Era l'anno del 2000 quello degli Europei, Marco Delvecchio era un ragazzo come noi. Era l'anno del cambiamento quello delle Lire in Euro, Romano Prodi tentava il restauro, e la gente che non capiva quanto valevano quella moneta e chissà a quanti gestori gli si è rimpita la tasca. L'Italia vivema il momento del cambiamento Europeo, la moneta era unica, e così tutte le monete di un tempo; Lira, Franco-Svizzero, Marco-tedesco, Fiorino Olandese se ne andarono in pensione, con la gente che correva dietro allo Spreed, tutti divennero madre lingua inglese; telegiornali, trasmissioni politiche, di musica e chi più ne ha più ne metta, pensando che la parola più straniera era giusto l'Ok, dalla seconda Guerra Mondiale, dall'intervento degli americani, di quali poi siamo diventati succubia livello politico, ma  anche dalle persone anziane che vedevano negli anni novanta Iva Zanicchi con il suo 'Ok il prezzo è giusto'. Gli anni 2000, l'anno che, per chi viveva nel 1900, era quello delle case che si potevano spostare con i treni, mongolfiere personali e macchine per il controllo del tempo, cose che dopo cento ventuno anni non si sono ancora avverate. Anche noi prima del 2000 pensavamo che sarebbero arrivate le macchine volanti che attraversavano il tempo, come in Ritorno Al Futuro, o di poter viaggiare su una casa piramidale nel tempo come Stargate, alla fine l'unica cosa che abbiamo visto è il passaggio dalla Lira all'Euro, che ha portato milioni di italiani a scervellarsi per capire il valore di una moneta o di una banconota. .Tutto però passò in secondo piano quando iniziarono gli Europei di calcio, quando tutti ci unimmo in un solo coro "Forza Italia!". E qui comincia il mio racconto. 

Era l'11 Giugno, domenica di un'estate caldissima, la temperatura sfiorava i 26 gradi, e si giaceva su di una sedia fuori dal balcone in  attesa dell'inizio dell'Europeo di Belgio-Olanda da parte dell'Italia avesse inizio, si giocava alle 14:30 contro la Turchia ad Arnhem, cittadina olandese di poco più di settecentomila anime. Si sorseggiava acqua a volontà, quella frizzante dal frigo e quella fresca dal rubinetto di casa, che alla fine si dimostrava essere più buona. Per le strade c'era il deserto, mancavano soltanto le balle che volteggiavano spinte dal vento e qualcuno che ripeteva "Quando un uomo con la pistola incontra un uomo con il fucile, quello con il fucile è un uomo morto", e il Far West era lì...Erano arrivate le 14:25 e mio padre schiacciava un leggero pisolino, mentre nel frattempo tra un minuto e l'altro mi ripeteva "Quanto manca?"...La gara sta per iniziare, l'Italia non avrebbe avuto, almeno sulla carta, problemi contro i turchi. Il primo tempo si chiude con uno zero a zero, mentre nella ripresa al sessantesimo, quando Filippo Inzaghi incrocia in area un destro verso la porta, il difensore ribatte e Antonio Conte si esibisce in una rovesciata sgraziata, ma che porta in vantaggio l'Italia "Goooollllllll! Questi ce li mangiamo!", esclama mio padre, mentre fuori impazzano le trombette dalle case nelle vicinanze. La gioia però dura solo 10 minuti, quando Ocan Buruk alto poco più di un metro e sessanta, che insacca di testa in mezzo ad una difesa di giganti come Iuliano e Nesta e Maldini..."A Zoff, ma vaffa!" esplode mio padre, che nel frattempo era appena uscito dalla cucina dove era andato a prendere una bottiglia di acqua. Così quel "Noooo!" si sente forte come quella rete del vantaggio, ma la squadra sta giocando bene, quindi non c'era che aspettarsi un ritorno azzurro, intanto Inzaghi si mangiava almeno due occasioni limpide davanti la porta. Poi il settantaduesimo fa riesplodere tutti, Inzaghi contrastato in area turca cade a terra, rigore generoso, ma ci sta bene "Certo che se questo è rigore..." dico a mio padre che sorridendo mi risponde "Quando li danno a noi è tutto buono", e lo stesso juventino la butta dentro, 1-2, perchè l'Italia gioca fuori casa. La gara regala qualche altro sprazzo di pericolo, ma il risultato non si smuove primi tre punti e la speranza di vedere una partita con meno cardio palma. Mio padre intanto fa una chiamata agli amici, e io con la trombetta sul balcone canto l'inno nazionale, già quello che ogni qual volta mi portava a mettere la mano sul cuore e spiegare la voce tanto che mi sentivano