Erano gli anni 'Cavallari', ma di quelli incalliti, cosa che negli ultimi anni è calato a dismisura, erano gli anni '80, e molti, tanti correvano al Totip o addirittura agli ippodromi per sperare in una vincita mostruosa.
E' così che un bel giorno ho incontrato al Bar il signor Alfio Puzzolengo, acerrimo ex giocatore di Cavalli con il quale ho fatto una bellissima chiacchierata e che poi ho trasformato in un articolo per riportarlo proprio qui ai nostri lettori.
Lui è una persona sulla ottantina che ricordando quegli anni si passa la mano sulla fronte e dice "In quegli anni...".
Ma andiamo a leggre quel che mi ha raccontato e godiamoci insieme questo spettacolare racconto.

Sono nato a Roma nel 1942 da madre e padre romani, e fin da ragazzino ero appassionato di cavalli, li andavo a vedere a casa dei miei nonni che abitavano in campagna. Fin da ragazzino montavo i loro cavalli, ma non solo li spazzolavo e li riaccompagnavo nella stalla. Quindi va da se che appena quattordicenne convinsi mio padre a portarmi a vedere una vera corsa dei cavalli, in Inghilterra al King George and Queen Elizabeth Stakes, dove sarebbe stata presente anche la Regina Elisabetta, che sarebbe andata a sostenere il suo cavallo High Veldt. Ma il cavallo più forte ai tempi era Ribot che proprio in quei giorni avrebbe partecipato a quella corsa, era un cavallo velocissimo, arrivato dall'Inghilterra, ma di adozione romana, e comprato da una famiglia del marchese Mario Incisa della Rocchetta e Federico Tesio, soci in affari, dove Federico era anche il suo allevatore, nonchè fondatore della razza Dormello Olgiata.
Ribot era oltre che veloce, potente, mi rancontarono che in una gara lasciò il suo inseguitore a ben 15 lunghezze, se pensi è davvero una grande distanza. Ribot era già abbastanza grande di fama, era nato nel 1952 e nel 1956 era nel pieno delle forze, di regola un cavallo corre fino ai 12 anni, quindi era un giovanotto.
E così da Fiumicino prendemmo un volo verso Londra, e poi destinazione ippodromo. Ero al settimo cielo, mio padre, che non era un vero e proprio appassionato di cavalli, mi guardava spazientito, ma felice di farmi vedere quella corsa. Così appena entrati e trovati i posti, entrò la Regina, un silenzio tombale, la sua entrata poi fu accompagnata da un applauso generale di tutti gli inglesi, al quale ci unimmo anche noi.
Così dopo una lunga attesa ecco che i cavalli uscirono ed io mi feci subito sentire dal mio cavallo preferito "Forza Ribot, fagli mangiare la polvere!".
Il rivale neanche a dirlo era proprio il cavallo di sua maestà. Così si attese l'inizio e lo scatto di High Veldt fu fulminante, tanto da staccare tutti nel giro di 100 metri, mentre Ribot, cavalcato dal fantino Enrico Camici, era rimasto invischiato tra nelle retrovie. Così seguii la corsa tutta in piedi, e gridavo a non finire "Forza Ribot! Forza!".
Sembrava che quella gara dovesse andare in tasca al cavallo reale, ma qualcosa poi cambiò...
A 400 metri dall'arrivo Ribot tirò fuori quella rabbia che gli era mancata all'inizio e metro dopo metro cominciò a rientrare in corsa, anche se sembrava impossibile che potesse riprendere quella lunga distanza, ma lo fece...
Si tolse di mezzo tutti gli avversari, e ripreso High Veldt, prima lo sorpassò e poi fece l'impossibile allungando di ben 5 distanze e vincendo la corsa. Saltai così in alto che ricaddi tra le braccia di mio padre, mentre per il baccano che stavo facendo anche la Regina si voltò e dopo avermi fulminato con lo sguardo, vedendo che ero poco più che un ragazzino, mi sorrise.
Da quel giorno ebbi la così detta 'Malattia dei Cavalli' che però a lungo andare e solo 10 anni fa ho capito, che era soltanto una rovina, perchè non solo mi portò a giocarmi interi stipendi, ma anche a rovinare la mia vita famigliare.
Oggi ho 80 anni e una vita quasi agli sgoccioli, la mia famiglia mi ha riaccolto a metà, cioè i miei figli si mia moglie no, ma non potrò mai dimenticare quando Ribot riuscì a scalare tutte quelle posizioni e sbattere in faccia la vittoria al certo vincente cavallo della Regina. Ribot al ritiro contò 16 corse e 16 vittorie, un fenomeno!

Che dire? Strepitoso il racconto di Alfio Puzzolengo, forse come dice lui sarebbe stato più opportuno fermarsi ad una sola passione, ma poi c'è chi si ferma e chi invece ci finisce dentro con tutte le scarpe, e lui ci cadde. Ma per il resto, aver visto uno dei cavalli più forti della storia delle corse ippiche.