Oramai siamo accompagnati da queste scene, continuamente, sembra quasi come se si siano impossessate del nostro amato sport e non ne vogliano più sapere di allontanarsi, chissà forse per sempre. Siamo in campo in una lotta globale, che ci vede agire sotto forma di diverse forme per cercare di scalfire quel nemico chiamato razzismo, che ogni qualvolta si disputa un match di calcio, ma capita anche con altri sport, è sempre lì dietro l'angolo pronto a riaccendersi come una miccia esplosiva. 

Il fenomeno del razzismo è ridondante al giorno oggi, un fenomeno triste e cupo di cui però ancora alcuni pochi elementi si fanno carico per scaldare gli animi, come spesso capita nei match più attesi; giusto sanzionare il tutto con turni di squalifica per la curva o sanzioni dirette per il club? Può veramente tutto questo frapporsi tra il razzismo e le manifestazioni sportive? Tra l'altro purtroppo il razzismo non è uniforme, non si presenta quindi solamente sotto forma di insulti o cori ma anche, come capitato anche in passato, attraverso lancio di oggetti direttamente dagli spalti talvolta ferendo anche qualche calciatore; bisogna essere di pugno duro e dire no! Non è questo il calcio, non è questo lo sport che abbiamo amato e che tutt'ora amiamo! Per alcuni pochi elementi che sono parte di una più ampia scenografia protagonista chiamata pubblico, si rovinano spettacoli, manifestazioni, partite che senza queste  macchie potrebbero addirittura diventare emblematiche, ma soprattutto l'essere umano che si sente poco tutelato nella difesa di se stesso e dei suoi valori: a prova di questo faccio appello proprio ad un episodio avvenuto nella giornata di ieri domenica 21 maggio. 

Stadio Mestalla, Valenciain un'atmosfera rovente di un Mestalla pronto a spingere i suoi giocatori verso il raggiungimento di una quanto mai inattesa salvezza per una squadra dall'imponente caratura come il Valencia, arrivano i mostri del Real Madrid, che arrivano ormai a pancia piena dopo aver vinto tutto in un anno solare ma scottati dalla cocente "mazzata" subita dal City in Champions League; il match corre liscio per grandi sprazzi, con il Valencia che cerca di difendere il vantaggio anche grazie alle prodezze del suo portiere, quel Mamardashvili che ha blindato la porta. 
Purtroppo il bel quadro mostrato finora, quello di una partita rosea, ma dall'alto contenuto agonistico, sboccia però nuovamente in un fatto increscioso: rieccolo sbucare, ancora tu, maledetto razzismo! A pagare dazio nuovamente di questi continui attacchi linguistici e totalmente impertinenti e Vinicius Jr, il turbo-tuono del Real Madrid. 
Come ho poi sottolineato prima a rimetterci spesso in queste situazioni sono i calciatori, oltre che per il terribile gesto nuovamente ricevuto, ma dal punto di vista etico e mentale può portare ad un vero proprio crollo, insomma una vera e propria mina impazzita; il giocatore finisce in un vortice di frustrazione che lo fa essere meno agonistico e più scorretto in campo, inimicandosi anche gli avversari e spesso il tutto si tramuta in un parapiglia generale. Tant'è che Vinicius è stato addirittura espulso a fine partita per una manata rifilata ad un avversario, gesto a dir poco ingiustificabile ma frutto dell'ennesima scintilla che ha portato a fenomeni di razzismo. 

Bisogna che tutto ciò cessi di esistere, che il calcio, ma lo sport in generale torni ad essere quel luogo di serena comunità e condivisione di valori. 
Questo è ciò che ci si augura, continuando in questa lotta con massimo impegno e dedizione al fine di ridurre il tutto ai minimi termini ma per il momento, purtroppo ancora per il momento, il fenomeno razzismo l'ha fatta ancora da padrone.