Cosa vorrei da questo 2021? Assomiglia proprio ad un diario. D’altronde si tratta del Diario dall’Isolamento, ora divenuto #BarVxL. Per una volta mi piacerebbe scrivere un pezzo introspettivo.
Gradirei raccontare qualcosa di me. Vorrei esprimere ciò che porto dentro e i miei sogni. Chiaramente non ho alcuna intenzione di esporre la mia parte privata. Non voglio annoiare il lettore con racconti od obiettivi personali che poco interessano a un interlocutore. Il target è la società. Il tentativo è narrare ciò che, mi auguro non in modo utopistico, amerei accadesse durante l’anno appena sbocciato.

Il 2021 dovrebbe rappresentare primariamente la rinascita. Attendiamo con ansia la Pasqua dopo il “Venerdì Santo”. Il 21 febbraio 2020 è stata e resterà una delle date più buie della storia mondiale. In quel giorno, il covid-19 ha mostrato davvero il suo volto. E’ strano pensare “all’egoismo” umano. Si notava che, in Cina, il virus spadroneggiava, ma non si aveva la minima paura. Ci si sentiva forti e protetti. Qui non arriverà. In pochi, e io non sono certamente tra loro, avevano già le antenne diritte. Soffrivamo nel vedere le immagini di Wuhan, ma si trattava di una sorta di compatimento. Non era un problema nostro finché il malefico ospite non è giunto a Codogno. E’ un lato umano che comprendo, ma davvero fatico a digerire. Il dilemma diventa importante soltanto quando la persona lo subisce direttamente o tramite un familiare. In alternativa, non è percepito come tale. E’ una forma di innato egocentrismo che mi indispone. Dalla Nostra Italia, poi, il coronavirus si è rapidamente sparso in tutto il globo trasformandosi in pandemia e distruggendo il 2020. Sono 365 giorni da incubo che ognuno di noi vuole cancellare dalla memoria. Non nelle persone scomparse. Queste rimarranno per sempre nella mente di chi le ama. Il riferimento è a tutto il contorno. E’ meglio depennarlo completamente perché non ha condotto ad alcun risultato positivo. C’è chi sostiene che possa essere utile come lezione. Se questa possibilità esiste è veramente come una gemma in una distesa di fango. Per entrarvi serve coprirsi con uno scafandro e utilizzare un lanternino.

NEGAZIONISTI, TERRORISTI DEL VIRUS E…. REALISTI
O meglio…. Mi è venuta un’idea. Si potrebbe pensare di capovolgere la situazione. Si immagini ciò che si è visto nell’ultimo anno e si consideri che è quanto non si dovrà più ripetere. Questa pandemia avrebbe dovuto avvicinare le persone. E’ stato così per le prime settimane: fintanto che qualcuno cantava sui balconi con la certezza che fosse sufficiente un lockdown per cancellare un virus senza conseguenze sociali, psicologiche ed economiche. Com'era prevedibile, sarebbe stato più realistico sostenere che l’uomo può volare con la sola forza del suo corpo. Nulla si è mai ottenuto senza azioni concrete. Le chiusure non risolvono il problema perché non cancellano l’ospite. Sono necessarie a rallentarlo, ma creano miriadi di diversi dilemmi. Dopo l’illusione estiva, gli individui hanno compreso che gli sforzi fatti avevano salvato tante vite, ma altre erano nuovamente perse e vari tipi di differenti drammi incombevano sul pianeta. Una realtà simile non può che risultare divisoria. Si sono creati gli schieramenti. Il fronte dei negazionisti si è contrapposto violentemente a quello dei terroristi del covid-19 e, nel mezzo, si sono presentati i realisti. Non è semplice descrivere tali categorie perché sono alquanto ambigue e troppo recenti. Solo la storia le potrà meglio spiegare. Tra i primi si riconosce chi considera l’attuale emergenza come una montatura magari creata ad hoc per originare un nuovo ordine mondiale. I secondi, invece, sono vittime di una paura che li ha ingabbiati. Tra questi vi è chi crede che la morte si stia aggirando liberamente per le strade vestita con la sua tunica nera e la falce in mano. I realisti, invece, affermano: “Signori, tranquilli! Non è così”. Il SarsCov2 è sicuramente una bestia orribile, ma ci si può salvare. Urge rispettarlo. E’ necessario, quindi, essere ligi alle norme e al buon senso, ma non bisogna cedere allo sconforto o irrigidirsi troppo perché altrimenti si rischia di esplodere in un disastro sociale. Il primo sogno è che le persone viaggino verso tale direzione intermedia.

