Che fosse un predestinato forse lo avevamo già capito, si intravedeva fin dagli inizi quando con quel ciuffo lungo arancione e quell'espressione timida di chi si trova immerso in un mondo più grande di lui, cominciava a calpestare con passo leggero i grandi campi del circuito tennistico. 

Jannik è stata una bellissima scoperta, un ragazzo che ha abbandonato il mondo dello sci per lanciarsi in questa nuova avventura, un'avventura che ha visto in questa caldissimo e torrida estate la sua consacrazione fra i migliori giocatori del pianeta. Eppure non è stato semplice giungere fin qui, anzi, è stato un lungo percorso iniziato sotto l'ala di coach Riccardo Piatti che lo ha preso cucciolo quasi impaurito e lo ha accompagnato passo passo fino a che Jannik non si sentisse pronto. Poi la separazione che tutti noi ha un pò stupito per farsi guidare da Simone Vagnozzi e Darren Cahill, con i quali è riuscito notevolmente ad innalzare il suo livello di gioco, fatto di grande spinta e velocità ma anche da una grande resistenza fisica che forse rappresenta l'upgrade più grande visto che nelle scorse stagioni spesso gli acciacchi fisici lo costringevano alla rinuncia.

Quest'annata è quella del passaggio da grande giocatore a campione e non scordiamoci che la sua carta d'identità recita chiaramente età: 22 anni! Forse è la più grande vittoria questa per il tennis italiano, che dopo tantissimi anni ritrova un giocatore in grado di occupare egregiamente i gradini più alti della classifica, ma soprattutto un giocatore che riesca a farlo con costanza; senza dubbio anche Fognini e Berrettini possono condividere quanto appena detto ma Sinner ha tutte le carte in regola per potersi mettersi a capo di questa classifica di grandi giocatori. 

A Jannik il talento cristallino è sempre stato riconosciuto, dentro e fuori dal campo, ma ci si chiedeva sempre quando avrebbe fatto il passo che conta? La risposta la troviamo proprio in questa estate 2023: prima la grande vittoria in Canada, quel titolo 1000 che gli ha levato quella massiccia pressione di predestinato senza grandi successi e poi la doppia cavalcata che lo ha visto affermarsi prima a Pechino e oggi a Vienna( due ATP 500). La cosa che mi preme sottolineare è che in queste ultime vittorie citate l'avversario sconfitto è stato il russo Daniil Medvedev, un giocatore che Jannik ha sempre sofferto come confermato dai primi sei confronti fra i due: a spuntarla infatti è sempre stato il russo. Negli ultimi due la musica è cambiata: Jannik ha portato sul campo tutte le migliorie delle sue armi: i colpi solidi da fondo, la grande manualità nei colpi di volo ma soprattutto un notevole miglioramento nel servizio, fondamentale di inizio gioco che Jannik aveva indietro rispetto ad altri tennisti di punta. I due match vinti dal tennista azzurro sono stati entrambi estenuanti, giocati ai limiti della perfezione, regalando colpi di grande genio e dimostrandoci che Jannik lassù fra i grandi oramai ci sta benissimo!

Ora il tennista di San Candido è lì, rispettato dai più grandi che oramai lo considerano un'avversario temibilissimo; sia Djokovic sia Alcaraz hanno definito rispettivamente Jannik come giocatore pronto per competere ai massimi livelli il primo e come la sua sfida più avvincente il secondo a conferma di quanto in questo ultimo anno tennistico il gioco di Sinner abbia subito una decisa accelerata.  

Adesso sembra tutto apparecchiato per rivedere Sinner alzare ancora molti molti trofei e perché no anche il primo titolo in un Grand Slam colmando finalmente un vuoto per quel che riguarda il tennis maschile che dura da oramai da  quasi mezzo secolo, quando Adriano Panatta trionfò in quel di Parigi nel 1976. La "decima" è quindi servita ed ora possiamo finalmente esclamare: "Benvenuto fra i grandi del tennis, Jannik Sinner!".