anche a centinaia di metri di distanza, il patriottismo calcistico, prima di tutto. L'Italia poi si sbarazzò del Belgio prima, 2-0 Totti e Fiore e della Svezia 2-1 Di Biagio, Larsson e Del Piero che all'ottantottesimo portò i tre punti alla nostra nazionale. Passammo il girone come primi, tanto che mio padre mi disse "Questo Europeo lo possiamo perdere solo noi!", e io gli risposi "Speriamo di giocarcela con tutte, alla fine la squadra è abbastanza forte". Con noi passò la Turchia, mentre negli altri gironi si qualificarono,Portogallo, Romania, Spagna, Jugoslavia, Olanda, Francia. Il sorteggio ci portò a incontrare la Romania di che era davvero una squadra ben quadrata, con Filipescu difensore centrale del Galatasaray, Dorinel Munteanu fortissimo centrocampista del Colonia, il capitano Gheorghe Hagi capitano della nazionale e trequartista del Barcelona, oltre al giovane Adrian Mutu attaccante dell'Inter. La gara si giocava a ritmi medio alti, da una parte e dall'altra...."La Romania è una bella squadra, ma non possiamo fallire. Che ne pensi papà?", mio padre preso dall'azione di Inzaghi che contrastato malo modo si prende la punizione mi risponde "Che in questa azione ci portiamo in vantaggio...". La palla è messa a terra da Demetrio Albertini, lato destro dell'attacco azzurro, è pronto a scodellare al centro dell'area di rigore. Totti si defila sulla sinistra dell'area piccola, Inzaghi resta centrale ma più arretrato, nel mezzo altri azzurri e tutta la Romania. Ecco che Albertini la mette sulla testa di Maldini che preso in controtempo la spizza verso il centro verso Inzaghi, ma la difesa rilancia, in malo modo, la palla arriva ad Di Livio che la ributta in area dove c'è Totti tutto solo che al volo di destro dalla sinistra la butta dentro....1-0 Italia al 32esimo, mi volto e dico "Papà ma che hai la palla di vetro? Ma come hai fatto?", mio padre ridendo mi rispose "Se avevo la palla di vetro, eravamo ricchi...ahaahahah". L'intero quartiere esplode di nuovo, trombette e clackson a tutto spiano, e dieci minuti più tardi al gol di Filippo Inzaghi del 2-0. L a gara si concluse con due consapevolezze, la prima fù la vittoria che ci proiettava in semifinale, l'altra che eravamo una delle sqaudre più informa di quell'Europeo. Mio padre sentiva che la semifinale non sarebbe stata una passeggiata, c'era l'Olanda e mi ripeteva "L'Olanda ha sempre uno squadrone, ogni qualvolta che c'è una competizione, quindi bisogna stare molto attenti, perchè chi cade con questo tipo di squadre si fa molto male anche per il futuro". Infatti quell'Olanda era strepitosa, da Van Der Saar a Stam, dai fratelli De Boer a Overmars, da Bergkamp a Kluivert, da Cocu a Van Bronckhorst, da Davids a Winter, da Van Hoijdoonk a Roy Makaay. La gara poteva partire alla pari, almeno sulla carta ma in campo l'assedio olandese non sfianca gli azzurri, chiusi tutti nei lro 30 metri. Zambrotta al 34' dopo essere stato ammonito pochi minuti prima si fa cacciare, l'Italia in 10 subisce ancora di più. Mio padre quindi si lascia andare con un "Questa ce la vogliono far perdere, un'espulsione così anche al circo farebbe ridere. Sono gli organizzatori ti pare che gli danno contro?". E infatti fù così, poi ecco il 'regalino' dell'arbitro, una pseudo trattenuta di Nesta su Kluivert che resta in piedi, assegna il rigore agli orange, "Lo sapevo!" tuona mio padre che se la ride con le mani che coprono il viso "Questa è una comica continua, ci vogliono far fuori". Nel frattempo Francesco Toldo, che in quell'Europeo sostituì Gigi Buffon infortunato, corre verso l'arbitro a dire che non c'era fallo,ma nella da fare. Dal dischetto Frank De Boer contro Toldo, io ero girato verso il balcone e ripetevo "San Francesco para questo rigore...San Francesco para questo rigore...", mio padre di controcanto mi rispose "Questo è mancino, lo sbaglia!". Parte l'olandese, che colpisce bene ed angolato alla destra di Toldo che allunga i suoi tentacoli e la respinge sul fondo..."Seeeeeee......seeeee....grande Francescone....diglielo in faccia a quel cornuto dell'arbitro...." mi alzai di tutta rabbia e tensione. La gara però continuò con l'assedio olandese fino alla fine del primo tempo..."A papà, questa è davvero tosta, tocca giocare anche tutto il secondo tempo in 10 e questi sembrano 