L’UOMO E’ ANIMALE SOCIALE
Qualcuno mi dirà che sono pazzo. E’ importante che il virus scompaia. Certo! Quello era scontato. E’ assolutamente logico che gradirei non avere più tale problema. Vorrei che il termine negativo tornasse al suo significato originale e lo stesso valesse per il suo opposto. Mi piacerebbe poter affermare liberamente: “Sono una persona positiva”. ALERT!! Fortunatamente non ho contratto il covid-19 o altre patologie. Qui si sta perdendo il lume. La vita sta diventando un film e le pellicole paiono la realtà. Sentire la sorellina che richiama il fratello minore invitandolo a mantenere le distanze è corretto, ma è qualcosa di disumano. Si sta macchiando definitivamente la realtà che è fatta di socialità. L’uomo è animale sociale” diceva Aristotele. Una malattia non può modificare l’essenza di un ente. Non invitare le persone care era un comportamento scortese e triste. Ora è necessario trasformarsi in specie di eremiti. “Non guardare troppa televisione e staccati da quel telefonino. Vai fuori a giocare con i tuoi amici”. Gridava, con immensa ragione, la madre al figlio. Oggi è il contrario e purtroppo non si può fare altrimenti. Recarsi presso una casa della carità per visitare gli ammalati, andare in un RSA per salutare i nonni o far loro una tenera imboscata a casa erano gesti di infinito altruismo. Adesso è egoismo. Capite che il mondo è al contrario? Ho la presunzione, di cui mi scuso, di sostenere che non fosse sbagliato prima. Quello di oggi è un comportamento forzato e corretto, ma da abbandonare il prima possibile. Urge che, in sicurezza, si trovino le soluzioni per superare tali ostacoli. Se dura troppo a lungo, una vita come quella odierna è assolutamente nefasta e dannosa. Mi piacerebbe che non si dimenticasse ciò che è stato e che forzatamente ritornerà.

LA VITA E’ BELLA… QUANDO E’ LIBERA!
Ne sono certo perché il vaccino sarà la soluzione finale. Diventa assolutamente difficile trattare di tale tematica in quanto ho le idee piuttosto confuse. Sono liberale di natura. Non amo le costrizioni. Non sottoporrei nessuno a un trattamento sanitario obbligatorio. Mi rendo conto, però, che accettare la soluzione chimica sia un dovere morale. Mi auguro vivamente che le persone decidano di compiere tale gesto. Non è semplice. Lo comprendo. Dopo 2000 anni neanche il più fervente cattolico riesce ancora a fidarsi in maniera asettica di Dio. Figuriamoci se l’uomo si dona completamente a un altro suo simile... La scienza sta uscendo dalla pandemia con il più classico dei “bene, ma non benissimo. Mi scuso con Shade per la citazione. Non è stata unita. Questo non rappresenta per forza un malus. Tutt’altro. Anzi, non essendo un dogma, è bene che vi siano pareri diversi. E’ più scientificamente umano. Non ci si nasconda. Le diverse vedute sono sempre esiste pure in quel campo, tanto che le persone malate odono sovente il parere di più specialisti prima di sottoporsi a un qualsivoglia trattamento. Chiedere un pensiero unico sarebbe assurdo oltre che tendenzialmente pericoloso. Non può, però, mai mancare la sobrietà e alcuni virologi hanno ecceduto provocando errati, ma giustificati retropensieri negativi nei confronti dell’intero sistema. Ammesso questo, auspico che in tanti possano vaccinarsi senza costrizioni. Spero proprio che non ci si trovi nella sgradevole situazione di creare patentini o licenze di immunità. Sarebbe tristemente lontano dai miei ideali e, con le opportune differenze, a qualcuno potrebbero ricordare orrendi marchi della storia del secolo scorso. Sarebbe gradevole che le persone si sottoponessero alla profilassi scongiurando così strane idee. E’ doveroso, invece, evitare di nascondersi. La paura che si è creata intorno a questo virus ha condotto parecchi individui a non esprimere la propria positività al fine di non essere tacciati come untori. Lo si fa inconsciamente, ma si agisce così. Il terrore di essere contagiati allontana da chi ha subito tale problema con modalità o per un lasso temporale che esula dalla normativa. In taluno noto persino un timore reverenziale nel manifestare la propria opinione se questa non rispecchia il pensiero comune. E’ troppo grave. E’ assurdo che per decenni si sia combattuto questo genere di situazioni e oggi si rischi di ricaderci dentro per salvare il mondo dal terribile virus.
Leggo, per esempio, un’intervista a Repubblica del Dottor Franco Locatelli: “La Costituzione sancisce la libertà di scelta. Ma se la scelta di non curarsi mette a rischio la libertà degli altri è quest’ultima che deve prevalere”.
Ho un tantino di esperienza in campo giuridico e consiglierei, con grande umiltà, al Presidente del CSS di evitare pericolose “invasioni di campo”. Trattare della Nostra Magna Carta e degli articoli che la compongono con prevalenze degli uni sugli altri è sempre piuttosto complesso. Dal 2021 mi aspetto maggior equilibrio e rispetto delle varie opinioni. Proprio qualche giorno fa una nota emittente televisiva ha riproposto La vita è bella, capolavoro con Roberto Benigni. Quando si tratta di tematiche come l’esistenza e la libertà bisognerebbe sempre avere in mente il periodo storico in cui è ambientata l’opera. Proprio durante tali momenti, i detti elementi erano fortemente posti in dubbio e grazie alle sofferenze di allora si è giunti al capolavoro che guida il diritto italico. E’ vietato trattarne con sufficienza perché si parla di sangue e terrore. Serve riguardo e rispetto per qualsiasi genere di dottrina lecita.

