“Epperò, dopo aver visto e conosciuto l'Abruzzo, ho detto e ripeto io: Abruzzo Forte e Gentile”


Quando il giornalista e critico d’arte Primo Levi, nel lontano 1882, conobbe la regione abruzzese ne rimase stregato al punto da coniare una definizione che rimase scolpita nel tempo, intitolando in tal modo un suo racconto di viaggio[1].

La presenza dei massicci appenninici del Gran Sasso e della Majella da una parte e dell’Adriatico dall’altra rende l’Abruzzo notevolmente differenziato sotto il profilo climatico e dunque molto variegata al suo interno.

Regione unica con il Molise fino al 1963, quando avvenne la separazione, è molto nota per la presenza di diversi parchi naturali e per la presenza di specie animali molto particolari, tra cui spicca il camoscio, divenuto simbolo dell’intera area, che si ripopolò dopo aver rischiato l’estinzione.

Ricchissima anche dal punto di vista artistico: 23 borghi rientrano nella lista dei più belli d’Italia, ai quali si aggiungono numerosi musei, chiese, riserve naturali e soprattutto tantissimi teatri di rilievo nazionale, come il “Maria Caniglia” di Sulmona, lo “Stabile” de L’Aquila e il “Marrucino” di Chieti.

Molto attiva dal punto di vista industriale, soprattutto nel settore automobilistico e meccanico (nelle zone di Teramo e della Val di Sangro), e in quello della pesca, caratterizzata dai trabocchi, antiche macchine utilizzate per l’attività.
La contemporanea presenza di mare e montagna favorisce il turismo: alla grande attrazione balneare della costa nella stagione estiva si contrappone il richiamo di mete sciistiche di rilievo come Roccaraso.
La regione è sede di diversi poli universitari, tra cui quello di Chieti-Pescara che attrae molti studenti anche da fuori regione.
Per gli amanti della buona cucina, da non perdere i famosissimi arrosticini e gli spaghetti “alla chitarra” abbinati all’immancabile Montepulciano, vino simbolo a livello nazionale.

 

PERSONAGGI NOTI
L’abruzzese più famoso della storia è senz’altro Gabriele D’Annunzio, pescarese, la cui casa è divenuta Monumento Nazionale nel 1927 e tuttora una delle mete turistiche più ambite della città adriatica.

Il poeta divenne un pilastro della cultura europea e nello specifico del Decadentismo, rifiutando la morale borghese e regalando delle perle letterarie tuttora oggetto di studio e considerate capisaldi della letteratura italiana come, ad esempio, “Il piacere” (1889).

Altre personalità letterarie di spicco sono senz’altro Benedetto Croce e Cesare de Titta, quest’ultimo autore di molti testi ancora oggi riferimento per i suonatori del tipico organetto.
Pescarese è anche una delle penne più importanti del giornalismo moderno, ovvero Maurizio Costanzo.
Da segnalare anche Carlo Delle Piane, scomparso recentemente, prodigioso nell’interpretazione del film di Pupi Avati “Regalo di Natale” che gli valse la vittoria al Festival di Venezia del 1986.


CALCIO
Dopo aver offerto una panoramica generale sulle bellezze di questa splendida terra del centro Italia, veniamo al calcio.
Terra molto appassionata, ha dato i natali a Massimo Oddo, campione del Mondo 2006, e a Marco Verratti, uno dei centrocampisti più forti in circolazione, esploso proprio nel Pescara prima del grande salto al PSG. Originario della provincia di Chieti anche Fabio Grosso, eroe del Mondiale tedesco.

Ma quali sono i migliori risultati ottenuti dalle squadre abruzzesi?


DELFINO SOVRANO
La squadra più rappresentativa è sicuramente il Pescara, unica ad essere riuscita ad approdare in Serie A e tra le big a livello nazionale del campionato cadetto, di cui è una delle più assidue partecipanti.

Ottenne la prima promozione in B nel 1940/41, fino al 1949. Da quell’anno le soddisfazioni stentarono ad arrivare, fino ad una clamorosa retrocessione nel 1971/72 in Serie D.

