Era l'estate del 1990, il Divin codino fu protagonista del passaggio clamoroso dalla Viola agli acerrimi nemici della Juventus. 20 milioni di dollari, questa fu la cifra monstre per l'epoca, circa 25 miliardi di lire.

Stracciato il record di Maradona, Baggio il giocatore più pagato al mondo, Baggio d'oro, questi i titoli dei giornali all' epoca. Quando il procuratore Caliendo fa la conferenza stampa, poco dopo arriva anche un sasso che rompe una finestra, protagonisti una ventina di ultras viola scalmanati.

Il passaggio di Baggio alla Juve segnò per molti la fine del calcio romantico, di sicuro la fine dei Pontello alla presidenza e del loro decennio viola, che aveva proprio incendiato la rivalità con la Juve, con il contestatissimo scudetto 1981-82 vinto tra le polemiche arbitrali dai bianconeri con un solo punto di vantaggio sulla Fiorentina.

A Flavio Pontello fece molto male lo striscione Baggio Viola, Pontello alla Juve. Poco dopo vendette ai Cecchi Gori, che portarono poi come tutti sappiamo al fallimento nel 2002 con la successiva rinascita coi Della Valle come Florentia Viola.

Baggio con la Juve tornò a Firenze da avversario il 7 aprile del 1991.
Per certi versi tutto quel fine settimana fu emblematico dei limiti caratteriali di Baggio.
Prima non volle indossare la sciarpa della Juve, poi, procuratesi il rigore che avrebbe potuto pareggiare il gran gol su punizione di Fuser, si rifiutò di tirarlo. De Agostini sbagliò e la Fiorentina vinse uno a zero.
Se solo Baggio avesse avuto un terzo della metà del professionismo di CR7, oggi parleremmo di un calciatore con almeno qualche Champions e Pallone d'Oro in più in bacheca. Soprattutto non avremmo avuto un calciatore che finì per litigare con Trapattoni e Lippi, tanto vero che dopo un anno di triade fu ceduto al Milan, dove pur determinante per lo scudetto rossonero pagò gli screzi con Capello. Con Lippi litigò pure quando i due si ritrovarono all'Inter nella stagione 1999-2000.


Quando parliamo di Baggio comunque parliamo di uno dei numeri 10 più grandi della storia, capace di trascinare la nazionale italiana alla finale di un mondiale e a vincere un Pallone d'Oro, l'ultimo italiano prima di Cannavaro.
Roberto Baggio è parte della storia bianconera col suo quinquennio 1990-95 e una media superiore ad un gol ogni due partite, 78 in 141 partite.

Federico Bernardeschi, invece, fa il grande salto nell'estate 2017, fra la rassegnazione e qualche timida protesta dei tifosi viola ormai stanchi dei Della Valle. 40 milioni di euro questa è la cifra pagata. Viene da un'ultima stagione esaltante dal punto di vista personale, 11 reti alcune di grande fattura. Il 10 viola prende alla Juve il numero 33.
Le cose però non vanno come forse avrebbe sperato
, solo 4 reti in 22 presenze, il primo anno spesso da subentrato. Solo 2 la scorsa stagione, dove invece gioca molto di più, 28 volte, partendo spesso titolare come terzo elemento dell'attacco bianconero al fianco di CR7 e Mandzukic. La brutta partita giocata in occasione di Juve Ajax 1 a 2, che porta all'eliminazione della Champions, come segna l'inizio della fine della carriera di Allegri sulla panchina bianconera ad ora pare aver condizionato pure l'ex viola.

Sarri è infatti chiaro fin da subito. "Deve specializzarsi" dice il nuovo mister, che è un altro modo per dire ad un giocatore che chi della duttilità fa la sua forza, con me gioca poco. Infatti finora lui come Dybala non ha avuto molto spazio.

Che Bernardeschi sia un poco attapirato lo si denota anche dall'opaca prestazione in nazionale contro l'Armenia che porta mister Mancini a panchinarlo contro la Finlandia nella partita successiva nonostante sia il 10 dell'Italia.
Bernardeschi è un trequartista che però con Conte in Nazionale ha dimostrato di poter giocare anche come esterno sia a destra che a sinistra nei 5 e pure come mezzala nel centrocampo a 3 ruolo che a volte ha ricoperto anche con Allegri.
Con tutti gli stranieri che negli anni '90 non c'erano è comunque difficile ora sfondare per un Italiano alla Juve poi.

Per lui questa è una stagione decisiva. O fa un salto di qualità enorme, cosa molto difficile, o si accontenta di un ruolo marginale, magari andando da qualche altra parte a fine stagione per giocare con continuità, oppure, ed è questa la soluzione che mi sento di consigliare, può intraprendere un percorso simile a quello di Gianluca Zambrotta, ovvero trasformarsi da centrocampista offensivo a terzino, dove se impara a difendere in maniera decente poi in fase d'attacco ha doti nettamente superiori.

Guarda caso quest'anno alla Juve mancano i terzini: De Sciglio è fuori un mese ci sono solo Danilo a destra ed a sinistra Alex Sandro.

Bernardeschi, se accetta di giocare terzino sinistro, come Cuadrado ha accettato di farlo a destra, può svoltare la sua avventura alla Juve e giocare molto di più.

 

P.S. Quando si scrivono pezzi così, poi la partita dopo il giocatore fa un gran gol............