SI RISCHIA DI DISTRUGGERE UNA GENERAZIONE
Mi auguro, e non è qualcosa di poco conto, che possa iniziare pure una ripresa economica. La pandemia ha provocato i decessi di una guerra, ma ha lasciato anche strascichi di tipo finanziario paragonabili a quelli di un conflitto bellico mondiale. E’ una disperazione ed è prevedibile che il tasso di povertà aumenti a dismisura. Occorre ricordare che non esiste benessere senza salute, ma vale anche il contrario. Quando un Popolo è disperato, affamato, ma conscio del proprio stato può divenire un’autentica mina vagante. Per fortuna dalle nostre parti è concesso essere informati. Abbiamo chance di discernimento e questo è molto utile a impedire che un’esagerata massificazione del pensiero conduca a totalitarismi. Proprio a tal fine devono ripartire la cultura e lo spettacolo. Fermarli è una sconfitta enorme. La DAD può essere una soluzione complessa, ma efficace. Le serie tv non sono sempre sufficienti a sostituire teatri, cinema, musei, turismo artistico... La piccola e media impresa, che è la forza motrice del nostro sistema, sta soffrendo come non mai. Se quei settori si bloccano, è la fine. Questo non può essere dimenticato e di qui mi ricollego al calcio che certamente non è parte del sistema. L’industria del pallone è come una multinazionale. Muove circa 500mila posti di lavoro. Un suo decadimento sarebbe un’autentica tragedia. Urge, poi, ripristinare lo sport di base. E’ il pane quotidiano per tanti e puro benefico dal punto di vista psicofisico “Mens sana in corpore sano” diceva Giovenale. In un’intervista alla Gazzetta dello Sport anche Papa Francesco ha recentemente sostenuto l’importanza di tale settore. E’ scuola di vita. Sua Santità ha trattato di “pelota de trapo”, palla di stracci. Chiunque deve poter accedere al gioco. E’ una forma di socialità. Aiuta a comprendere il valore delle regole, ad accettare la sconfitta, a fare gruppo e a stare nella realtà che non è questa scatola per criceti creata a causa del covid-19. Bisognerebbe che certi esperti comprendessero meglio il valore e amplificassero gli sforzi per le riaperture in sicurezza. Quando si potrà riemergere dalle tenebre si rischiierà di trovarsi di fronte a una generazione con gravi dilemmi fisici e sociali. E’ ormai palese. In un mondo in buona salute, tutte le conseguenze di questa orrendo periodo dovranno essere cancellate. Rimarrà, per quanto possibile, lo sviluppo dello smart working e del web. Questi sono utili sia per l’ambiente che al fine di abbassare il livello di rischio pure non legato al SarsCov2. Pensate, per esempio, alla riduzione del traffico e dei conseguenti incidenti stradali. I bonus saranno evidenti pure sui costi.