Fu il peggior momento della storia, che però servì da clamoroso trampolino: la stagione successiva risalì immediatamente in C, e l’anno dopo si regalò il doppio salto.

Il meglio, però, doveva ancora venire: è la stagione 1976/77 e in un campionato cadetto molto combattuto al vertice, il Vicenza la spunta, mentre Atalanta, Cagliari e gli adriatici devono lottare per gli spareggi promozione. Contro il Cagliari finisce 0-0, mentre nella seconda partita i bergamaschi battono i sardi; a questo punto, basta un punto ad Atalanta e Pescara per festeggiare entrambe e, il 3 luglio 1977, per la prima volta nella storia è Serie A grazie allo 0-0 della partita disputata a Bologna. Festa grande per gli uomini guidati da Cadè. Capocannoniere di quella stagione fu Nobili, protagonista anche della seconda promozione del 1978/79, riconquistata con al timone Angelillo e vincendo lo spareggio col Monza a Bologna, caratterizzato da un esodo pazzesco della tifoseria, considerata a buona ragione tra le più calde del panorama calcistico italiano.

Anche l’anno dopo fallì l'obiettivo salvezza in Serie A, a cui seguirono la retrocessione in C, una nuova promozione in cadetteria e una nuova retrocessione nel 1986, evitata grazie al ripescaggio causa fallimento del Palermo.

La stagione 1986/87 la squadra parte con gli sfavori del pronostico, ma Galeone regala una delle pagine più belle della storia biancazzurra: vince per la prima volta il campionato di B e, l’anno dopo, regala l’unica salvezza della storia conseguita in Serie A dal team adriatico. Tra le sue fila militava Gasperini.

Un altro anno in A fu il 1992/93, chiuso con l’ennesima retrocessione, ma su cui spiccò il clamoroso successo per 5-1 contro la Juventus, a cui segnò nientemeno che il futuro allenatore Max Allegri.

Ci volle quasi un ventennio per rivedere un Pescara bello e vincente: Zeman permise di stravincere un campionato pazzesco nell’annata 2011/12, con un gioco lodato all’unanimità da critica e pubblico, e lanciando giocatori come Verratti, Insigne e Immobile.

Anche in questa occasione la permanenza in A ebbe vita breve, come anche nell’ultima apparizione nel 2016/17.

Resta comunque il fiore all’occhiello del calcio regionale, unica costantemente presente nei palcoscenici più prestigiosi del calcio nazionale, oltre ad aver sfornato futuri autentici campioni.

 

IL MIRACOLO CASTEL DI SANGRO
Per capire la portata dell’impresa compiuta dalla squadra giallorossa negli anni ’90 basterebbe dire che uno scrittore americano, Joe McGinniss, scrisse un libro intitolato "The Miracle of Castel di Sangro".

Fondata nel 1953, stagnò fino al 1989 nelle categorie minori, fino alla promozione in Serie C2; nel 1994/95 il salto in C1 fino alla clamorosa impresa nel campionato successivo: giunta al secondo posto, supera nelle semifinali play/off il Gualdo, fino alla finale di Foggia contro l’Ascoli.

L’incontro arriva ai calci di rigore e mister Jaconi ha una intuizione pazzesca: lancia il portiere di riserva Spinosa, che non aveva mai giocato un minuto in stagione, nella temibile lotteria. Fu lui a parare il rigore decisivo che regalò la prima storica promozione in Serie B. Tuttora, nessuna città più piccola di Castel di Sangro ha mai partecipato al secondo torneo professionistico nazionale, con i suoi 5.500 abitanti.

La stagione successiva ottenne una clamorosa salvezza, nonostante la terribile tragedia che colpì i calciatori Biondi e Di Vincenzo, deceduti in un incidente stradale. L'annata seguente il miracolo non venne replicato, e la squadra tornò in C.

In quei due anni, con il Pescara, diede vita ai primi derby d’Abruzzo nella categoria.

