The show must go on a tutti i costi. Questo è quello che la Lega Calcio ha chiesto e ottenuto attraverso il Decreto del Governo per la gestione di emergenza che sta affrontando questo Paese.
D’altronde siamo sinceri, se ci fosse stata la sospensione del campionato, molti di noi tifosi non ne avrebbero capito il senso. Anzi, ad oggi molti tifosi si lamentano addirittura che alcune partite vengano giocate a porte chiuse. Ce ne freghiamo della salute collettiva, ce ne freghiamo del bene di un paese, ma soprattutto ce ne freghiamo della gravità della situazione. Dopotutto parafrasando una famosa pubblicità, a noi Italiani “toglieteci tutto, ma non il calcio”.

Basta girare un po’ il sito e vedere i commenti nei diversi articoli circa la chiusura degli stadi da parte dei vari tifosi-facinorosi alias leoni da tastiera per capire come si sta vivendo questa situazione. C’è una vera e propria faida che porta i più a chiedersi se questo campionato possa così essere falsato da questa decisione.

Il fatto che per motivi di sicurezza pubblica si giochi a porte chiuse non viene minimamente preso in considerazione da alcune persone, e vedono in questo provvedimento del Governo, mosso su suggerimento della Lega Calcio al fine di non compromettere il campionato e un indotto del 2% del PIL, un vero e proprio smacco ai danni della vecchia signora.

I commenti più ricorrenti sono:

“in Piemonte un caso mentre in Liguria 16, Juventus a porte chiuse mentre a Genova Ci saranno gli spettatori” – c’è il particolare che ai più sfugge, che questo decreto è stato fatto circa una settimana fa con scadenza alle ore 24 del giorno 1 marzo, e che in questi giorni, con i continui aggiornamenti circa la situazione di crisi, saranno prese altre decisioni che molto probabilmente prenderanno in considerazione l’estendersi temporale, e forse anche territoriale, di questo provvedimento;

“dovrebbero giocarle tutte a porte chiuse” – già perché da sempre noi italiani siamo abituati a vedere solo il nostro orticello, se non ho io il giocattolo, allora non lo deve avere nessuno. Non pensiamo altruisticamente.

Chiaramente non è stato facile prendere determinate decisione, ma almeno in questo senso, le società si stanno comportando egregiamente, capendo perfettamente lo stato di emergenza che ha colpito il nostro Paese.
A parte il semplice dispiacere per dover giocare senza spettatori, i club per primi sanno cosa potrebbe significare l’interruzione del campionato e che comporterebbe danni economici enormi, così come sanno perfettamente cosa potrebbe significare anche spostare le partite ad altra data con un calendario che ad oggi è saturo di date tra Coppe nazionali ed Europee. In più l’avvicinarsi degli Europei di calcio non aiuta minimamente tutta questa situazione.

Oggi siamo pronti a lanciare ipotesi di complotto calcistico addirittura in questa situazione, con persone che vedono un vero a proprio disegno anti Juventus dietro questo decreto e non si soffermano invece su quanto possa essere importante anche solo tenere aperti quegli stadi dove questa emergenza non è scoppiata.
Mantenere attivo il Paese, permettere alla gente di fare cose normali di vita quotidiana in questo preciso momento, vuol dire non arrendersi all’immagine apocalittica data dai mass media per una situazione si grave ma che si sta cercando di tenere sotto controllo.

Proprio i Mass media dovrebbero aiutare invece che gettare benzina sul fuoco. Bisognerebbe dare informazione invece che creare allarmismi degni del miglior episodio di The Walking Dead. Ma figuriamoci se giornali e tv per qualche copia in più o qualche punto percentuale di audience non fanno la corsa all’allerta rossa.

Ci vorrebbe allora un po’ più di intelligenza da parte di noi tifosi nel capire che questa situazione in realtà non avvantaggia proprio nessuno, perché si è vero, spesso il pubblico è il dodicesimo uomo in campo, ma sono i giocatori che determinano il risultato. Ma soprattutto, per quanto dispiacere possa fare non andare allo stadio, dobbiamo capire che a volte ci sono cose molto più importanti di una partita di pallone.


E.D.M.