IL PALLONE D’ELITE
Gli auspici, poi, contemplano anche il settore sportivo da noi tanto amato. Il 2020 avrebbe dovuto essere un anno ricco di eventi. Ci si augura che lo possa divenire il 2021. Pare che, bene o male, i protocolli elaborati per l’élite di tale settore stiano funzionando. Non vedo enormi motivi per dubitare del futuro, ma in questo periodo meglio restare molto cauti. Tutto può essere. Beh scusate, ma vorrei che emergesse la mia “fede”. Sono juventino e mi auguro che la Vecchia Signora possa centrare il decimo Scudetto consecutivo. Mi ritengo molto felice, però, che Milano sia tornata a coprire il ruolo del leone. Credetemi. E’ ciò che penso davvero perché il pallone ha necessità di questa piazza come delle più umorali Roma e Napoli. Avrei grande piacere, poi, di vincere la Champions. E’ il sogno nel cassetto di ogni bianconero e lo lasciamo lì. Vorrei vedere la Nazionale di Mancini alzare un trofeo a Wembley. Il riferimento, chiaramente, è all’Europeo itinerante che sarà protagonista della nostra estate calcistica. Penso che gli azzurri abbiano le chance per riuscire nell’impresa. E’ una squadra giovane e forte. La sua parabola è in ascesa mentre quella di altre storiche rivali pare aver già raggiunto il suo apice. Penso soprattutto a Germania e Francia. Starei molto attento all’Inghilterra così come al Belgio e alla Spagna, ma non azzardo pronostici perché, per questo, vi sarà tempo … Nella prossima stagione parteciperemo alla Final Four di Nations League in programma proprio tra Torino e Milano. Torneremo a rivivere le emozioni di campionato e Coppe in attesa dello strano Mondiale invernale in programma nel 2022. Uefa e Fifa potrebbe allettare i caldi mesi di quell’anno con nuovi format e competizioni. Il pallone non ci mancherà.

L’ANNO OLIMPICO
Non si vive di solo calcio. Anno dispari, ma comunque olimpico. E’ molto strano, ma è così’. Il primo auspicio è che il covid-19 non blocchi nuovamente l’evento. Mi auguro, poi, che potremo parteciparvi senza problemi. E’ risaputo che il CIO non sia proprio in accordo con alcuni aspetti gestori dello sport italico da parte delle istituzioni. I rischi di qualche sanzione paiono emergere. Sarebbe fantastico se la Ferrari potesse riprendersi il proscenio in Formula Uno. La coppia composta da Leclerc e Sainz è giovane, ma piena di fascino. E’ esaltante ed esuberante. La prospettiva è fresca. Mi piace. Vorrei un exploit dei tanti interessanti talenti del motociclismo italico. E’ trascorso troppo tempo dalle gioie targate Vale. Soprattutto Dovizioso ha cullato sogni di gloria che purtroppo, almeno per ora, non si sono mai concretizzati. Si spera in Morbidelli o Bagnaia. Non si può dimenticare il ciclismo. Anche in questa disciplina si attendono forti rampolli che vadano a raccogliere l’eredità di Nibali. Lo Squalo potrà ancora aggredire le sue prede? Il Giro di maggio o il Tour di luglio forniranno la prima risposta in attesa delle Olimpiadi. Potrei continuare l’elenco dei sogni con un’infinità di altri atleti e discipline, ma dedico il finale al pubblico. Lo sport può esistere pure senza gli spettatori. E’ chiaro. Grazie ai media, viviamo le kermesse come se fossimo presenti. Non si può nascondere tale enorme privilegio di cui si dispone ultimamente. Ma non è lo stesso. E’ come la pizza senza il pomodoro. Può piacere, ma non è lei. La presenza delle persone modifica le prove dei campioni. Tale concetto è stato recentemente espresso anche da Cristiano Ronaldo. Può apparire un’ovvietà, ma è giusto rimarcarla. Economia, spettacolo e salute hanno necessità che si completi pure quest’altro tassello. Sempre in sicurezza.

Beh... c’è poco da dire! L’auspicio del 2021 è che cancelli dalle memorie i 365 giorni precedenti. La strada è lunga e dura, ma l’obiettivo è segnato.