Regalò però un altro sussulto storico: nel 1998/99 arrivò agli ottavi di finale di Coppa Italia contro l’Inter, arrivando a giocare alla Scala del calcio e perdendo 1-0 causa rete di Baggio. Nel ritorno, Bernardi regala una illusione al suo popolo, che viene beffato da un rigore nel finale di Djorkaeff, ancora oggi discusso.

Furono anni incredibili, che portarono alla ribalta nazionale un piccolo paese della Regione.

 

LA SCALATA DEL LANCIANO
Altra grande avventura degli ultimi anni del calcio regionale è quella della Virtus Lanciano.

Società costituita nel 1920, nei primi 80 anni di vita gioca principalmente nelle categorie interregionali, con qualche guizzo in Serie C2.

Una prima svolta avviene con il nuovo millennio, con la promozione nel 2000/01 in Serie C1, con alla presidenza Angelucci e in panchina Castori: arriva a pari punteggio con il Chieti, ma gli scontri diretti fanno volare i rossoneri. Soddisfazione doppia e grande festa.

Al primo anno di C1 sfiora il clamoroso doppio salto, giungendo fino alle semifinali play-off, eliminato dal Taranto.

Gli anni a seguire sono abbastanza tranquilli, fino al clamoroso fallimento del 2008, a cui segue l’acquisizione del titolo sportivo da parte di altra società.

Il nuovo corso paga: è la stagione 2011/12, con Gautieri in panchina. In campo, tra gli altri, D’Aversa e un giovane Pavoletti, capocannoniere del torneo a fine stagione. Un quarto posto che vale i play-off, in cui supera in semifinale il Siracusa, prima dello scontro finale con un’altra siciliana, il Trapani.

Nella gara di andata in Abruzzo, i rossoneri pareggiano 1-1 e nella gara di ritorno l’inizio è choc: dopo 1’ padroni di casa in vantaggio e al 12’ Lanciano che rimane in dieci. Il sogno sembra sfumato ma l’appuntamento con la storia, stavolta, non può essere mancato: Pavoletti, Sarno e Margarita ribaltano un match che sembrava segnato e fanno esplodere una comunità intera, che ottiene il pass per la cadetteria per la prima volta nella sua storia.

Le stagioni successive regalano ben tre salvezze consecutive: è il miglior periodo del club.

Fino, però, alla stagione 2015/16: retrocessione e rinuncia all’iscrizione alla successiva Lega Pro.

La squadra è ripartita dalla Promozione e l’anno scorso è risalita in Eccellenza, punto di partenza per provare una scalata perlomeno in C, che rappresenta ormai la dimensione minima in cui può restare la squadra, affidandola ad Alessandro Lucarelli.

 

GLI STRANI CASI DI CHIETI, TERAMO E L’AQUILA
Tolto il Pescara, gli altri capoluoghi di provincia non hanno mai brillato ad alti livelli.

Caso davvero strano per il Chieti: lo straordinario pubblico dei teatini, da sempre esemplare nell’appoggio e nel seguito verso il club, meriterebbe appieno una soddisfazione maggiore dei tanti campionati di Serie C vissuti finora. Memorabile l’amichevole disputata con il Milan nel 1970 per “battezzare” il nuovo stadio “Angelini”: finì con un brutto 1-7, ma la cornice di pubblico fu a livello di piazze di categoria superiore.

Si rese protagonista anche di una partecipazione alla Coppa Anglo-italiana del 1978/79, giungendo in finale e perdendo contro il Sutton.

Curiosa l’origine dei colori sociali: il re Vittorio Emanuele III, nel 1919, fece inviare nella città di Chieti documenti dell’anagrafe del Veneto per evitare che, in caso di invasione austroungarica a seguito della disfatta di Caporetto, questi potessero essere sequestrati; unitamente ai documenti, pervennero delle divise del Venezia Calcio e il Chieti, non possedendo le risorse per avere le proprie ufficiali, ricorse a quelle giunte per ordine del Re.

Contro il Pescara vive il derby più acceso dell’intera Regione, pur non disputandosi da 16 anni causa fortune diverse delle due società: i neroverdi sono attualmente in Serie D.