20 in campo", senza fare cenni, dalla sua seduta mi disse "Se l'arbitro non li aiuta, nel secondo tempo rialzeremo la cresta". E infatti così pare, l'Italia fa due buone azioni, ma l'Italia sembra non reggere il confronto dal cinquantesimo in avanti e gli orange si buttano a capofitto alla ricerca del vantaggio. Appena superato il sessantesimo ecco che Iuliano stende Davids in area di rigore, stavolta è netto..."Ma guarda questo imbecille che fallo doveva fare, ma non gli hanno spiegato alla scuola calcio che falli così non si fanno?". Stavolta nessuno reclama, e una rete ci taglierebbe le gambe, stavolta va Kluivert dal dischetto, parte e spiazza Toldo, ma la palla colpisce il palo e torna verso il centro dell'area dove Maldini spazza via...."Madonna che fortuna!" esclama mio padre che soffre questa gara come pochi, intanto va alla finestra "Prendo una boccata d'aria, questi te fanno sentì male". La gara continua con gli attacchi dell'Olanda e l'Italia che gioca di ripartenza, Del Piero era stato sacrificato a primo tempo, per difendere, e dalla panchina dopo il sessantesimo entra Marco Delvecchio, che ha due opportunità, la seconda la spreca da ottima posizione. Si va ai calci di rigore, mio padre siede tranquillo, almeno da fuori, io metto la sedia al contrario e mi siedo con le braccia sotto il mento, la lista dei tiratori viene stilata; Di Biagio, Pessotto, Totti, Maldini, Del Piero. Mi padre è tranquillo, almeno con tre-quinti dei battitori, non si fida ne di Pessotto, tantomeno di Maldini, del resto sta in un brodo di giuggiole. Di Biagio è tranquillo e la nbutta dentro, nel frattempo si ri vede la sfida Toldo-De Boer, mio padre è convinto "Stavolta questo tira centrale, spero che Toldo non si muova", ecco che l'olandese parte e tira centrale, Toldo fa un mezzo passo sulla sua sinista ma poi sembra ripensarci e si tutta sul posto, parata e Italia avanti. Tocca a Gianluca Pessotto, mio padre si alza e mi dice "Vado un attimo di là!", ma sapevo che andava con le orecchie tappate appena fuori dalla visione della tv...Pessotto è contro Van Der Saar, portiere della Juventus, i due si conoscono, per questo mio padre ha paura che questi a forza di allenamenti sappia dove tira spesso, ma Pessotto sorprende tutti e la piazza alla sinistra del gigante olandese che si tuffa alla sua destra, sul dischetto va il 'mostruoso' Jaap Stam, forte potente difensore, ma rigorista non proprio, infatti già dalla rincorsa sembra poter sparare un missile terra aria, mio padre si tornando dice "Ma questi ce la vogliono regalare? Questo spara in curva", gli rispondo "Se prende la porta la buca, e si porta dietro anche Toldo". Stam parte a mille e tira una bordata assurda si, ma in curva arrivando al secondo anello dello stadio...2-0 Italia. Tocca a Francesco Totti, il capitano della Roma è un rigorista, mio padre sta una pace "Totti? E gol", io anche ma non mi fido di Van Der Saar, il romanista posiziona la palla, guarda il portiere e parte eparte al fischio, sembra debba angolare forte, ma quando arriva sotto palla fa uno scavetto e la piazzaa al centro della porta con Van Der Saar che volando alla sua destra segue il pallone entrante..."Mammamia che glia fatto, glia fatto er cucchiaio, glia fatto er cucchiaio!" esclama mio padre, il cuore è in gola, ogni battitto scuote anche la testa, che gongola, ma non è finita, Kluivert spiazza Toldo e stavolta è gol, e tocca a Maldini sul risultato di 3-1, ma il capitano rossonero fa una palla telefonata alla sinistra che il portiere aveva intuito già prima che questi calciasse. Tocca a Bosvelt riaprire la gara, sperare che Del Piero sbagli e che Overmars la metta dentro, ma non si possono fare calcoli, ora è Bosvelt contro Toldo, mio padre è certo "Glie lo para!", e Toldo sembra sentire mio padre, para e manda l'Italia in finale. Parte il tripudio, parole non dolci verso quell'arbitro che aveva fatto del tutto per fermare l'Italia con scelte scellerate, e si torna a sentire forte l'urlo "Italia! Italia! Italia! Italia!". Eravamo in finale, e forse in cuor azzurro la speranza c'era, ma ora davanti chi ci saremmo trovati, Francia o Portogallo? Erano le 19:30 e poco dopo si sarebbe giocata l'altra gara che avrebbe portato la seconda finalista. Alle 22:30 la finale era scritta: Francia-Italia. La