui!

Ps. Non me ne voglia Totò...