Nel panorama calcistico europeo il Borussia Dortmund è conosciuto fondamentalmente per due caratteristiche: la SudTribune con il suo grandioso Muro Giallo; e la sbalorditiva capacità di superare al fotofinish gli altri club nella corsa ai migliori talenti del calcio.

A Dortmund dev'esserci qualcosa di trascendentale nell'aria che si respira, o forse nel cibo che si serve a tavola, oppure trattasi semplicemente di fortuna sfacciata; fatto sta che al Borussia non sbagliano un colpo, riuscendo ad avere una continuità pazzesca nelle scelte dei giovani da acquistare rispetto a tutti gli altri club. Scelte lungimiranti che molto spesso col tempo si tramutano in veri e propri colpacci: ragazzini semisconosciuti acquistati per due lire (talvolta pure a parametro zero), messi in campo da titolari nonostante l'età e venduti poi a peso d'oro dopo qualche stagione. 

L'ultimo in ordine cronologico è spagnolo ed è molto promettente. Il suo nome è Sergio Gómez Martín e non proviene da un posto qualunque, ma nientemeno che dalla Mesia del Barcellona. I dirigenti tedeschi sono volati in Catalogna, hanno conosciuto la famiglia e i rappresentati del giovane e hanno concluso l'affare nella maniera più semplice di tutte: pagando la clausola rescissoria di 3 milioni di euro. Un'inezia in rapporto alle potenzialità del nativo di Badalona. Sergio Gómez è capace di giocare in tutti i ruoli dell'attacco, ha una tecnica sopraffina e una caratteristica faccia d'angelo (un mix tra Fernando Torres con le sue lentiggini e Toni Kroos) che non deve però trarre in inganno: fossi un difensore non abbasserei la guardia nemmeno per un istante di fronte a questo funambolo del dribbling. 

Lo spagnolo è l'ultimo di una lunga serie di talenti strappati agli altri club con straordinaria voracità dal BVB. Una lista di nomi che comprende anche quello di Dan Axel Zagadou, marcantonio di 196 cm strappato gratis al Paris Saint Germain l'estate scorsa. Francesi che oggi si staranno mangiando le mani pensando al talento che si sono ingenuamente fatti soffiare da sotto il naso, sebbene possano comunque dormire sonni tranquilli grazie alla recente esplosione di Kimpembe (altro giovane dal lucente avvenire). Zagadou è molto versatile, sapendosi ottimamente destreggiare sia come centrale di difesa che come terzino sinistro. Dotato di una buona tecnica (è mancino) e di una discreta velocità (nonostante l'altezza), il francese ha raggiunto in questa stagione un invidiabile 59% nella statistica dei duelli vinti: non male per un '99 all'esordio in un campionato tosto come la Bundesliga.

Altro giovane che i gialloneri hanno sgraffignato alla concorrenza è quello di Jadon Sancho, uno dei talenti più forti in circolazione e dal futuro pressoché certo. Di nazionalità inglese e di origine trinidadiana, Sancho è la classica ala offensiva inglese: brevilineo ed imprevedibile, quasi inarrestabile quando parte palla al piedi, è talmente rapido da meritarsi il soprannome di The Rocket ("il razzo"); assomiglia tantissimo a Raheem Sterling, anche se l'esterno del City è sicuramente più attaccante rispetto al 18enne, il quale invece sembra più incline a sfornare assist ai compagni. È stato strappato proprio ai Citizens per 8 milioni di sterline, cifra bassa se pensiamo che Sancho ha vinto a mani basse il premio di miglior giocatore degli Europei U17 (competizione a cui ha preso parte lo stesso Sergio Gómez Martín); ha collezionato nell'ultima stagione 12 presenze condite da 1 gol e ben 4 assist. Presenze che quest'anno sono destinate a lievitare considerevolmente.

Se qualcuno di voi se ne fosse già dimenticato, nel Borussia Dortmund gioca pure il "Nuovo Ibrahimovic"ovverosia Alexander Isak. Di Ibra possiede lo stesso fisico, il medesimo talento calcistico ed entrambi esultano in maniera sfacciata alzando braccia e mento al cielo come a dire: "Sono il migliore"; caratterialmente invece i due sono molto diversi. La superbia di Zlatan è ormai un fatto assodato: celebre a tal proposito il rifiuto dello svedese di prendere parte - ai tempi del Malmö - ad un provino con l'Arsenal semplicemente perché "Zlatan non fa provini". Di ben altra pasta Isak, che nel gennaio del 2017 rifiutò la corte serrata del Real Madrid, spaventato forse dalla prospettiva di finire nel dimenticatoio come il quasi coetaneo Odegaard. Se il suo idolo è Ibra, il suo tutor sin dai tempi dell'AIK Solna è Goitom, vecchia conoscenza del nostro calcio (Udinese) e anch'egli di origini eritree. Centonovanta centimetri di strapotere tecnico e fisico, Alexander Isak non sta facendo benissimo nella sua nuova avventura tedesca: 13 presenze in un anno e mezzo e solo un gol all'attivo. Nel suo paese è comunque l'uomo dei record: è il più giovane marcatore della storia della Nazionale e del campionato svedese, dopo aver segnato una doppietta alla clamorosa età di 16 anni e 5 mesi nel focoso derby di Stoccolma tra Djurgardens e il suo AIK. Proprio niente male

Come chiosa finale lancio un accorato invito a tutte le madri dei migliori talenti: chiudete in casa i vostri figli, se non volete che l'uomo (giallo) nero se li porti via...