L'Inter è riuscita a strappare la qualificazione in Champions League al foto finish grazie al successo sulla Lazio per 3-2 allo stadio Olimpico nell'ultima giornata di campionato.

Una partita che ha messo in mostra alcune carenze ancora presenti nella rosa nerazzurra, ma anche il cuore di alcuni giocatori, uno su tutti: Andrea Ranocchia. Acquistato dall'Inter nel gennaio del 2011 per 18 milioni di euro dal Genoa, il giocatore ha vinto subito la coppa Italia sotto la guida di Leonardo, ma in seguito c'è stata una parabola discendente che è coincisa anche con uno dei periodi peggiori della storia nerazzurra.

Ranocchia è stato eletto capitano dopo l'addio di Javier Zanetti ma il peso di quella fascia è stato eccessivo e così l'ha ceduta a Mauro Icardi. Il centrale è stato spesso nell'occhio del ciclone, anche perché in molto, al momento del suo approdo, lo avevano paragonato ad un leader carismatico come Materazzi. In realtà l'ex Genoa è un giocatore ben diverso, che forse ha subito il peso delle pressioni in passato ma in quest'ultimo anno ha dimostrato di essere un giocatore rinato. Lo scorso anno è stato in prestito da gennaio a giugno all'Hll City ma, tornato a Milano, Luciano Spalletti lo ha subito blindato, prendendo le sue difese fin dal ritiro e scagliandosi contro chi lo contestava durante gli allenamenti. E anche nell'ultima conferenza stampa il tecnico ha sottolineato come fin quando ci sarà lui sulla panchina nerazzurra Ranocchia non lascerà l'Inter.

E Ranocchia ha dimostrato di meritare quella maglia, meritare la chance di giocare la prima partita in Champions League con la maglia nerazzurra. E quelle lacrime al triplice fischio finale contro la Lazio sono figlie di un grande attaccamento a quella maglia, mai scalfito nonostante le continue critiche e i fischi di San Siro. Perché Ranocchia è uno di noi e merita le scuse di tutti, criticato oltremodo e mai ringraziato abbastanza per la sua dedizione alla causa interista.