Tra le fila teatine hanno militato, tra gli altri, Fabio Quagliarella ed Enrico Chiesa, quest’ultimo militante anche nella compagine del Teramo

Anche ai biancorossi la storia ha riservato tantissimi anni di Serie C: un sussulto importante ci fu nella stagione 1974/75, grazie al “Teramo delle meraviglie” e guidati dal bomber Pulitelli, con il quale sfiorano una storica promozione in Serie B, arrivando al terzo posto a pochissimi punti dal Modena vincente del torneo; stesso epilogo anche nell’anno seguente.

Per i successivi quarant’anni saliscendi tra C1 e C2, con anche qualche amara retrocessione in Serie D.

Arriva il 2014/15, con la Lega Pro unica: il duello con l’Ascoli è stimolante e alla fine, alla penultima giornata, la vittoria col Savoia regala la prima storica promozione in cadetteria. Lapadula e Donnarumma sono i grandi protagonisti del successo.

E’ una festa totale, ma dura purtroppo poco: la Corte d’Appello Federale infligge una penalizzazione di sei punti, che annullano, di fatto, lo storico risultato raggiunto.

Attualmente, si trova ancora nel terzo livello calcistico italiano.

Grandi rivali regionali i giallorossi del Giulianova.

Infine, il capoluogo regionale aquilano: appena tre partecipazioni in cadetteria negli anni ’30. Poi, tantissimi anni tra C e Interregionale.

Grande soddisfazione per i rossoblù arriva nella stagione 2012/13, ottenendo la promozione nella Lega Pro Prima Divisione vincendo i play-off proprio contro le due corregionali succitate: la semifinale d’andata con il Chieti viene vinta 2-0 con i gol di Improta e Carcione; nel ritorno Capogna spaventa le ambizioni aquilane ma regge: è finale con il Teramo.

Nella finale di andata in casa biancorossa vince 1-0 con rete di Infantino: è tutto pronto per il ritorno nell’ex Serie C1. Al “Fattori” vince 2-1, davanti a 5000 spettatori in delirio per una grande vittoria nell’acceso derby.

Fallita nel 2018, adesso disputa il campionato di Promozione.

 

ALTRE SQUADRE
Tra le altre squadre regionali di rilievo spicca il già menzionato Giulianova, che dal 1971 al 2012 ballò tra Serie C1 e C2. Memorabile la stagione 1972/73 con Fabbri alla guida tecnica, che diede vita ad un appassionante duello con la SPAL per la promozione in B, concluso a favore dei ferraresi.

Restò alla storia il “treno speciale giallorosso” organizzato per la trasferta di Modena e l’incredibile rendimento casalingo: in uno stadio perennemente gremito, in 19 incontri, subì solamente due reti.

Ciò non bastò per conseguire una promozione storica, ma restò nella storia del calcio abruzzese.

Lo stesso Fabbri commentò anni dopo: “Altro che Vicenza, è il Giulianova la squadra che ha fatto parlare di sé in Italia per il suo gioco.”[2]

Come per il Chieti, la tifoseria è una delle più calde d’Italia.

L’Avezzano ha disputato molti tornei di Serie C2, vincendo addirittura il titolo nel 1995/96.

Una partecipazione in Serie C1 ed una in C2 anche per il Pescina Calcio tra il 2007 e il 2010.

Qualche anno in Serie C2 anche per Marsica, Rosetana e Vastese, che vinse lo scudetto Dilettanti nel 2008/09.

Negli ultimi anni da segnalare il buon cammino del Francavilla, passato negli ultimi anni dalla Serie D e adesso stabilmente in Lega Pro.

Buon seguito anche per Angizia e Sulmona, vincitrice anche di una Coppa Italia Dilettanti.

 

[1] http://www.vastospa.it/html/notizie_dal_mondo/abruzzo_forte_e_gentile.htm

[2]  http://www.viveregiulianova.it/2014/04/23/giuliesi-per-sempre-una-manifestazione-memorabile/466568/