gara era tra le 'cugine' d'Europa, anche se poi buon sangue non era mai discorso negli anni,anzi se vogliamo dirla tutta ci rimase l'urlo in gola al rigore sbagliato appena due anni prima da Gigi Di Biagio in quel del Mondiale Francia '98., proprio contro i blues. iL 2 Luglio ore 19:30 io e mio padre prendiamo di consuetudine postazione davanti la tv, ascoltando le ultime notizie, mio padre stavolta non si sbilancia, accennando una sua riflessione "Se l'Italia gioca come contro la Romania ce la potrebbe fare, altrimenti sarà davvero una battaglia tra tricida". Io dal mio punto di vista vedevo l'Italia fortissima, ma la Francia nemica storica sempre un passo avanti, quindi risposi "Se tutti stanno bene ce la giocahiamo a viso aperto, speriamo che se perde non sia in goleada". Stavolta la coppia d'attacco è tutta romanista con Totti e Delvecchio titolari e Del Piero e Inzaghi in panchina pronti a subentrare. Il primo tempo è al cardio palma, come ci si aspettava azioni a ripetizione, ma togliendo un palo francese la gara non sembra portare pericoli, 0-0 a primo tempo. Mio padre sbuffa "Puuuu, questi hanno un'armata altro che, speriamo bene nel secondo tempo". Poi ecco che l'Italia sembra alzare leggermente la testa, la palla passa da Pessotto che con un cross imbecca Delvecchio in piena area di rigore che la mette alle spalle di Barthez, 1-0 al 55'. Mi padre festeggia e poi voltandosi mi dice "Placati, che mancano 35 minuti". La partita era davvero. Attacchi e controattacchi, dentro Del Piero e fuori Totti, ma la partita è un continuo rovescio d'azione, e così si arriva ai minuti finali...L'Italia non sembra sazia, sale e con Delvecchio sfiora il gol al minuto 88, poi un minuto più tardi Totti tira una punizione ciabattata, con tutta l'Italia che rimane dietro la linea di metà campo...Ecco che scocca il novantreesimo minuto, la squadra francese riparte con l'ultima possibilità la palla arriva dalla metà campo verso Wiltord, che entra in area di rigore dalla sinistra e incrocia verso la porta Toldo tenta di opporsi ma la palla gli sbatte sotto il braccio sinistro e s'infila in rete...Mio padre è di stucco entra in un vortice di domande "Ma come si può prendere un gol a gara finità? Ma perchè hanno continuato ad attaccare anche quando non serviva? Perchè dico io, perchè....Ma come si può essere così stupidi?". L'arbitro fa battere e poco dopo fischia la fine della gara, si deve andare ai supplementari, con la regola del Golden Gol, chi segna prima vince altrimenti si và ai calci di rigore. Nella ripresa sono entrati Del Piero, Ambrosini e Montella e sono usciti Fiore,  Di Biagio e Delvecchio. Mio padre sembra incredulo, e continua ad imprecare contro ogni cosa che si trova davanti, no signori non bestemmie, se questo pensate, ma rabbia con chi gli aveva fatto perdere la possibilità di vincere quell'Europeo, che per lui sarebbe stato il secondo. Le squadre tornano in campo, l'Italia tenta di fare subito sua la partita, è un continuo andi e rivieni di azioni...Arriva il 103' Robert Pires scnde con la palla al piede sulla sinistra, arrivando sul fondo dove a contrastarlo c'è Nesta che però non riesce a raggiungerlo mentre il francese la crossa bassa al centro, dove c'è il solo Trezeguet che la colpisce al volo e la mette alle spalle di Toldo, è finita, la Francia è Campione d'Europa...Mio padre "Spengi, spengi che per l'ennesima volta non riusciamo con una squadra del genere a vincere qualcosa", io chiuso tra le braccia conserte rispondo "Non è possibile, ero sicuro che l'avremmo vinto questo Europeo".

Salutammo così il nostro Europeo più vicino, quello che sembrava potesse arrivare e che invece Trezeguet ci aveva strappato, proprio in quell'estate la Juventus investì proprio sul francese in arrivo dal Monaco. Forse in questi anni da quel 2000 ad oggi ho capito due cose; la prima che non bisogna mai essere convinti di vincere una partita fino a quando l'arbitro non chiude le ostilità con il triplice fischio, secondo che alla fine preferisco che la nazionale esca prima da una competizione che arrivare in finale e prendere queste cantonate. Forse quelle prese con il club sono importanti, ma quelle nazionali sono devastanti, perchè racchiudono tutti noi italiani, e li non c'è colore di maglia, che uno solo: Azzurro.