Nella tragedia greca gli eroi sono di solito personaggi che in una serie di prove si confrontano con la sventura e con il dolore e conservano la loro grandezza anche quando vengono drammaticamente sconfitti: il loro animo conosce l’esaltazione e la sofferenza più lancinante.
Ma c’è un avversario irriducibile che altera impietosamente i tratti di un individuo o lo distrugge: è la follia, strumento di punizione divina. Non sappiamo come Eschilo avesse raffigurato il re trace Licurgo, reso demente dalla collera celeste. Per Sofocle, invece, disponiamo di un eclatante caso di follia, quello di Aiace nell’omonima tragedia. La dea Atena, offesa con l’eroe che le ha mancato di rispetto, gli offusca la mente. Aiace, colto da fantasie distruttive, usando un linguaggio brutale e privo di ritegno, massacra innocenti capi di bestiame, ritenendoli i capi dei greci. In Euripide riscontriamo il tema della pazzia in almeno due tragedie, l’Eracle e l’Oreste, nei suoi particolari di vera e propria crisi emotivo-psicologica.

Il tema della pazzia non era solo descritto e recitato nelle tragedie dell'antica Grecia, ma si ripercuote e ripresenta - in forme e circostanze del tutto nuove - anche nella nostra contemporaneità. 
Sconcerto, apprensione e attimi di vero e proprio panico tra i mille tifosi accorsi allo stadio "San Vigilio" di Montebelluna (in provincia di Treviso) per assistere alla finale del campionato degli Allievi Provinciali, tra i ragazzi del Treviso Calcio - storica decaduta del calcio veneto con un passato anche in Serie A - e i liventini del Portomansuè, club in continua e rapidissima ascesa, la cui prima squadra ha centrato da poco il salto in Eccellenza

Accade tutto al 92° minuto di gioco. Zogaj segna il 4-1 per il Treviso. L’attaccante - conscio dell'irregolarità della marcatura - non esulta: il direttore di gara ha argutamente visto la carica sul portiere e quindi il gol è da ritenersi annullato.

L'estreno difensore del Portomansuè - classe 2001 - gli va incontro con fare minaccioso, dimostrando intenzioni poco amichevoli. Ne nasce - come avrete ben inteso - un battibecco. Inizialmente sembrano le solite scaramucce - dettate dal caldo, dalla stanchezza e dalla posta in palio importantissima - e tutto resta nella normalità. Improvvisamente, il portiere neroverde si scaglia con una violenza inaudita sul numero 13 biancoceleste, che viene colpito con un gancio destro talmente violento ed impregnato d'odio da farlo rovinare a terra privo di sensi. Sebbene Zogaj fosse svenuto, il portiere neroverde ha continuato ripetutamente ad infierire sul capo del giovane attaccante con dei pugni di un'inaudita efferatezza, e solamente la prontezza di Giacomo Dalle Nogare - difensore del Portomansuè - ha evitato guai peggiori al proprio compagno di squadra, in quanto si è letteralmente immolato per bloccare il raptus violento. Il tutto sotto gli occhi esterrefatti di tifosi ed arbitro, evidentemente impreparato a gestire situazioni così delicate e atipiche. Il giovane del Portomansuè è stato immediatamente espulso, ma - nonostante il giusto allontanamento - ha continuato, imperterrito e recidivo, il suo folle teatrino.
Scene orribili, talmente brutte che raramente se ne vedono di una tale disumanità, e che non meritano alcuna giustificazione. Le scaramucce, le provocazioni, i giochetti psicologici tra avversari possono anche essere giudicate chiudendo un occhio, ma fatti di una simile gravità vanno unanimemente condannati, in un campo di calcio, ma anche in tutti gli altri settori della quotidianità.

Fortunatamente, tutto si è limitato ad un grande spavento, dato che Zogaj - dopo una mezz’ora di incoscienza - si è prontamente ripreso ed ora sta bene. Quello che è accaduto quest'oggi deve far riflettere, in quanto protagonista di questa spiacevolissima vicenda è stato un vero e proprio bambino nato nel 2001, e sappiamo come lo spirito d'emulazione - soprattutto a questa età - sia un fatto da non sottovalutare minimamente. Purtroppo viviamo in un'epoca in cui violenza e individualismo esasperati dominano incontrastati, e quindi - essendo una questione di mentalità e cultura ormai profondamente radicata - difficilmente le cose potranno cambiare in tempi brevi: serve quindi un intervento quanto mai rapido da parte in primis delle autorità competenti.

Per la cronaca - grazie ad un perentorio 4-1 - i ragazzi dell Treviso hanno alzato al cielo l'ambito trofeo. Immediate le scuse da parte dei componenti della rosa neroverde e del Portomansuè - nella figura del signor Lucchese -, che ha condannato aspramente il comportamento del suo tesserato.
Un comportamento che potrebbe segnare definitivamente una carriera nemmeno iniziata.